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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03132012-153726


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
CASTELLINI, LAURA
URN
etd-03132012-153726
Titolo
TRATTAMENTO CHIRURGICO DEI FORI MACULARI E DELLE MEMBRANE EPIRETINICHE: RISULTATI ANATOMICI E FUNZIONALI
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
OFTALMOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Nardi, Marco
Parole chiave
  • membrane epiretiniche
  • vitrectomia
  • pucker
Data inizio appello
03/04/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
Il pucker maculare (o membrana epiretinica) è una sottile membrana che si sviluppa sulla macula provocandone la progressiva distorsione a causa delle trazioni esercitate sulla superficie retinica. La sua insorgenza può essere spontanea (in genere dopo i 50 anni) o secondaria a processi infiammatori, esiti di interventi chirurgici come il distacco di retina o trattamenti laser (soprattutto se molto estesi). I sintomi principali sono una lenta ma progressiva distorsione delle immagini nella zona centrale (metamorfopsie) e la compromissione dell'acuità visiva.
I fori maculari legati all’età sono dovuti a una deiscenza della neuroretina all’altezza della fovea che si manifesta in pazienti di mezza età e più comunemente nelle donne. Sono bilaterali nel 10% dei casi e di solito compaiono a 18 mesi di distanza l’uno dall’altro. I pazienti mostrano vista confusa, distorsione o uno scotoma centrale. La patologia sottostante sembra essere una trazione vitreofoveale tangenziale prima che si verifichi un distacco posteriore di vitreo, che causa scissione (deiscenza) nella retina o l’avulsione della neuro retina.
L'evoluzione spontanea di queste patologie può portare ad importanti limitazioni della lettura con acuità visiva inferiore ad 1⁄10, con danni irreversibili per il tessuto nervoso retinico. L'unico trattamento è quello chirurgico e si basa sulla vitrectomia.
Il nostro studio si è proposto di valutare l’efficacia funzionale e morfologica dell’intervento di vitrectomia per foro e pucker maculare in pazienti sottoposti a tale procedura chirurgica presso l’Unità operativa Universitaria di Pisa, nel periodo compreso tra l’inizio del 2010 e la fine del 2011. La diagnosi, il follow up, la pianificazione del timing chirurgico si sono avvalsi, oltre che della visita oculistica completa, della tomografia a coerenza ottica (OCT).