Tesi etd-03102017-180222 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
ROMEO, SALVATORE OSVALDO
URN
etd-03102017-180222
Titolo
Il ruolo della Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing (FEES) e della High-resolution Manometry (HRM) nella diagnostica della disfagia faringea nelle malattie neurodegenerative
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Fattori, Bruno
correlatore Dott. Nacci, Andrea
correlatore Dott. Nacci, Andrea
Parole chiave
- disfagia faringea
- FEES
- Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing
- High-resolution Manometry
- HRM
- Malattia di Parkinson
- malattie neurodegenerative
Data inizio appello
11/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Più dell’80% dei pazienti affetti da patologie neurodegenerative sviluppa disfagia nel corso della propria malattia. I disordini della deglutizione comportano una riduzione della qualità della vita, rendono complicata l’assunzione dei farmaci per via orale, implicano uno stato di malnutrizione e disidratazione, oltre ad un aumentato rischio di inalazione del bolo, con conseguente maggior rischio di insorgenza di polmoniti “ab ingestis”, riconosciute come una delle maggiori cause di morte nella Malattia di Parkinson.
L’atto deglutitorio, d’altra parte, è un processo complesso, mosso da un fine gioco di pressioni e che richiede una precisa coordinazione di contrazione\rilasciamento muscolare a livello delle strutture implicate, al fine di consentire una efficace progressione del bolo dalla cavità orale fino in esofago.
L'obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare la disfagia faringea in un gruppo di pazienti affetti da patologie neurodegenerative (Malattia di Parkinson e Parkinsonismi) utilizzando e confrontando tra loro i risultati di due diverse metodiche di indagine: Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing (FEES) e High-Resolution Manometry (HRM).
La FEES e la Videofluoroscopia (VFS) sono considerati gli esami gold standard per lo studio della disfagia faringea e orofaringea. La FEES è un esame di tipo qualitativo che fornisce precise immagini endoscopiche degli atti deglutitori del paziente, consentendo in modo semplice ed accurato di valutare eventuali alterazioni dell’atto deglutitorio. La HRM, esame che solo recentemente è stato proposto per lo studio della disfagia faringea, è, invece, un esame di tipo quantitativo che fornisce valori pressori dei vari distretti anatomici coinvolti nell’atto deglutitorio, analizzando i quali è possibile ottenere informazioni importanti e molto accurate circa la funzionalità di tali distretti. Infatti, la HRM permette di ricavare informazioni inerenti la forza di contrazione e l'efficacia delle fasi di rilasciamento delle strutture muscolari, andando così a valutare la validità della spinta prodotta dai muscoli preposti alla progressione del bolo e il rilassamento delle strutture che devono invece essere pervie durante l’atto deglutitorio. Attraverso la HRM, quindi, è possibile potenzialmente ricavare importanti informazioni di natura fisiopatologica relative al processo deglutitorio nei pazienti disfagici.
In questa tesi ho valutato la disfagia faringea per boli di varie consistenze (liquido, semisolido e solido) con la FEES e la HRM in un gruppo di pazienti affetti da Malattia di Parkinson e Parkinsonismi, operando un confronto tra le informazioni fornite dall’uno e dall’altro esame, nell’intento di individuare correlazioni e/o discordanze tra i reperti endoscopici e quelli manometrici. Inoltre, studiando i risultati della HRM, ho ottenuto informazioni relative alla funzionalità delle strutture muscolari coinvolte nella deglutizione in questo gruppo di pazienti, al fine di elaborare una ipotesi fisiopatologica sulla causa della disfagia presente nei soggetti affetti da Sindromi Parkinsoniane.
Nei pazienti neurodegenerativi arruolati nello studio con anamnesi positiva per disfagia, la HRM risultava patologica anche quando la FEES dava un risultato completamente negativo. Lo studio delle pressioni massime (Pmax) e medie (P-pre \ P-in \ P-post) rilevate a livello delle strutture faringee coinvolte nella deglutizione ha fornito informazioni di notevole rilevanza sia nei pazienti con esame video-endoscopico normale, sia in quelli con FEES moderatamente o francamente patologica. In particolare, le Pressioni massime rilevate a livello del velo palatino, del pistone linguale, dell’ipofaringe e dello sfintere esofageo superiore erano nettamente ridotte rispetto ai soggetti normali (p < 0,0001). Questo dato era confermato per tutti i boli testati, indipendentemente dalla consistenza, ad esprimere un deficit funzionale di spinta muscolare: in tutti i soggetti in studio affetti da sindromi parkinsoniane la forza propulsiva fornita al bolo, indipendentemente dalla sua consistenza, è nettamente ridotta in particolare per deficit della base lingua. Andando, poi, ad analizzare le Pressioni medie prima, durante e dopo il passaggio del bolo (P-pre, P-in, P-post) abbiamo ottenuto informazioni importanti sulla fisiopatologia della disfagia che caratterizza questi pazienti. Infatti, a livello del muscolo cricofaringeo abbiamo osservato un aumento altamente significativo, rispetto ai soggetti normali, soprattutto per la pressione intrabolo (P-in) (p < 0.0001) indipendentemente dal tipo di consistenza, espressione di un mancato perfetto rilasciamento dello sfintere esofageo superiore. Questi dati manometrici dimostrano che la presenza dei ristagni, la riduzione della progressione del bolo in faringe e il conseguente rischio di inalazione sono causati in parte dalla mancata spinta a livello del pistone linguale e del velo palatino e, in parte, dal mancato adeguato rilasciamento dello sfintere esofageo superiore, ed in particolare del muscolo cricofaringeo, che fa sì che il bolo possa trovare come via alternativa alla sua progressione, le vie respiratorie, con conseguente penetrazione\inalazione. Tali dati manometrici, altamente significativi, sono rilevati anche quando la FEES risulta ancora nella norma, ciò a sottolineare che l’alterata dinamica muscolare dei distretti faringei giustifica e spiega i quadri di disfagia ancor prima che l’esame videoendoscopico della deglutizione risulti patologico.
L’atto deglutitorio, d’altra parte, è un processo complesso, mosso da un fine gioco di pressioni e che richiede una precisa coordinazione di contrazione\rilasciamento muscolare a livello delle strutture implicate, al fine di consentire una efficace progressione del bolo dalla cavità orale fino in esofago.
L'obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare la disfagia faringea in un gruppo di pazienti affetti da patologie neurodegenerative (Malattia di Parkinson e Parkinsonismi) utilizzando e confrontando tra loro i risultati di due diverse metodiche di indagine: Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing (FEES) e High-Resolution Manometry (HRM).
La FEES e la Videofluoroscopia (VFS) sono considerati gli esami gold standard per lo studio della disfagia faringea e orofaringea. La FEES è un esame di tipo qualitativo che fornisce precise immagini endoscopiche degli atti deglutitori del paziente, consentendo in modo semplice ed accurato di valutare eventuali alterazioni dell’atto deglutitorio. La HRM, esame che solo recentemente è stato proposto per lo studio della disfagia faringea, è, invece, un esame di tipo quantitativo che fornisce valori pressori dei vari distretti anatomici coinvolti nell’atto deglutitorio, analizzando i quali è possibile ottenere informazioni importanti e molto accurate circa la funzionalità di tali distretti. Infatti, la HRM permette di ricavare informazioni inerenti la forza di contrazione e l'efficacia delle fasi di rilasciamento delle strutture muscolari, andando così a valutare la validità della spinta prodotta dai muscoli preposti alla progressione del bolo e il rilassamento delle strutture che devono invece essere pervie durante l’atto deglutitorio. Attraverso la HRM, quindi, è possibile potenzialmente ricavare importanti informazioni di natura fisiopatologica relative al processo deglutitorio nei pazienti disfagici.
In questa tesi ho valutato la disfagia faringea per boli di varie consistenze (liquido, semisolido e solido) con la FEES e la HRM in un gruppo di pazienti affetti da Malattia di Parkinson e Parkinsonismi, operando un confronto tra le informazioni fornite dall’uno e dall’altro esame, nell’intento di individuare correlazioni e/o discordanze tra i reperti endoscopici e quelli manometrici. Inoltre, studiando i risultati della HRM, ho ottenuto informazioni relative alla funzionalità delle strutture muscolari coinvolte nella deglutizione in questo gruppo di pazienti, al fine di elaborare una ipotesi fisiopatologica sulla causa della disfagia presente nei soggetti affetti da Sindromi Parkinsoniane.
Nei pazienti neurodegenerativi arruolati nello studio con anamnesi positiva per disfagia, la HRM risultava patologica anche quando la FEES dava un risultato completamente negativo. Lo studio delle pressioni massime (Pmax) e medie (P-pre \ P-in \ P-post) rilevate a livello delle strutture faringee coinvolte nella deglutizione ha fornito informazioni di notevole rilevanza sia nei pazienti con esame video-endoscopico normale, sia in quelli con FEES moderatamente o francamente patologica. In particolare, le Pressioni massime rilevate a livello del velo palatino, del pistone linguale, dell’ipofaringe e dello sfintere esofageo superiore erano nettamente ridotte rispetto ai soggetti normali (p < 0,0001). Questo dato era confermato per tutti i boli testati, indipendentemente dalla consistenza, ad esprimere un deficit funzionale di spinta muscolare: in tutti i soggetti in studio affetti da sindromi parkinsoniane la forza propulsiva fornita al bolo, indipendentemente dalla sua consistenza, è nettamente ridotta in particolare per deficit della base lingua. Andando, poi, ad analizzare le Pressioni medie prima, durante e dopo il passaggio del bolo (P-pre, P-in, P-post) abbiamo ottenuto informazioni importanti sulla fisiopatologia della disfagia che caratterizza questi pazienti. Infatti, a livello del muscolo cricofaringeo abbiamo osservato un aumento altamente significativo, rispetto ai soggetti normali, soprattutto per la pressione intrabolo (P-in) (p < 0.0001) indipendentemente dal tipo di consistenza, espressione di un mancato perfetto rilasciamento dello sfintere esofageo superiore. Questi dati manometrici dimostrano che la presenza dei ristagni, la riduzione della progressione del bolo in faringe e il conseguente rischio di inalazione sono causati in parte dalla mancata spinta a livello del pistone linguale e del velo palatino e, in parte, dal mancato adeguato rilasciamento dello sfintere esofageo superiore, ed in particolare del muscolo cricofaringeo, che fa sì che il bolo possa trovare come via alternativa alla sua progressione, le vie respiratorie, con conseguente penetrazione\inalazione. Tali dati manometrici, altamente significativi, sono rilevati anche quando la FEES risulta ancora nella norma, ciò a sottolineare che l’alterata dinamica muscolare dei distretti faringei giustifica e spiega i quadri di disfagia ancor prima che l’esame videoendoscopico della deglutizione risulti patologico.
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