Tesi etd-03122009-110711 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FLORIDIA, EBEL
URN
etd-03122009-110711
Titolo
Variazioni della γ-glutamiltransferasi sierica e delle sue frazioni in soggetti sottoposti a trapianto di midollo emopoietico
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
Relatore Prof. Paolicchi, Aldo
Parole chiave
- GGT
- TMO
Data inizio appello
02/04/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
02/04/2049
Riassunto
La γ−glutamiltrasferasi (GGT), è un enzima della superficie cellulare coinvolto nell’omeostasi cellulare del glutatione (GSH). La GGT presente nel siero è quella rilasciata dalle membrane cellulari dei parenchimi di vari organi tra cui fegato, rene, pancreas. Sull’endotelio sono presenti recettori per le sialoglicoproteine che rimuovono velocemente la GGT proveniente dai vari organi eccetto quella epatica perché ha un alto contenuto di acido sialico. Di conseguenza le variazioni dei livelli di GGT serica riflettono le modificazioni quantitative della produzione o del rilascio dell’enzima nel sangue principalmente da parte del fegato.
La GGT presente nel siero è in minima parte solubile, mentre la parte più consistente è in complessi simili alle proteine VLDL, LDL e HDL, che vengono determinati come frazioni di GGT di diversi peso molecolare.
L’espressione di elevati livelli di GGT è stata riscontrata in un gran numero di tumori maligni, quali tumori dell’ovaio, del colon, del polmone, del fegato, sarcomi, melanomi e leucemie. In alcuni casi l’attività della GGT appare più alta nelle metastasi che nelle corrispondenti localizzazioni primarie e un progressivo aumento della GGT e del glutatione (GSH) intracellulare sembra essere indice di una progressione della malignità del tumore. L’espressione di GGT viene perciò considerata un marcatore di progressione neoplastica in vari modelli sperimentali.
La determinazione sierica dell’attività della GGT, un test di laboratorio a basso costo sensibile e accurato, è da tempo utilizzato come indice di disfunzione epatobiliare e abuso di alcool: la GGT aumenta in situazioni patologiche quali la statosi, la colestasi, le malattie epatobiliari, le epatiti e le neoplasie epatiche, ed un suo marcato incremento, più di cinque volte il limite superiore di riferimento, si osserva nell’abuso di alcool. Inoltre è stato evidenziato un possibile ruolo patogenetico della GGT nella progressione dell’aterosclerosi e nelle sue complicanze. In particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, è stato osservato che i livelli di GGT serica possono essere correlati con un aumentato rischio di infarto del miocardio.
Nelle cellule del sangue la GGT è stata trovata nella maggior parte dei leucociti e delle piastrine, ma non negli eritrociti. In particolare è presente nelle popolazioni di neutrofili, che presentano la maggior attività; nei linfociti, per lo più nei linfociti B piuttosto che nei linfociti T; e nei monociti. All’interno di ciascun tipo cellulare però l’espressione dell’enzima è estremamene eterogenea.
Pazienti che vengono sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali midollari o periferiche da donatore volontario HLA compatibile possono andare incontro a danno epatico legato essenzialmente alla chemio o chemio/radio terapia utilizzata come “regime di condizionamento”. Il danno epatico iatrogeno può manifestarsi con incremento delle transaminasi, di GGT e di bilirubina. Un ulteriore danno epatico si può verificare dopo il trapianto, come complicanza immunologia definita come Graft Versus Host Disease (GVHD). A seconda del numero e della gravità degli organi colpiti si può definirne il grado (da I a IV), mentre si definisce GVHD acuta la malattia che si manifesta entro 100 giorni dal trapianto, e GVHD cronica se si manifesta dopo 100 giorni dal trapianto. Generalmente una percentuntale dal 10 al 80% dei pazienti sottoposti ad trapianto allogenico svilupperanno questa malattia.
Lo scopo di questa tesi è capire se esiste un pattern di espressione caratteristico in diversi tessuti danneggiati (cute, stomaco, fegato, intestino, cavo orale) per le varie frazioni di GGT.
La GGT presente nel siero è in minima parte solubile, mentre la parte più consistente è in complessi simili alle proteine VLDL, LDL e HDL, che vengono determinati come frazioni di GGT di diversi peso molecolare.
L’espressione di elevati livelli di GGT è stata riscontrata in un gran numero di tumori maligni, quali tumori dell’ovaio, del colon, del polmone, del fegato, sarcomi, melanomi e leucemie. In alcuni casi l’attività della GGT appare più alta nelle metastasi che nelle corrispondenti localizzazioni primarie e un progressivo aumento della GGT e del glutatione (GSH) intracellulare sembra essere indice di una progressione della malignità del tumore. L’espressione di GGT viene perciò considerata un marcatore di progressione neoplastica in vari modelli sperimentali.
La determinazione sierica dell’attività della GGT, un test di laboratorio a basso costo sensibile e accurato, è da tempo utilizzato come indice di disfunzione epatobiliare e abuso di alcool: la GGT aumenta in situazioni patologiche quali la statosi, la colestasi, le malattie epatobiliari, le epatiti e le neoplasie epatiche, ed un suo marcato incremento, più di cinque volte il limite superiore di riferimento, si osserva nell’abuso di alcool. Inoltre è stato evidenziato un possibile ruolo patogenetico della GGT nella progressione dell’aterosclerosi e nelle sue complicanze. In particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, è stato osservato che i livelli di GGT serica possono essere correlati con un aumentato rischio di infarto del miocardio.
Nelle cellule del sangue la GGT è stata trovata nella maggior parte dei leucociti e delle piastrine, ma non negli eritrociti. In particolare è presente nelle popolazioni di neutrofili, che presentano la maggior attività; nei linfociti, per lo più nei linfociti B piuttosto che nei linfociti T; e nei monociti. All’interno di ciascun tipo cellulare però l’espressione dell’enzima è estremamene eterogenea.
Pazienti che vengono sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali midollari o periferiche da donatore volontario HLA compatibile possono andare incontro a danno epatico legato essenzialmente alla chemio o chemio/radio terapia utilizzata come “regime di condizionamento”. Il danno epatico iatrogeno può manifestarsi con incremento delle transaminasi, di GGT e di bilirubina. Un ulteriore danno epatico si può verificare dopo il trapianto, come complicanza immunologia definita come Graft Versus Host Disease (GVHD). A seconda del numero e della gravità degli organi colpiti si può definirne il grado (da I a IV), mentre si definisce GVHD acuta la malattia che si manifesta entro 100 giorni dal trapianto, e GVHD cronica se si manifesta dopo 100 giorni dal trapianto. Generalmente una percentuntale dal 10 al 80% dei pazienti sottoposti ad trapianto allogenico svilupperanno questa malattia.
Lo scopo di questa tesi è capire se esiste un pattern di espressione caratteristico in diversi tessuti danneggiati (cute, stomaco, fegato, intestino, cavo orale) per le varie frazioni di GGT.
File
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2.Riassu...tract.pdf | 76.19 Kb |
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