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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03162022-112537


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BERTUCCI, LUCA
URN
etd-03162022-112537
Titolo
Studio della funzione diastolica in una popolazione bietnica di pazienti ipertesi
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott.ssa Buralli, Simona
Parole chiave
  • funzione diastolica
  • ipertensione arteriosa
Data inizio appello
05/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/04/2092
Riassunto
Background: in presenza di ipertensione arteriosa sono spesso riscontrate alterazioni nel meccanismo di rilasciamento e/o una riduzione della compliance indicative di disfunzione diastolica del ventricolo sinistro (LVDD).
Spesso la prima manifestazione del danno d’organo associato all’ipertensione (HMOD) è rappresentata dalla disfunzione diastolica che fa parte di un continuum di deterioramento ventricolare che può precedere l’insufficienza cardiaca.
La valutazione ecocardiografica dell’onda e’ misurata al Doppler tissutale e rapportata con l’onda di riempimento precoce transmitralica E (rapportoE/e’) fornisce una stima non invasiva delle pressioni di riempimento del ventricolo sinistro e rappresenta un indice di disfunzione diastolica molto meno dipendente dalle variazioni di precarico rispetto all’analisi dell’onda E e all’analisi del rapporto E/A ottenuto dallo studio del flusso transmitralico.
L’etnia riveste un ruolo importante nello sviluppo di HMOD. Studi epidemiologici hanno evidenziato come il profilo dei fattori di rischio quali la prevalenza di diabete mellito e ipertensione arteriosa, renda conto di una parte dell’aumento del rischio cardiovascolare, mentre una parte dell’aumento del rischio non risulta attribuibile ai suddetti fattori o a variabili socio-economiche, ma presumibilmente a variabili di tipo genetico che possono giocare un ruolo nella differenza di alterazione diastolica legata all’ipertensione tra soggetti di diversa etnia.
Scopo: lo scopo di questo studio è investigare se la funzione diastolica ventricolare sinistra differisce tra i pazienti affetti da ipertensione arteriosa di origine africana e caucasica e se eventuali differenze persistono anche dopo aver preso in considerazione variabili emodinamiche, variabili cliniche e altri fattori di rischio cardiovascolare.
Materiali e metodi: lo studio ha incluso 571 pazienti ipertesi di cui 48,9 % di origine africana (279 pazienti) e 51,1 % origine caucasica (292 pazienti). Dei due gruppi di pazienti sono stati valutati: l’età, il genere, il BMI, i valori di SBP e DBP, la durata dell’ipertensione (espressa in mesi) e la presenza di eventuale trattamento antipertensivo, i valori di HR, la presenza di diabete mellito, di dislipidemia e di precedenti eventi CV.
I pazienti sono stati sottoposti ad ecocardiogramma transtoracico per la valutazione degli indici di funzionalità diastolica E/A, DT, E/e’, di FE, di LVMI (massa ventricolare indicizzata) e di RWT (spessore relativo di parete) con tipizzazione dei quattro pattern geometrici del ventricolo sinistro (normale, rimodellamento cardiaco, ipertrofia ventricolare concentrica ed ipertrofia ventricolare eccentrica).
Risultati: i pazienti di origine africana hanno mostrato valori di E/A pari a 1,01 ± 0,40; un DT di 211,54 ± 54,33 msec; un rapporto E/e’ di 9,43 ± 2,94. I pazienti di origine caucasica hanno mostrato valori di E/A pari a 1,03 ± 0,59; un DT di 213,35 ± 58,32; un rapporto E/e’ di 8,52 ± 2,53.
Della popolazione totale 563 pazienti sono risultati elegibili per la caratterizzazione dei pattern di rimodellamento ventricolare sinistro: nella popolazione Africana i risultati hanno messo in evidenza che il 56 % aveva pattern di rimodellamento concentrico, il 23,64 % aveva pattern di ipertrofia concentrica, il 17,82% aveva pattern normale ed il 2,54 % pattern di ipertrofia eccentrica.
Nella popolazione Caucasica i risultati hanno messo in evidenza che il 17,71 % dei pazienti aveva un pattern di rimodellamento concentrico, il 6,94 % aveva un pattern di ipertrofia concentrica, il 67,01 % aveva un pattern normale ed l’8,34% dei pazienti aveva un pattern di ipertrofia eccentrica.
Analizzando le differenze tra i due gruppi, i pazienti di origine Africana risultavano essere più giovani (≈ 6,4 anni), con una maggiore prevalenza di donne, una minor durata di ipertensione (≈ 4 anni); l’incidenza di pregressi eventi cardiovascolari è risultata minore nei soggetti di origine Africana (P<0,005). Diabete (P<0,001) e dislipidemia (P<0,001) erano inoltre meno comuni rispetto ai soggetti caucasici. Le variabili emodinamiche dimostravano valori più elevati di pressione arteriosa (P<0,001) e frequenza cardiaca (P<0,001) nei soggetti africani rispetto ai caucasici.
Analizzando i dati strutturali, i soggetti africani presentavano più frequentemente pattern di rimodellamento ventricolare concentrico o ipertrofia concentrica cardiaca rispetto ai soggetti di origine caucasica (P<0,001).
L’analisi della funzione diastolica dimostrava una differenza nel rapporto E/e’ tra la popolazione di origine africana e quella di origine caucasica (la differenza delle medie (Mean difference) = 0.91 con errore standard (SE) = 0,23) con P<0,001 ma non differenze significative nel rapporto E/A (P=0,772) o DT (P=0,774).
Ad un’analisi univariata il rapporto E/e’ correlava in maniera statisticamente significativa con LVMI (r=0,196; p<0,001) e SBP (r=0,266; p<0,001).
L’analisi multivariata è stata eseguita al fine di testare se la differenza nel rapporto E/e’ fosse attribuibile a fattori di confondimento (età, valori di SBP, durata dell’ipertensione arteriosa, presenza di diabete, pregressi eventi CV, dislipidemia, uso di farmaci antipertensivi, BMI e ipertrofia ventricolare).
La differenza persisteva nonostante aggiustamento per fattori di confondimento e variabili emodinamiche con differenza delle medie (mean difference) 1.105± errore standard (SE) 0.33 con un p<0.001.
Conclusioni: considerando l’alta prevalenza nei pazienti ipertesi di LVDD è importante la sua valutazione vista la rilevanza che questa può avere sulla prognosi del paziente, essendo essa una forte predittrice di eventi cardiovascolari e HF.
L’individuazione di un’alterazione precoce della funzione diastolica del ventricolo sinistro ci può permettere di individuare i pazienti con diverso grado di rischio cardiovascolare, indirizzando quindi il trattamento antiipertensivo più appropriato e permettendoci di programmare un follow-up clinico-strumentale adeguato per la prevenzione della progressione del danno d’organo cardiaco nell’ipertensione arteriosa, anche in considerazione del fatto che nessun trattamento ha dimostrato di modificare la prognosi nei pazienti con HFpEF.
Le differenze nella funzione diastolica tra il gruppo di soggetti ipertesi di origine africana e il gruppo di ipertesi di origine caucasica, con i soggetti africani che presentavano un valore più alto di E/e’, sono statisticamente significative anche dopo aggiustamento statistico per i fattori di rischio cardiovascolari. Questo può aiutarci a comprendere meglio la malattia ipertensiva e a personalizzare il più possibile la terapia.
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