Tesi etd-03122021-111136 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
RUSCIO, BENEDETTA
URN
etd-03122021-111136
Titolo
La valutazione precoce dei pazienti con malattia di Crohn trattati con Ustekinumab è in grado di predire la risposta terapeutica ad un anno
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore de Bortoli, Nicola
correlatore Bertani, Lorenzo
correlatore Bertani, Lorenzo
Parole chiave
- calprotectina fecale (faecal calprotectin)
- malattia di Crohn (Crohn's disease)
- ustekinumab
Data inizio appello
13/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/04/2091
Riassunto
Background e scopo dello studio - le terapie biologiche sono ampiamente utilizzate per il trattamento della MC, l’ustekinumab costituisce attualmente una valida alternativa terapeutica nella MC. Nella pratica clinica, sempre più spesso la decisione di intraprendere uno step-up terapeutico viene presa in funzione di criteri non solo clinici, bensì di tipo clinico, laboratoristico e strumentale. Le potenzialità di questo monitoraggio laboratoristico della MC consistono nella possibilità di predire la risposta terapeutica in termini di mucosal healing (MH), con biomarker rapidi e non invasivi, per identificare precocemente i pazienti non responsivi orientandoli in tal caso verso una dose escalation o verso farmaci alternativi. Ad oggi manca ancora un marker affidabile in grado di predire il risultato terapeutico alle terapie biologiche, per cui la ricerca di biomarcatori di infiammazione è attualmente uno dei principali obiettivi dei medici nell’ambito della MC per attuare strategie più efficaci e mirate, in modo tale da aprire la strada alla personalizzazione della terapia nella MC. Lo scopo di questo studio prospettico è stato di valutare il ruolo della calprotectina fecale (CF) e della proteina C reattiva (PCR) come marcatori precoci di MH e RC.
Materiali e metodi – 28 pazienti affetti da MC moderata/severa, precedentemente trattati con almeno un farmaco anti-TNFα, hanno intrapreso la terapia a base di ustekinumab e sono stati seguiti prospetticamente per un anno. Come endpoint primario è stato scelto il MH dopo 48 settimane di trattamento con UST, mentre come endpoint secondario è stata scelta la valutazione della RC dopo 48 settimane di trattamento.
Risultati - A 48 settimane di trattamento con UST, 17/28 (60,7%) pazienti sono risultati responders in quanto presentavano un SES-CD inferiore a 6 (mean SES-CD 4.3±1.2), mentre 11/28 (39,3%) pazienti sono risultati non-responders alla terapia (mean SES CD 14.6±3.7), in termini di MH. Per quanto riguarda la RC (valutata come CDAI < 150), a 48 settimane 22/28 (78.6%) sono risultati responders, mentre 6/28 (21.4%) sono stati non-responders alla terapia. Nel gruppo dei soggetti definiti responders sulla base del MH il 100% presentava risposta clinica, mentre la risposta clinica era presente in 5/11 (45.5%) dei soggetti definiti non-responders sulla base del MH.
Conclusione - Questo studio prospettico, seppur con un campione poco numeroso, ha evidenziato come la CF e la PCR possano essere utili biomarcatori nell'ottica di predire la risposta al trattamento con UST nei pazienti con MC, in termini di MH e pertanto se ne incoraggia l'uso in pratica clinica al fine di ottimizzare il trattamento e personalizzare la terapia.
Materiali e metodi – 28 pazienti affetti da MC moderata/severa, precedentemente trattati con almeno un farmaco anti-TNFα, hanno intrapreso la terapia a base di ustekinumab e sono stati seguiti prospetticamente per un anno. Come endpoint primario è stato scelto il MH dopo 48 settimane di trattamento con UST, mentre come endpoint secondario è stata scelta la valutazione della RC dopo 48 settimane di trattamento.
Risultati - A 48 settimane di trattamento con UST, 17/28 (60,7%) pazienti sono risultati responders in quanto presentavano un SES-CD inferiore a 6 (mean SES-CD 4.3±1.2), mentre 11/28 (39,3%) pazienti sono risultati non-responders alla terapia (mean SES CD 14.6±3.7), in termini di MH. Per quanto riguarda la RC (valutata come CDAI < 150), a 48 settimane 22/28 (78.6%) sono risultati responders, mentre 6/28 (21.4%) sono stati non-responders alla terapia. Nel gruppo dei soggetti definiti responders sulla base del MH il 100% presentava risposta clinica, mentre la risposta clinica era presente in 5/11 (45.5%) dei soggetti definiti non-responders sulla base del MH.
Conclusione - Questo studio prospettico, seppur con un campione poco numeroso, ha evidenziato come la CF e la PCR possano essere utili biomarcatori nell'ottica di predire la risposta al trattamento con UST nei pazienti con MC, in termini di MH e pertanto se ne incoraggia l'uso in pratica clinica al fine di ottimizzare il trattamento e personalizzare la terapia.
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