Tesi etd-03092023-213946 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
BERRUGI, SIMONA
URN
etd-03092023-213946
Titolo
LA STORIA DI UNA RIVISTA DI PARTITO
"ARGOMENTI RADICALI: BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA"
dal 1977 al 1980
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE
Relatori
relatore Prof. Volpi, Alessandro
Parole chiave
- antimilitarism
- antimilitarismo
- antinuclear
- antinucleare
- argomenti
- attualità
- current events
- diritti
- ecologism
- ecologismo
- fame
- feminism
- femminismo
- freedom
- hunger
- issues
- liberalism
- liberalismo
- libertà
- magazine
- pariti
- pariti
- politica
- politics
- radicali
- radicalism
- radicalismo
- radicals
- rights
- rivista
- società
- society
- Teodori
Data inizio appello
27/03/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
Fin dalla sua nascita il Partito Radicale utilizza il modello della rivista politica per costruire una convergenza politica culturale, attorno ai temi della libertà, della laicità e dell’anticlericalismo che lo caratterizzarono fin dal radicalismo ottocentesco del Partito Radicale Storico di Felice Cavallotti e Agostino Bertani, eredi della cultura risorgimentale.
“Argomenti Radicali - Bimestrale Politico per L’Alternativa” nasceva nel 1977 da un’idea di Massimo Teodori, che la guiderà durante gli anni di pubblicazione, con l’ambizione di riaprire il dibattito tra i radicali volto all’approfondimento, la formazione e la divulgazione dell’azione politica radicale. L’attività della rivista si occupò della crisi del sistema dei partiti e il rapporto tra società civile, Stato e Istituzioni. La questione comunista e la questione socialista, facevano emergere la natura della questione radicale, che “AR” affrontò a partire dall’analisi storica, politica e analitica del progetto radicale e delle sue prospettive.
Nel 1977 il Partito Radicale usciva da un decennio di grandi trasformazioni che implicavano la costruzione e il rilancio di una azione politica liberale diretta alle nuove generazioni.
Il progetto politico di “AR” si saldava a quello del PR e diveniva punto di riferimento autorevole e costante nella vita del partito, contribuendo alla discussione sulle idee, alla loro diffusione e ad aumentare la consapevolezza politica tra radicali. “AR” pubblicò le discussioni congressuali, i sondaggi tra i militanti, i confronti sui diritti civili, le analisi dei dati elettorali, svolgendo l’analisi sullo stato del partito, che rispondesse alla esigenza di un rilancio di fronte ai successi elettorali e referendari ottenuti. Approfondì l’attualità politica e propose temi nuovi per il rilancio della lotta politica radicale, per veder garantiti e tutelati diritti che altrimenti sarebbero stati trascurati e in molti casi negati: rilanciare l’attività referendaria, approfondire i fenomeni sociali, l’omosessualità, il femminismo, l’aborto, la fame, i movimenti, antimilitaristi, ambientalisti, antinucleari e così via.
Il sistema politico istituzionale scaturito dalla crisi dei partiti era acritico, sbilanciato e immobile. Mancava un’opposizione vera al governo della Dc: la sinistra, avvicinandosi alla politica di governo e partecipando al governo del compromesso storico, aveva perso la sua identità, sacrificato i principi di uguaglianza, egualitarismo e giustizia sociale. L’immobilismo che ne scaturiva, generava uno scontento diffuso e il sistema istituzionale, rispondeva ai fermenti provenienti dalla società, alle agitazioni di piazza, con la repressione del dissenso, emanando norme ingiuste e restrittive delle libertà personali. Alla chiusura di “AR” nel 1980, il bilancio dell’attività era positivo: la rivista aveva risposto alla esigenza di attirare a sé l’attenzione non solo degli iscritti ma anche di persone interessate alla politica radicale, stimolando interlocutori esterni che riprendevano i materiali e le problematiche radicali, riproponendole nel dibattito politico.
“Argomenti Radicali - Bimestrale Politico per L’Alternativa” nasceva nel 1977 da un’idea di Massimo Teodori, che la guiderà durante gli anni di pubblicazione, con l’ambizione di riaprire il dibattito tra i radicali volto all’approfondimento, la formazione e la divulgazione dell’azione politica radicale. L’attività della rivista si occupò della crisi del sistema dei partiti e il rapporto tra società civile, Stato e Istituzioni. La questione comunista e la questione socialista, facevano emergere la natura della questione radicale, che “AR” affrontò a partire dall’analisi storica, politica e analitica del progetto radicale e delle sue prospettive.
Nel 1977 il Partito Radicale usciva da un decennio di grandi trasformazioni che implicavano la costruzione e il rilancio di una azione politica liberale diretta alle nuove generazioni.
Il progetto politico di “AR” si saldava a quello del PR e diveniva punto di riferimento autorevole e costante nella vita del partito, contribuendo alla discussione sulle idee, alla loro diffusione e ad aumentare la consapevolezza politica tra radicali. “AR” pubblicò le discussioni congressuali, i sondaggi tra i militanti, i confronti sui diritti civili, le analisi dei dati elettorali, svolgendo l’analisi sullo stato del partito, che rispondesse alla esigenza di un rilancio di fronte ai successi elettorali e referendari ottenuti. Approfondì l’attualità politica e propose temi nuovi per il rilancio della lotta politica radicale, per veder garantiti e tutelati diritti che altrimenti sarebbero stati trascurati e in molti casi negati: rilanciare l’attività referendaria, approfondire i fenomeni sociali, l’omosessualità, il femminismo, l’aborto, la fame, i movimenti, antimilitaristi, ambientalisti, antinucleari e così via.
Il sistema politico istituzionale scaturito dalla crisi dei partiti era acritico, sbilanciato e immobile. Mancava un’opposizione vera al governo della Dc: la sinistra, avvicinandosi alla politica di governo e partecipando al governo del compromesso storico, aveva perso la sua identità, sacrificato i principi di uguaglianza, egualitarismo e giustizia sociale. L’immobilismo che ne scaturiva, generava uno scontento diffuso e il sistema istituzionale, rispondeva ai fermenti provenienti dalla società, alle agitazioni di piazza, con la repressione del dissenso, emanando norme ingiuste e restrittive delle libertà personali. Alla chiusura di “AR” nel 1980, il bilancio dell’attività era positivo: la rivista aveva risposto alla esigenza di attirare a sé l’attenzione non solo degli iscritti ma anche di persone interessate alla politica radicale, stimolando interlocutori esterni che riprendevano i materiali e le problematiche radicali, riproponendole nel dibattito politico.
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