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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03112013-154259


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
MARCHI, BENEDETTA
URN
etd-03112013-154259
Titolo
LA SOMMINISTRAZIONE DI 25-IDROSSIVITAMINA D3 NEI BAMBINI E ADOLESCENTI CON DIABETE MELLITO TIPO 1 E IPOVITAMINOSI D RIDUCE LA REATTIVITA' CONTRO GLI AUTOANTIGENI DELLE INSULE PANCREATICHE
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
PEDIATRIA
Relatori
relatore Prof. Federico, Giovanni
Parole chiave
  • vitamin D
  • type 1 diabetes mellitus
  • diabete mellito tipo 1
  • vitamina D
Data inizio appello
26/03/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il diabete mellito tipo 1 (DM1), la forma più frequente di diabete in età evolutiva, origina dalla progressiva distruzione, su base autoimmune, delle beta-cellule pancreatiche. L'eziopatogenesi rimane ancora oggi sco¬nosciuta, anche se si riconosce una predisposizione a svi¬luppare tale con¬dizione nella presenza di particolari aplotipi HLA e se ne suppone il le¬game con alcuni fattori ambientali tra cui il deficit di vita¬mina D. Studi recenti hanno dimostrato che la vitamina D, oltre alla or¬mai riconosciuta azione a livello del metabolismo fosfo-calcico, possiede numerose altre proprietà antiinfiammatorie e immunomodulanti.
Scopi dello studio: Gli scopi del presente lavoro di tesi sono stati quelli di valutare se la somministrazione di vitamina D, in soggetti con DM1 e ipovitaminosi D, potesse modulare la risposta delle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) ad antigeni espressi dalle beta-cellule come la proinsulina, l'IA-2 e il GAD-65 e se potesse preservare la funzione delle beta-cellule pancreatiche residue.
Pazienti e metodi: Sono stati arruolati nello studio 15 pazienti affetti da DM1 (10 femmine e 5 maschi) con età media di 12+0,9 anni, con durata di malattia di 0,7+0,2 anni, emoglobina glicosilata (HbA1c) pari a 7,6+1,3%, un certo grado di funzionalità beta-cellulare residua (peptide-C con valore di 0,29+0,08 nmol/L) e un fabbisogno insulinico <1UI/kg/die (0,5+0,06 UI/kg/die). Di questi, 8 presentavano un deficit di vitamina D [valori di 25(OH)D3 pari a 14+4,5 ng/mL]. Nei pazienti con deficit di vitamina D, questa è stata somministrata sotto forma di 25(OH)D3 fino a raggiungere concentrazioni sieriche tra 50 e 80 ng/mL. In tutti i soggetti è stata valutata la reattività delle PBMC agli antigeni espressi dalle beta-cellule con metodica ELISpot (numero di spot per l'IFN-γ/200.000 PBMC) ed è stato dosato il livello sierico di peptide-C basale e dopo pasto misto per valutare la funzionalità beta-cellulare resid¬ua. Nei pazienti con deficit di vitamina D queste indagini sono state ripetute dopo tre mesi di supplementazione con 25(OH)D3.
Risultati: La reattività delle PBMC nei confronti degli antigeni insulari è risultata significativamente maggiore nei soggetti con ipovitaminosi D rispetto ai pazienti non deficitari, con una correlazione inversa significa¬tiva tra il numero di spot per l'IFN-γ e i livelli di 25(OH)D3. Dopo la somministrazione di vitamina D è stata osservata inoltre una riduzione significativa del numero di spot in risposta alla proinsulina e al GAD-65. A 12 mesi di terapia con vitamina D il fabbisogno insulinico giorna¬liero era ridotto rispetto a quello pre-supplementazione, con una correla¬zione inversa significativa con i livelli di 25(OH)D3, in presenza di valo¬ri sierici di peptide-C basale e dopo somministrazione di un pasto misto sovrapponibili ai dati ottenuti all'inizio dello studio.
Conclusioni: I risultati del presente lavoro di tesi suggeriscono che la presenza di un adeguato stato vitaminico D sia importante per modulare la reat¬tività del sistema immunitario verso gli antigeni delle beta-cellule. La vi¬tamina D eserciterebbe infatti un effetto preventivo nei confronti del DM1 nei soggetti sani, ed un'azione protettiva nei confronti della funzio¬nalità beta-cellulare residua in quelli che hanno già sviluppato la ma¬lattia.
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