Tesi etd-03152022-033112 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CILENTI, FEDERICA
URN
etd-03152022-033112
Titolo
"La percezione di dignità in pazienti con patologie oncologiche e dolore cronico"
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Miniati, Mario
Parole chiave
- dignità
- dolore cronico
- oncologia
Data inizio appello
31/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
31/03/2092
Riassunto
BACKGROUND E SCOPO DELLO STUDIO
Il concetto di ‘dignità individuale’ rappresenta l’esigenza di ciascuno di noi di ‘sentirsi degno, rispettato e riconosciuto’. Talvolta, quest’aspettativa è disattesa nei contesti di cura, in cui il paziente affronta difficoltà di natura psicologica, oltre che fisica, che possono rappresentare una minaccia per la dignità individuale. Il dolore cronico è un elemento che ulteriormente contribuisce ad alterare la percezione soggettiva di dignità. Una percezione di dignità compromessa può diminuire l’aderenza alle terapie proposte. Questo studio ha lo scopo di valutare il livello di dignità percepita da pazienti appartenenti ad una popolazione oncologica in follow-up naturalistico per dolore cronico.
MATERIALE E METODO
Un campione di pazienti con patologie oncologiche e dolore cronico è stato valutato al momento della presa in carico presso la S.D. di Anestesia e Terapia del Dolore (A.O.U.P.) (n=60) e al momento della prima visita di follow-up (T1) (2-4 mesi successivi) (completers: n=46). Sono state somministrate tre scale: la Patient Dignity Inventory-PDI, la Demoralization Scale-DS e la Visual Analogue Scale-VAS.
RISULTATI
Le analisi hanno dimostrato una significativa correlazione tra i punteggi di DS, PDI e VAS al baseline. Il confronto tra i punteggi ottenuti nel campione dei completers nelle due valutazioni ha mostrato come, all’endpoint, il miglioramento riguardante l’intensità del dolore percepito e i minori livelli di distress correlassero positivamente con il miglioramento della percezione di dignità personale. I risultati suggeriscono che, a un abbassamento del dolore percepito, corrisponde un minore livello di demoralizzazione, che si associa a più alti livelli di dignità soggettiva.
DISCUSSIONE
Il miglioramento nei livelli del dolore (dovuto, in primo luogo, all’impiego di terapie farmacologiche, come da linea guida internazionale), ha determinato un miglioramento nei livelli di demoralizzazione dei pazienti. La presa in carico ‘emotiva’ da parte dell’equipe multidisciplinare ha consentito di ottenere un miglioramento concomitante dei livelli di dignità percepita, che, a loro volta, hanno mostrato una correlazione positiva con minori livelli di demoralizzazione e di dolore, in un circolo virtuoso. La valutazione della dimensione ‘dignità’ ha consentito di misurare in modo sistematico l’esistenza di un fenomeno spesso trascurato nei setting assistenziali di gestione del dolore, ma che, di contro, può influenzare in modo significativo l’aderenza alle terapie e, dunque, il decorso clinico, in un campione di pazienti particolarmente complessi. Tuttavia, lo studio è stato effettuato su un campione di dimensioni limitate e ulteriori osservazioni saranno necessarie su un campione più ampio e su tempi di follow-up più estesi.
Il concetto di ‘dignità individuale’ rappresenta l’esigenza di ciascuno di noi di ‘sentirsi degno, rispettato e riconosciuto’. Talvolta, quest’aspettativa è disattesa nei contesti di cura, in cui il paziente affronta difficoltà di natura psicologica, oltre che fisica, che possono rappresentare una minaccia per la dignità individuale. Il dolore cronico è un elemento che ulteriormente contribuisce ad alterare la percezione soggettiva di dignità. Una percezione di dignità compromessa può diminuire l’aderenza alle terapie proposte. Questo studio ha lo scopo di valutare il livello di dignità percepita da pazienti appartenenti ad una popolazione oncologica in follow-up naturalistico per dolore cronico.
MATERIALE E METODO
Un campione di pazienti con patologie oncologiche e dolore cronico è stato valutato al momento della presa in carico presso la S.D. di Anestesia e Terapia del Dolore (A.O.U.P.) (n=60) e al momento della prima visita di follow-up (T1) (2-4 mesi successivi) (completers: n=46). Sono state somministrate tre scale: la Patient Dignity Inventory-PDI, la Demoralization Scale-DS e la Visual Analogue Scale-VAS.
RISULTATI
Le analisi hanno dimostrato una significativa correlazione tra i punteggi di DS, PDI e VAS al baseline. Il confronto tra i punteggi ottenuti nel campione dei completers nelle due valutazioni ha mostrato come, all’endpoint, il miglioramento riguardante l’intensità del dolore percepito e i minori livelli di distress correlassero positivamente con il miglioramento della percezione di dignità personale. I risultati suggeriscono che, a un abbassamento del dolore percepito, corrisponde un minore livello di demoralizzazione, che si associa a più alti livelli di dignità soggettiva.
DISCUSSIONE
Il miglioramento nei livelli del dolore (dovuto, in primo luogo, all’impiego di terapie farmacologiche, come da linea guida internazionale), ha determinato un miglioramento nei livelli di demoralizzazione dei pazienti. La presa in carico ‘emotiva’ da parte dell’equipe multidisciplinare ha consentito di ottenere un miglioramento concomitante dei livelli di dignità percepita, che, a loro volta, hanno mostrato una correlazione positiva con minori livelli di demoralizzazione e di dolore, in un circolo virtuoso. La valutazione della dimensione ‘dignità’ ha consentito di misurare in modo sistematico l’esistenza di un fenomeno spesso trascurato nei setting assistenziali di gestione del dolore, ma che, di contro, può influenzare in modo significativo l’aderenza alle terapie e, dunque, il decorso clinico, in un campione di pazienti particolarmente complessi. Tuttavia, lo studio è stato effettuato su un campione di dimensioni limitate e ulteriori osservazioni saranno necessarie su un campione più ampio e su tempi di follow-up più estesi.
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