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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03102024-182845


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MORANA, ANDREA
URN
etd-03102024-182845
Titolo
Differenze di genere nella Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno: uno studio retrospettivo osservazionale monocentrico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Bonanni, Enrica
Parole chiave
  • differenze di genere
  • Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno
Data inizio appello
26/03/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/03/2094
Riassunto
La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno è ad elevata prevalenza nella popolazione generale e si associa ad importanti comorbidità cardiovascolari e ad una ridotta qualità e aspettativa di vita.
Tradizionalmente in letteratura e nella pratica clinica la sindrome è considerata a maggior prevalenza nel genere maschile, con il rischio di trascurare la sintomatologia nelle donne, di sottodiagnosi e sottotrattamento in queste ultime. Recenti studi hanno voluto respingere questo paradigma riconoscendo che le OSAS hanno una prevalenza più elevata rispetto a quanto si pensasse inizialmente nel sesso femminile e individuando le possibili cause di questa tendenza alla sottodiagnosi: è possibile che questa sia in parte dovuta a fattori sia clinici, come una presentazione clinica con sintomi considerati ‘atipici’ che ricorrono più frequentemente nelle donne, sia a fattori socio-culturali che porterebbero alcune donne a ridimensionare alcuni sintomi durante l’indagine anamnestica. Caratteristiche più frequenti della sindrome nelle donne sarebbero affaticabilità diurna, insonnia, flessione del tono dell’umore, problemi respiratori ed una riduzione consistente della qualità di vita.
La tesi presenta uno studio monocentrico retrospettivo condotto su pazienti affetti da OSAS che abbiano fatto adattamento a terapia con dispositivo PAP presso il Centro del Sonno della UO di Neurologia dell'Ospedale Santa Chiara di Pisa.
Nello studio presentato in questa tesi sono state analizzate i dati di 199 pazienti con OSAS seguiti presso questo centro, Sono state messe a confronto tramite le sottopopolazioni di sesso maschile e femminile e riportate, quando presenti, le differenze significative i due sottogruppi. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quanto precedentemente riportato nella letteratura e con le evidenze emerse durante studi più ampi.
Lo studio condotto in questa sede descrive un fenotipo e profilo demografico simile in entrambi i sessi, con una presentazione classica della sindrome. I pazienti avevano un’età mediana di 59.5 (51.0-69.2) anni, il 23.6% era costituito da donne. I pazienti presentvano OSAS grave con AHI mediano pari a 45.9 (31.0-66.0). Solo il 23.0% dei pazienti ha rifiutato il trattamento con CPAP. Dopo 6 (4-10) mesi 85 pazienti hanno eseguito la visita di follow-up.
Non erano presenti differenze significative anche nella compliance e aderenza al trattamento fra uomini e donne, con ompliance ed efficacia della terapia siano risultate buone, con utilizzo della CPAP con un uso mediano pari a 5.3 (4.4-6.3) ore per notte della CPAP e una riduzione degli indici strumentali con AHI residuo pari a 3.3 (1.3-8.1)
Alcune caratteristiche cliniche e comorbidità, peraltro insidiose e di grande impatto sulla salute a lungo termine sono risultate maggiormente prevalenti nelle pazienti donne, prima tra tutte la COMISA: il 13.6% dei pazienti ne soffriva, con una prevalenza femminile maggiore (25.5% contro 9.9%, p= 0.006). Inoltre, le donne riportavano una minore percentuale di pause apnoiche riferite (64.0% vs 73.1%, p 0.047) e, tra le comorbidità, maggiore ipotiroidismo (15.0% vs 3.3.% p 0.005).
In questo studio, nonostante le donne con OSAS avessero caratteristiche cliniche sovrapponibili agli uomini, probabilmente in ragione del grado grave di OSAS presentato, emergono comunque delle differenze. Alcune patologie a maggiore prevalenza femminile, come insonnia e ipotiroidismo, infatti, sembrano comunque influenzare il quadro clinico di OSAS e vanno tenute in considerazione.
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