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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03162009-115605


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SCOLLO, CARLA
Indirizzo email
carlascollo@hotmail.it
URN
etd-03162009-115605
Titolo
L'impulsività e disordini psichiatrici
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
Relatore Prof. Martini, Claudia
Parole chiave
  • Impulsività
  • disordini psichiatrici
Data inizio appello
18/04/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione - L’impulso è stato definito come “il prorompere, in genere in modo non programmato, di una spinta ad agire che possiede abitualmente le caratteristiche di precipitazione, irriflessività ed irruenza”(Frosch, 1977) oppure come un “atto compiuto in modo improvviso, senza precedente riflessione, non intenzionale, che di regola esprime una tendenza che non può essere inibita o lo è molto difficilmente, anche se in contrasto con tratti della personalità o del carattere” (Dalla Volta, 1974). Quando la mancanza di controllo determina comportamenti nocivi per la salute dell’individuo e dell’ambiente, l’impulsività diventa un tratto caratteristico di comportamenti quali la schizofrenia ( improvvisa spinta incontenibile che può passare all’azione), l’ossessività (ripetitività continua di una determinata azione), cerimoniali (azioni apparentemente irragionevoli).
Scopo della tesi - L’obiettivo di questo lavoro è stato lo studio della letteratura relativa all’impulsività patologica, sia da un punto di vista clinico che biologico, evidenziando tutte le problematiche a cui vanno incontro i soggetti affetti da questa patologia e tutti i meccanismi biologici che sono alla base dell’impulsività, con lo scopo di fornire informazioni utili per un futuro approccio sperimentale nell’ambito delle ricerche genetiche, neurobiologiche e farmacologiche.
Eziologia - L’eziologia del Disturbo del Controllo degli Impulsi non è stata chiarita, vari studi dimostrano una componente genetica ed alterazioni di principali sistemi neurotrasmettitoriali.
Valutazione - L’azione impulsiva nell’uomo è valutata con l’ausilio di questionari self-report, che includono Barratt Impulsivity Scale (BIS), Impulsivity-Venturesomeness- Empathy Scale (IVE), Tridimensional Personality Questionnaire (TPQ), Temperament and Character Inventory (TCI) and Sensation Seeking Scale (SSS). Questi questionari valutano il carattere, la personalità ed il modo in cui l’individuo potrebbe comportarsi in determinate situazioni. Le valutazioni self- report hanno condotto allo sviluppo di test di laboratorio indirizzati allo studio dei controlli inibitori del comportamento (Iowa Gambling Task, Stop Signal Task, Stroop Task, Delay Discounting Task, Risky Gains Task e Matching Familiar Figures Task).
Aree celebrali - Le aree cerebrali maggiormente coinvolte nell’impulsività sono state mappate nei roditori. La loro mappatura ha permesso di scoprire il coinvolgimento della corteccia prefrontale e di altre regioni cerebrali, in particolare dell’area limbica e striatale, nell’azione impulsiva. Inoltre è stato scoperto un legame della corteccia prefrontale con le strutture primarie sottocorticali del nucleo accumbens, responsabile della modulazione del comportamento.
L’impulsività è spesso associata ad un tratto caratteriale quale l’impazienza. E’ infatti evidente la sovrapposizione tra i pathways neuronali che modulano sia l’impazienza che l’impulsività, sebbene sia stato osservato che aree diverse del cervello modulano forme diverse di impulsività.
Neurofarmacologia dell’impulsività - Studi di associazione genetica hanno identificato un numero di variazioni genetiche implicate nello sviluppo dell’impulsività. Sono evidenti dei polimorfismi a livello dei recettori della dopamina D2, D3, D4, D5 e a livello del trasportatore DAT; altri polimorfismi sono presenti a livello del gene che codifica per il recettore della serotonina (5-HT), a livello del suo trasportatore (5HTTLPR) e a livello degli enzimi preposti alla degradazione delle amine biogene (monoaminossidasi A e catecoloO-metiltransferasi).
L’impulsività e l’uso di sostanze d’abuso - L’impulsività è inoltre correlata all’uso di sostanze d’abuso. Vari studi hanno evidenziato che l’uso cronico di sostanze psicoattive può causare danni al cervello e predisporre l’individuo all’impulsività. L’impulsività può essere infatti usata come marker di vulnerabilità per le sostanze d’abuso.
Conclusioni - L’impulsività ha indubbiamente un origine complessa. Alla base ci sono fattori genetici, biologici, ambientali che si manifestano in disordini cognitivi e comportamentali. E’ stata osservata una correlazione tra l’impulsività e l’abuso di sostanze psicoattive. I meccanismi biologici e recettoriali coinvolti in questo disordine non sono ancora ben stabiliti, ma per un futuro approccio sperimentale sarebbe interessante approfondire lo studio di farmaci che hanno come bersaglio d’azione il recettore della serotonina 5-HT2A e il gene SLC6A3 che codifica per il trasportatore della dopamina.
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