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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03142023-215133


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CALDARARO, LAURA
URN
etd-03142023-215133
Titolo
Caratterizzazione fenotipica della distrofia muscolare facioscapolomerale per la selezione di misure di esito negli studi clinici: studio retrospettivo di una coorte di pazienti
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Siciliano, Gabriele
correlatore Dott.ssa Ricci, Giulia
Parole chiave
  • risonanza magnetica muscolare
  • misure di esito
  • distrofia muscolare facioscapolomerale
  • trial clinici
Data inizio appello
04/04/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/04/2026
Riassunto
La distrofia muscolare facioscapolomerale è una delle più comuni forme di distrofia dell’adulto. È una patologia a trasmissione autosomica dominante a penetranza incompleta e presenta un’estrema variabilità clinica. Il processo di degenerazione muscolare, seppur lento, è progressivo, e induce una debolezza muscolare che caratteristicamente coinvolge la muscolatura del volto, del cingolo scapolare e degli arti inferiori. Dal punto di visto genetico, la malattia è causata da una riduzione del numero di ripetizioni D4Z4 sul cromosoma 4q35 e, in base all’attuale ipotesi patogenetica, tale delezione favorisce l’espressione del gene DUX4 con azione citotossica nei miociti.
Ad oggi, non sono approvate terapie efficaci per l’FSHD, ma la scoperta dei fattori genetici e molecolari implicati nella degenerazione muscolare ha portato ad un interesse crescente della ricerca farmaceutica con l’obiettivo di sviluppare terapie più mirate.
Partendo da tali premesse, lo scopo della presente tesi è la selezione di misure di esito adatte all’impiego nelle sperimentazioni cliniche, a partire dalla caratterizzazione fenotipica di una coorte di 41 pazienti, regolarmente seguiti presso l’UO di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
Del campione considerato, sono state prese in analisi le caratteristiche genetiche, il fenotipo di malattia sulla base delle categorie cliniche, la severità di malattia attraverso scale cliniche quali l’FSHD score e il Ricci score e il pattern di coinvolgimento muscolare alla RM muscolare degli arti inferiori tramite lo score Mercuri che valuta il grado di infiltrazione adiposa nel muscolo. Inoltre, per 36 pazienti sono stati esaminati i dati clinici di follow up per un periodo di quattro anni.
L'analisi dei dati raccolti ha permesso di osservare una scarsa correlazione tra genotipo (numero di unità ripetute D4Z4) e fenotipo di malattia, la presenza di malattia tendenzialmente più grave nel fenotipo classico (categoria A) rispetto al fenotipo incompleto (categoria B), una maggiore sensibilità dell’FSHD score rispetto allo score di Ricci nell’individuare la progressione della malattia al follow up e una tendenza ad un’evoluzione più rapida nei maschi rispetto alle femmine. La RM muscolare ha permesso di ottenere un quadro preciso dei distretti muscolari più comunemente coinvolti dalla malattia, l’individuazione di differenze nel pattern di infiltrazione adiposa sulla base della categoria clinica e la presenza di una correlazione positiva tra lo score Mercuri e gli score clinici.
I risultati della presente tesi sono coerenti con la letteratura recente e permettono di trarre alcune considerazioni sulle misure di esito prese in esame. Emerge la superiorità dell’FSHD score rispetto al Ricci score nel cogliere le variazioni della malattia nel tempo, ma il suo impiego come outcome clinico potrebbe essere limitato dalla necessità di lunghi periodi di osservazione. Tale dato necessita di essere confermato su campioni più ampi e periodi più lunghi di follow up.
La risonanza magnetica muscolare è una metodica sicura, non invasiva e facilmente riproducibile, che può essere un biomarcatore affidabile per monitorare la progressione della malattia e sensibile nel coglierne le minime variazione. Per tutte queste caratteristiche sta emergendo il suo impiego come utile misura di esito nella composizione dei nuovi trial clinici. La variabilità clinica e la complessità genetica della malattia implicano un’attenta valutazione dei criteri di inclusione e della scelta delle misure di esito nella preparazione di un trial clinico, che non può prescindere da un’accurata conoscenza della storia naturale di malattia e delle varie forme cliniche.
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