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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03112021-170718


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
DEL CARLO, MARIA FEDERICA
Indirizzo email
27603417@studenti.unipi.it, pejepuka@msn.com
URN
etd-03112021-170718
Titolo
efficacia e sicurezza dei cannabinoidi nel trattamento del dolore oncologico: panoramica degli studi clinici
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Bertini, Simone
Parole chiave
  • cannabinoidi nel dolore oncologico
  • dolore oncologico
  • dolore
  • Cannabinoidi
Data inizio appello
21/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/04/2091
Riassunto
Il dolore cronico che molto spesso caratterizza i pazienti oncologici può
derivare dal tumore stesso, oppure da effetti collaterali ascrivibili al
trattamento della patologia. Il dolore può presentarsi in tutte le fasi del cancro,
con la più alta prevalenza negli stadi più avanzati della malattia.
Il dolore ha ovviamente un forte impatto negativo sui diversi aspetti della
vita quotidiana, a livello fisico, funzionale ed emozionale. Si parla infatti di
“dolore totale” per descrivere la natura multidimensionale dell’esperienza del
dolore nel paziente oncologico, coprendo così i domini fisici, psicosociali e
spirituali.Per tale ragione si rendono necessarie strategie adeguate per la gestione
del dolore, in modo da ripristinare e mantenere un’accettabile qualità della
vita del paziente oncologico.
L’approccio farmacologico “a tre gradini” sviluppato fin dal 1986
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta sicuramente una
pietra angolare nelle linee guida per il trattamento del dolore oncologico
cronico. Tale approccio identifica gli oppioidi come farmaci principali per la
gestione del dolore da moderato a severo, con la possibilità di utilizzare
adiuvanti non oppioidi al bisogno. È ben noto che gli oppioidi possono
risultare problematici per vari fattori, che includono le differenze nella
risposta individuale, l’insorgenza di effetti collaterali gravi (prima fra tutte la
costipazione severa), la dipendenza e la possibilità di overdose.
Per queste ragioni, l’identificazione di classi alternative di analgesici
caratterizzati da minori effetti secondari, per alleviare efficacemente il dolore
nei pazienti oncologici rappresenta tutt’oggi una necessità clinica urgente.Oltre alle numerose evidenze aneddotiche, c’è un’ampia serie di dati
preclinici (in modelli animali di dolore acuto, cronico, neuropatico,
oncologico) che hanno dimostrato il potenziale analgesico dei derivati della
Cannabis sativa. I più studiati in tal senso sono sicuramente il Δ9-
tetraidrocannabinolo (THC) ed il cannabidiolo (CBD). Tuttavia, la loro
efficacia in questo ambito terapeutico non è stata ancora validata
ufficialmente, a supporto di un loro utilizzo nella pratica clinica corrente.
Lo scopo di questa Tesi di Laurea è stato quello di fornire una panoramica
degli studi clinici e delle revisioni sistematiche riguardanti l’efficacia e la
sicurezza dei derivati cannabinoidi (naturali e sintetici) nel trattamento del
dolore associato a patologie tumorali, dai primi piccoli studi pilota degli anni
ʼ70 fino ai più ampi studi recenti. A tale proposito, sono state prese in
considerazione alcune reviews recenti e sono stati quindi analizzati gli studi
riportati nelle reviews stesse ed altri studi aggiuntivi.Tra questi sono stati
descritti 11 studi clinici randomizzati in doppio cieco, controllati da placebo,
ed 1 studio estensivo “open label” (dal 1975 al 2018).
Ciò che è emerso in base ai dati clinici indica che senza dubbio i
cannabinoidi (in particolare THC, CBD o la loro combinazione) presentano
una certa efficacia nel ridurre il dolore cronico nei pazienti oncologici, in
particolare ai dosaggi più elevati. Si può affermare inoltre che il loro uso come
adiuvanti degli oppioidi porta a risultati positivi. Tuttavia, in alcuni casi,
l’analisi statistica non ha evidenziato alcuna differenza significativa tra il
gruppo trattato e il gruppo placebo. Inoltre, in qualche caso, si perde la
significatività statistica soprattutto per il numero limitato di soggetti studiati.Per quanto riguarda le reazioni avverse ai trattamenti riportate nei vari
studi, sono emerse essenzialmente vertigini, sonnolenza/sedazione,
nausea/vomito e problemi cognitivi/annebbiamento mentale. Nello specifico,
le reazioni avverse di tipo cognitivo/mentale hanno rappresentato, in alcuni
casi, un forte limite all’impiego clinico dei cannabinoidi, portando anche al
ritiro del paziente dallo studio in atto.
Allo stato attuale, si può quindi concludere che le evidenze cliniche
suggeriscono una certa efficacia dei cannabinoidi nel trattamento (anche
come coadiuvanti) del dolore associato al cancro. Tuttavia, le revisioni
sistematiche degli studi condotti hanno messo in luce dati spesso discordanti
e di qualità non elevata, tali da non permettere delle conclusioni univoche e
definitive sulla raccomandabilità dei cannabinoidi in questo ambito
terapeutico.
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