Tesi etd-03152024-192712 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GUSELLA, GIANPAOLO
URN
etd-03152024-192712
Titolo
Cina e Stati Uniti come attori nella governance globale: competizione, rivalità e implicazioni sulla sicurezza nella dimensione marittima.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Dott. Sberna, Salvatore
Parole chiave
- Cina
- commerci
- dominio
- Ikenberry
- liberalismo
- mare
- Mead
- potere
- realismo
- Stati Uniti
Data inizio appello
09/04/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2064
Riassunto
Negli ultimi vent’anni la Cina ha attraversato una crescita economica senza precedenti che l’ha portata oggi a diventare una potenza mondiale in diretto confronto con gli Stati Uniti. Tra i fattori che l’hanno portata ad ottenere tale risultato vi è senza dubbio la serie di riforme economiche, investimenti infrastrutturali e naturalmente la sua posizione come hub manifatturiero globale. Tale nazione ha investito in maniera massiccia in innovazione tecnologica e sviluppo, ottenendo importanti risultati in campi come le telecomunicazioni e le energie rinnovabili. Le strategie di politica estera, come l'Iniziativa Belt and Road, hanno inoltre contribuito alla sua influenza globale, aumentando la connettività e la cooperazione attraverso progetti infrastrutturali in Asia, Europa e Africa.
Non meno importante la modernizzazione militare che ne è scaturita e la determinazione nel far valere le proprie pretese territoriali nel Mar Cinese Meridionale che hanno anch'esse contribuito al suo aumento di influenza. Conoscendo bene l'importanza della dimensione marittima per garantire il suo commercio globale, l’ampliamento della flotta navale ne è la diretta conseguenza, ma non solo. Con lo sviluppo di basi navali ed aumento della presenza militare in determinate aree. La Cina ha inoltre adottato in ambito marittimo una nuova politica che prevede la costruzione di isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, equipaggiandole con infrastrutture militari effettuando attività di pattugliamento e sorveglianza nella regione contestata.
Le domande che sorgono sono molteplici: come reagisce davanti a questa grande crescita la comunità internazionale? Come stanno rispondendo i paesi appartenenti al blocco alleato contrapposto? La Cina ha intenzione di ristabilire un ordine globale come “revisionist power", agendo per proprio vantaggio o vuole semplicemente riaffermare il suo ruolo internazionale in un’ottica di cooperazione con gli altri Stati? Analizzando la situazione con l’ausilio di due dottrine differenti va affermato che i comportamenti attualmente in atto e le politiche aggressive messe in campo, specialmente nelle regioni marittime, stanno innescato tensioni con molti paesi della regione che rivendicano diritti sovrani sulle stesse aree. Tra questi paesi vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, Brunei e Taiwan. Paesi che hanno interessi e rivendicazioni che si sovrappongono in molte zone del Mar Cinese Meridionale, portando a dispute e tensioni con la Cina. E’ possibile comprendere quindi che vi è un tentativo da parte di questo attore di consolidare la sua presenza e difendere i suoi interessi. Come si è arrivati quindi a questo? E cosa faranno gli Stati Uniti insieme al suo blocco alleato per difendere il loro primato?
Non meno importante la modernizzazione militare che ne è scaturita e la determinazione nel far valere le proprie pretese territoriali nel Mar Cinese Meridionale che hanno anch'esse contribuito al suo aumento di influenza. Conoscendo bene l'importanza della dimensione marittima per garantire il suo commercio globale, l’ampliamento della flotta navale ne è la diretta conseguenza, ma non solo. Con lo sviluppo di basi navali ed aumento della presenza militare in determinate aree. La Cina ha inoltre adottato in ambito marittimo una nuova politica che prevede la costruzione di isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, equipaggiandole con infrastrutture militari effettuando attività di pattugliamento e sorveglianza nella regione contestata.
Le domande che sorgono sono molteplici: come reagisce davanti a questa grande crescita la comunità internazionale? Come stanno rispondendo i paesi appartenenti al blocco alleato contrapposto? La Cina ha intenzione di ristabilire un ordine globale come “revisionist power", agendo per proprio vantaggio o vuole semplicemente riaffermare il suo ruolo internazionale in un’ottica di cooperazione con gli altri Stati? Analizzando la situazione con l’ausilio di due dottrine differenti va affermato che i comportamenti attualmente in atto e le politiche aggressive messe in campo, specialmente nelle regioni marittime, stanno innescato tensioni con molti paesi della regione che rivendicano diritti sovrani sulle stesse aree. Tra questi paesi vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, Brunei e Taiwan. Paesi che hanno interessi e rivendicazioni che si sovrappongono in molte zone del Mar Cinese Meridionale, portando a dispute e tensioni con la Cina. E’ possibile comprendere quindi che vi è un tentativo da parte di questo attore di consolidare la sua presenza e difendere i suoi interessi. Come si è arrivati quindi a questo? E cosa faranno gli Stati Uniti insieme al suo blocco alleato per difendere il loro primato?
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