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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03152021-201314


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BERTOLINO, ALESSIA
URN
etd-03152021-201314
Titolo
L'estradizione nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marinai, Simone
Parole chiave
  • CEDU
  • diritti fondamentali
  • estradizione
Data inizio appello
29/03/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La recente modifica dell’articolo 698 c.p.p., rubricato “Reati politici. Tutela dei diritti fondamentali della persona”, costituisce l’occasione per fare il punto sull’ importanza della tutela dei diritti fondamentali nel procedimento estradizionale per l’estero regolato dal codice di procedura penale (cd. estradizione extra-convenzionale passiva).
Il fatto che l’estradizione si trovi al centro della cooperazione internazionale giudiziaria in materia penale va associato alla necessità che ogni Stato ha di garantire l’esercizio della propria potestà punitiva al fine di non lasciare impuniti i criminali che si sottraggono alla giurisdizione dello Stato. Questa tendenza ha poi coinciso con la sempre maggiore importanza che l’essere umano ricopre in qualità di destinatario delle norme di diritto internazionale, facendo così sì che venissero predisposti tutta una serie di appositi strumenti giuridici di tutela dei diritti fondamentali anche in ambito estradizionale.
La tesi segue un percorso preciso che parte con l’illustrazione dell’affermazione dei diritti umani fondamentali nel patrimonio europeo, passa attraverso l’illustrazione della pratica dell’estradizione e prosegue con un’analisi sugli effetti e le conseguenze della pena su questi diritti.
Nel primo capitolo si analizzano la prassi e le problematiche applicative della procedura estradizionale. Viene spiegato il significato di questa pratica, mettendo in evidenza i principi che ne fanno da cardine e i limiti a cui essa è sottoposta. Si pone l’attenzione sulle due diverse modalità di attuazione della procedura, quella attiva e quella passiva, spiegandone le analogie e le differenze. Viene posto in rilievo come durante la fase di esecuzione della procedura estradizionale, si corra il rischio di andare a violare alcuni dei diritti fondamentali della persona. Si analizzano così i limiti che il codice di procedura penale a livello interno e la Convenzione europea per la salvaguardia dei dritti umani a livello esterno, pongono nei confronti delle pratiche estradizionali proprio per evitare la violazione dei diritti umani fondamentali. Ci si sofferma sull’art. 698 codice di procedura penale che preclude il compimento della procedura dell’estradizione per i reati politici e, per i casi in cui ci siano ragioni fondate di ritenere che l’estradando sarà sottoposto a pratiche che violino o limitino la sua libertà personale e sull’art. 705 c.p.p. che fissa le condizioni per potere effettivamente acconsentire alla decisione sull’estradizione.
Saranno oggetto di approfondimento nei restanti capitoli invece le norme poste a tutela dei diritti fondamentali all’interno della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani, scegliendo di analizzare in particolare gli articoli 2, 3 e 6. In questo ambito si partirà da un’analisi generale dei diritti tutelati dalle norme in questione – e quindi il diritto alla vita, il diritto a non essere sottoposto a tortura o ad altri trattamenti inumani, crudeli o degradanti, e il diritto ad un equo processo – per poi analizzarne lo specifico ambito di applicazione. Analizzando poi alcuni casi giurisprudenziali della Corte di Strasburgo, si metterà in luce il difficile rapporto che intercorre tra l’esigenza di garantire l’ordine pubblico internazionale tramite l’istituto di carattere penale dell’estradizione e l’esigenza di tutelare la sfera dei diritti fondamentali degli individui che spesso possono essere lesi in questo ambito.

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