Tesi etd-03162020-110136 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CANOVA, LEONARDO
URN
etd-03162020-110136
Titolo
Il "bestiario" onomasiologico della 'Commedia' di Dante
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/12
Corso di studi
STUDI ITALIANISTICI
Relatori
tutor Prof. Franceschini, Fabrizio
Parole chiave
- Bestiari Medievali
- Commedia
- Dante
- Dante Studies
- Italian Language and Linguistics
- Lessicografia
- Lexicography
- Linguistica Italiana
- Medieval Bestiaries
- Medieval Studies
- Medievistica
- Onomasiologia
- Onomasiology
- Storia della Lingua Italiana
Data inizio appello
27/03/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/03/2090
Riassunto
Italiano
Facendo propri gli spunti proposti dai lavori di Giuseppe Ledda e Valeria Mouchet, questo lavoro intende configurarsi – seguendo in questo l’impostazione degli antichi bestiari – come un’opera di taglio enciclopedico, consultabile, più che leggibile, che, a partire da una recensione e da una schedatura sistematiche ed esaustive della totalità del lessico zoologico presente nel poema di Dante, metta in relazione le presenze animali della Commedia col relativo e ampio retroterra culturale formatosi fin dall’epoca classica.
Dopo una premessa metodologica, che introduce il sistema concettuale impiegato come struttura e le fonti spogliate, il “bestiario” vero e proprio si articola in dodici sezioni. La prima, relativa alle generalità, è costituita esclusivamente da voci “vuote” ed ha la forma di un semplice glossario, mentre l’enciclopedia vera e propria ha inizio con la seconda e più estesa sezione dedicata ai quadrupedi, che a vario titolo ricoprono ruoli di primo piano all’interno del poema. Si trovano qui le voci relative ad alcuni degli esseri che hanno ricevuto maggior attenzione da parte della critica, quali le tre fiere, il veltro e l’agnello. Parimenti importante la fauna aviaria, trattata nella terza parte, che registra fra tutte il numero più alto di occorrenze nella Commedia: oltre all’aquila, alla gru, alla cicogna e al pellicano, s’incontrano qui anche uccelli meno complessi sotto il profilo simbolico, come falchi e falconi, galli e anatre. Seguono nove sezioni più brevi, dedicate rispettivamente agli animali marini, ai pesci, ai rettili, agli anfibi, ai molluschi, ai crostacei e agli aracnidi, agli insetti, alle malattie degli animali e, infine, agli animali “fantastici”, come il grifone, il drago, la fenice.
Ad un primo livello, dunque, il Bestiario onomasiologico della Commedia è articolato come un glossario, che per ogni voce registra le occorrenze lessicali nel poema e altre informazioni rilevanti, come l’etimo di ogni lemma o la presenza di prime attestazioni dantesche. Ad un secondo livello, nel corpo delle singole voci si cerca di estendere il metodo critico-esegetico già proposto da Ledda nei suoi case studies ad ogni singolo animale presente nella Commedia, cercando caso per caso di ricostruire il complesso dei significati ad esso affidati nella cultura medievale e di osservare se e in che misura la conoscenza di tali significati possa facilitare le operazioni ermeneutiche, favorendo interpretazioni originali o consolidando alcune di quelle già proposte.
A considerazioni complessive è riservata invece la parte conclusiva di questo lavoro, dove sulla base dei dati raccolti all’interno di un apposito database si forniscono grafici, tabelle e statistiche, relativi alla distribuzione complessiva del lessico zoologico attraverso i canti, le cantiche e le diverse zone dell’aldilà dantesco. Particolare attenzione è dedicata ai lemmi volgari attestati per la prima volta nella Commedia, tra i quali si cercano di distinguere i probabili neologismi danteschi al fine di fornire un indice della creatività linguistica di Dante rispetto al lessico animale. Nel panorama faunistico della Commedia si distinguono inoltre gli animali effettivamente presenti sulla scena del viaggio ultraterreno di Dante, individuando i luoghi in cui maggiormente si concentrano, da quelli che invece rivestono altre funzioni nel testo, tentando di registrare, per questi ultimi, possibili specificità al variare dei canti e delle cantiche. Si propongono poi alcune letture “verticali”, dedicate nello specifico all’individuazione di “bestiari” caratteristici di alcuni personaggi del poema – come Dante e Beatrice –, contraddistinti da una coesione interna e da una funzione propria e isolabile.
Il complesso delle informazioni, così raccolte e catalogate, favorisce infine il confronto con i modelli culturalmente più prossimi a Dante, tra i quali in primo luogo le Scritture e tutta quella letteratura esegetica, omiletica e più latamente dottrinale che attorno ad esse gravitava all’altezza del XIV secolo. Su queste basi si cerca dunque di proporre una riconsiderazione e una rivalutazione generale del ruolo del mondo animale nella Commedia e della sua funzione rispetto al fine ultimo del «poema sacro».
English
Taking up the ideas proposed by the works of Giuseppe Ledda and Valeria Mouchet, this work is intended – following the approach of the ancient bestiaries – as an encyclopaedic work, which can be consulted, more than read, and which, starting from a systematic and exhaustive review and cataloguing of the totality of the zoological lexicon in Dante’s poem, relates the animal presences of the Comedy to the relative and extensive cultural background formed since classical times.
After a methodological premise, introducing the conceptual system structuring this work and the browsed sources, the actual “bestiary” is divided into twelve sections. The first, concerning generalities, consists exclusively of “empty” entries and takes the form of a simple glossary, while the proper encyclopaedia begins with the second and more extensive section dedicated to the quadrupeds, who in various ways play leading roles within the poem. Here are the entries concerning some of the beings that have received the most attention from critics, such as the three beasts, the veltro and the lamb. Equally important is the avian fauna, dealt with in the third part, which records the highest number of occurrences in the Comedy: in addition to the eagle, the crane, the stork and the pelican, we also find here birds less complex from a symbolic point of view, such as hawks and falcons, roosters and ducks. Nine shorter sections follow, dedicated respectively to marine animals, fishes, reptiles, amphibians, molluscs, crustaceans and arachnids, insects, animal diseases and, finally, to “fantastic” animals, such as the griffin, the dragon, the phoenix.
Therefore, at a first level the Onomasiological bestiary of Dante’s Comedy is articulated as a glossary, which for each entry records the lexical occurrences in the poem and other relevant information, such as the etymology of each headword or the presence of Dantean first attestations. On a second level, in the body of the individual entries, an attempt is made to extend the critical-exegetical method already proposed by Ledda in his case studies to each individual animal present in the Comedy, trying to reconstruct case by case the complex of meanings entrusted to it in medieval culture and to observe if and to what extent knowledge of these meanings can facilitate hermeneutical operations, favouring original interpretations or consolidating some of those already proposed.
The final part of this work, on the other hand, is reserved for general considerations. Here, on the basis of data collected in a special database, graphs, tables and statistics are provided on the distribution of the zoological lexicon through cantos, canticles and the different areas of Dante’s afterlife. Particular attention is paid to the vulgar headwords first mentioned in the Comedy, among which we try to distinguish the probable Dantean neologisms in order to provide an index of Dante’s linguistic creativity with respect to the animal lexicon. In the Comedy’s faunistic panorama, a distinction is also made between the animals actually present on the scene of Dante’s otherworldly journey, identifying the places where they are most concentrated, from those that have other functions in the text, trying to record, for the latter, possible specificities as the songs and canticles vary. Some “vertical” readings are also proposed, specifically dedicated to the identification of characteristic “bestiaries” of some characters of the poem – such as Dante and Beatrice – characterized by an internal cohesion and by their own and isolable function.
The complex of information, thus collected and catalogued, eventually favours the comparison with the cultural models closest to Dante, including first of all the Scriptures and all that exegetical, homiletic and widely doctrinal literature that gravitated around them during the 14th century. On these bases, an attempt is made to propose a general reconsideration and re-evaluation of the role of the animal world in the Comedy and of its function with respect to the ultimate goal of the «sacred poem».
Facendo propri gli spunti proposti dai lavori di Giuseppe Ledda e Valeria Mouchet, questo lavoro intende configurarsi – seguendo in questo l’impostazione degli antichi bestiari – come un’opera di taglio enciclopedico, consultabile, più che leggibile, che, a partire da una recensione e da una schedatura sistematiche ed esaustive della totalità del lessico zoologico presente nel poema di Dante, metta in relazione le presenze animali della Commedia col relativo e ampio retroterra culturale formatosi fin dall’epoca classica.
Dopo una premessa metodologica, che introduce il sistema concettuale impiegato come struttura e le fonti spogliate, il “bestiario” vero e proprio si articola in dodici sezioni. La prima, relativa alle generalità, è costituita esclusivamente da voci “vuote” ed ha la forma di un semplice glossario, mentre l’enciclopedia vera e propria ha inizio con la seconda e più estesa sezione dedicata ai quadrupedi, che a vario titolo ricoprono ruoli di primo piano all’interno del poema. Si trovano qui le voci relative ad alcuni degli esseri che hanno ricevuto maggior attenzione da parte della critica, quali le tre fiere, il veltro e l’agnello. Parimenti importante la fauna aviaria, trattata nella terza parte, che registra fra tutte il numero più alto di occorrenze nella Commedia: oltre all’aquila, alla gru, alla cicogna e al pellicano, s’incontrano qui anche uccelli meno complessi sotto il profilo simbolico, come falchi e falconi, galli e anatre. Seguono nove sezioni più brevi, dedicate rispettivamente agli animali marini, ai pesci, ai rettili, agli anfibi, ai molluschi, ai crostacei e agli aracnidi, agli insetti, alle malattie degli animali e, infine, agli animali “fantastici”, come il grifone, il drago, la fenice.
Ad un primo livello, dunque, il Bestiario onomasiologico della Commedia è articolato come un glossario, che per ogni voce registra le occorrenze lessicali nel poema e altre informazioni rilevanti, come l’etimo di ogni lemma o la presenza di prime attestazioni dantesche. Ad un secondo livello, nel corpo delle singole voci si cerca di estendere il metodo critico-esegetico già proposto da Ledda nei suoi case studies ad ogni singolo animale presente nella Commedia, cercando caso per caso di ricostruire il complesso dei significati ad esso affidati nella cultura medievale e di osservare se e in che misura la conoscenza di tali significati possa facilitare le operazioni ermeneutiche, favorendo interpretazioni originali o consolidando alcune di quelle già proposte.
A considerazioni complessive è riservata invece la parte conclusiva di questo lavoro, dove sulla base dei dati raccolti all’interno di un apposito database si forniscono grafici, tabelle e statistiche, relativi alla distribuzione complessiva del lessico zoologico attraverso i canti, le cantiche e le diverse zone dell’aldilà dantesco. Particolare attenzione è dedicata ai lemmi volgari attestati per la prima volta nella Commedia, tra i quali si cercano di distinguere i probabili neologismi danteschi al fine di fornire un indice della creatività linguistica di Dante rispetto al lessico animale. Nel panorama faunistico della Commedia si distinguono inoltre gli animali effettivamente presenti sulla scena del viaggio ultraterreno di Dante, individuando i luoghi in cui maggiormente si concentrano, da quelli che invece rivestono altre funzioni nel testo, tentando di registrare, per questi ultimi, possibili specificità al variare dei canti e delle cantiche. Si propongono poi alcune letture “verticali”, dedicate nello specifico all’individuazione di “bestiari” caratteristici di alcuni personaggi del poema – come Dante e Beatrice –, contraddistinti da una coesione interna e da una funzione propria e isolabile.
Il complesso delle informazioni, così raccolte e catalogate, favorisce infine il confronto con i modelli culturalmente più prossimi a Dante, tra i quali in primo luogo le Scritture e tutta quella letteratura esegetica, omiletica e più latamente dottrinale che attorno ad esse gravitava all’altezza del XIV secolo. Su queste basi si cerca dunque di proporre una riconsiderazione e una rivalutazione generale del ruolo del mondo animale nella Commedia e della sua funzione rispetto al fine ultimo del «poema sacro».
English
Taking up the ideas proposed by the works of Giuseppe Ledda and Valeria Mouchet, this work is intended – following the approach of the ancient bestiaries – as an encyclopaedic work, which can be consulted, more than read, and which, starting from a systematic and exhaustive review and cataloguing of the totality of the zoological lexicon in Dante’s poem, relates the animal presences of the Comedy to the relative and extensive cultural background formed since classical times.
After a methodological premise, introducing the conceptual system structuring this work and the browsed sources, the actual “bestiary” is divided into twelve sections. The first, concerning generalities, consists exclusively of “empty” entries and takes the form of a simple glossary, while the proper encyclopaedia begins with the second and more extensive section dedicated to the quadrupeds, who in various ways play leading roles within the poem. Here are the entries concerning some of the beings that have received the most attention from critics, such as the three beasts, the veltro and the lamb. Equally important is the avian fauna, dealt with in the third part, which records the highest number of occurrences in the Comedy: in addition to the eagle, the crane, the stork and the pelican, we also find here birds less complex from a symbolic point of view, such as hawks and falcons, roosters and ducks. Nine shorter sections follow, dedicated respectively to marine animals, fishes, reptiles, amphibians, molluscs, crustaceans and arachnids, insects, animal diseases and, finally, to “fantastic” animals, such as the griffin, the dragon, the phoenix.
Therefore, at a first level the Onomasiological bestiary of Dante’s Comedy is articulated as a glossary, which for each entry records the lexical occurrences in the poem and other relevant information, such as the etymology of each headword or the presence of Dantean first attestations. On a second level, in the body of the individual entries, an attempt is made to extend the critical-exegetical method already proposed by Ledda in his case studies to each individual animal present in the Comedy, trying to reconstruct case by case the complex of meanings entrusted to it in medieval culture and to observe if and to what extent knowledge of these meanings can facilitate hermeneutical operations, favouring original interpretations or consolidating some of those already proposed.
The final part of this work, on the other hand, is reserved for general considerations. Here, on the basis of data collected in a special database, graphs, tables and statistics are provided on the distribution of the zoological lexicon through cantos, canticles and the different areas of Dante’s afterlife. Particular attention is paid to the vulgar headwords first mentioned in the Comedy, among which we try to distinguish the probable Dantean neologisms in order to provide an index of Dante’s linguistic creativity with respect to the animal lexicon. In the Comedy’s faunistic panorama, a distinction is also made between the animals actually present on the scene of Dante’s otherworldly journey, identifying the places where they are most concentrated, from those that have other functions in the text, trying to record, for the latter, possible specificities as the songs and canticles vary. Some “vertical” readings are also proposed, specifically dedicated to the identification of characteristic “bestiaries” of some characters of the poem – such as Dante and Beatrice – characterized by an internal cohesion and by their own and isolable function.
The complex of information, thus collected and catalogued, eventually favours the comparison with the cultural models closest to Dante, including first of all the Scriptures and all that exegetical, homiletic and widely doctrinal literature that gravitated around them during the 14th century. On these bases, an attempt is made to propose a general reconsideration and re-evaluation of the role of the animal world in the Comedy and of its function with respect to the ultimate goal of the «sacred poem».
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