Tesi etd-03142011-103537 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
MORELLI, MARIA BEATRICE
URN
etd-03142011-103537
Titolo
Infrastrutture viarie e avifauna nidificante: il caso dell'occhione (Burhinus oedicnemus)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE BIOLOGICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Caccamo, Chiara
relatore Dott. Giunchi, Dimitri
relatore Dott. Giunchi, Dimitri
Parole chiave
- Burhinus oedicnemus
- infrastrutture viarie
- occhione
- valutazione di incidenza
Data inizio appello
14/04/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2051
Riassunto
Tra le principali cause di origine antropica che oggi minacciano la diversità biologica vi è la frammentazione degli ambienti naturali anche ad opera di infrastrutture viarie. Diventa quindi importante compiere ricerche specifiche allo scopo di valutare le possibili interferenze delle reti infrastrutturali sulla fauna, fin dalle fasi di progettazione, allo scopo di definire efficaci misure di gestione.
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare l’impatto della costruzione di un’opera viaria, in un sito di rete Natura 2000, studiandone gli effetti su una specie ornitica nidificante. L’opera in esame é costituita dal ponte sul fiume Taro facente parte del progetto relativo al collegamento tra la S.S. n°62 della Cisa e la S.P. n°357/R di Fornovo (tratto tra Collecchio - Medesano – Noceto, provincia di Parma). Questa struttura è stata realizzata negli anni 2006-2008 all’interno del Parco Fluviale Regionale del Taro (PR), classificato anche come SIC-ZPS IT 4020021 Medio Taro. La specie oggetto di studio è stata l’occhione (Burhinus oedicnemus), una specie ornitica d’interesse conservazionistico sia a livello europeo sia nazionale, la cui consistenza numerica e areale sono andati contraendosi in quasi tutta l’Europa negli ultimi 20-30 anni, soprattutto a causa della perdita di habitat e del suo degrado. Per queste ragioni la specie è inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, come specie particolarmente protetta. Inoltre è classificato come SPEC3 da BirdLife International (2004), cioè come specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole. A livello nazionale, l’occhione, fa parte della Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia come specie in pericolo, soprattutto a causa della frammentazione del suo areale su tutto il territorio nazionale. Nel Parco del Taro la specie nidifica principalmente nel greto e quindi questa popolazione potrebbe essere la più direttamente interessata dall’opera, sia per sottrazione di habitat di nidificazione, che per l’eventuale modifica dell'assetto fluviale.
I dati sono stati raccolti nel periodo 2004-2010, che comprende la fase precedente alla costruzione dell’opera, la fase di cantierizzazione e i primi due anni della fase di esercizio. I parametri considerati nell’analisi sono stati: 1) la consistenza numerica delle coppie nidificanti, stimata con il metodo del conteggio per stazioni di ascolto; 2) la distribuzione dei siti di nidificazione, ottenuta tramite mappaggio; 3) il tasso di sopravvivenza della covata, valutata attraverso monitoraggi periodici di un campione di nidi.
I risultati ottenuti non sembrano dimostrare un impatto significativo dell’opera in esame, suggerendo che la specie sia in grado di far fronte a significativi cambiamenti dell’habitat di nidificazione. Ciò sembra trovare conferma nella recente inversione del trend della specie a livello europeo e nazionale che potrebbe sottintendere una capacità dell’animale di adattarsi ad ambienti sub-ottimali e relativamente antropizzati in assenza di quelli più propriamente tipici, ormai in forte contrazione a livello europeo.
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare l’impatto della costruzione di un’opera viaria, in un sito di rete Natura 2000, studiandone gli effetti su una specie ornitica nidificante. L’opera in esame é costituita dal ponte sul fiume Taro facente parte del progetto relativo al collegamento tra la S.S. n°62 della Cisa e la S.P. n°357/R di Fornovo (tratto tra Collecchio - Medesano – Noceto, provincia di Parma). Questa struttura è stata realizzata negli anni 2006-2008 all’interno del Parco Fluviale Regionale del Taro (PR), classificato anche come SIC-ZPS IT 4020021 Medio Taro. La specie oggetto di studio è stata l’occhione (Burhinus oedicnemus), una specie ornitica d’interesse conservazionistico sia a livello europeo sia nazionale, la cui consistenza numerica e areale sono andati contraendosi in quasi tutta l’Europa negli ultimi 20-30 anni, soprattutto a causa della perdita di habitat e del suo degrado. Per queste ragioni la specie è inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, come specie particolarmente protetta. Inoltre è classificato come SPEC3 da BirdLife International (2004), cioè come specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole. A livello nazionale, l’occhione, fa parte della Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia come specie in pericolo, soprattutto a causa della frammentazione del suo areale su tutto il territorio nazionale. Nel Parco del Taro la specie nidifica principalmente nel greto e quindi questa popolazione potrebbe essere la più direttamente interessata dall’opera, sia per sottrazione di habitat di nidificazione, che per l’eventuale modifica dell'assetto fluviale.
I dati sono stati raccolti nel periodo 2004-2010, che comprende la fase precedente alla costruzione dell’opera, la fase di cantierizzazione e i primi due anni della fase di esercizio. I parametri considerati nell’analisi sono stati: 1) la consistenza numerica delle coppie nidificanti, stimata con il metodo del conteggio per stazioni di ascolto; 2) la distribuzione dei siti di nidificazione, ottenuta tramite mappaggio; 3) il tasso di sopravvivenza della covata, valutata attraverso monitoraggi periodici di un campione di nidi.
I risultati ottenuti non sembrano dimostrare un impatto significativo dell’opera in esame, suggerendo che la specie sia in grado di far fronte a significativi cambiamenti dell’habitat di nidificazione. Ciò sembra trovare conferma nella recente inversione del trend della specie a livello europeo e nazionale che potrebbe sottintendere una capacità dell’animale di adattarsi ad ambienti sub-ottimali e relativamente antropizzati in assenza di quelli più propriamente tipici, ormai in forte contrazione a livello europeo.
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