Thesis etd-03072022-171223 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BAZZANI, SAMIRA
URN
etd-03072022-171223
Thesis title
Dopo di Noi in Toscana: l'esperienza della Fondazione Il Sole di Grosseto
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Supervisors
relatore Cecchi, Giuseppe
Keywords
- dopo di noi
- Fondazione il sole
- Grosseto
Graduation session start date
28/03/2022
Availability
None
Summary
L’idea della tesi in oggetto è nata dalla mia esperienza di servizio civile presso la Fondazione Il Sole, in seguito alla quale sono stata assunta come operatrice per il progetto del Dopo di Noi.
Dopo l’assunzione ho scoperto l’esistenza del progetto del Dopo di Noi a Grosseto, e mi sono accorta di alcune ingenuità sul modo cui la legge 112/2016 è stata concepita: ingenuità che avrebbero potuto essere evitate se la legge fosse stata scritta e convalidata non solo da esperti medici del settore della disabilità, ma se anche tutte quelle realtà di cooperative, associazioni e fondazioni che con i disabili lavorano da anni avessero avuto più voce in capitolo dalla commissione parlamentare incaricata di redigere il testo di legge. Tali strutture, come la Fondazione, sono da anni a contatto con le reali difficoltà dell’integrazione dei disabili nella società civile, conoscono e capiscono profondamente i limiti di ogni intervento fino ad allora sviluppato, e comprendono le potenzialità della legge 112/2016, ma riuscendo anche ad inserirla in un contesto più completo di tutto ciò che fa parte della vita del disabile. Questo forse avrebbe reso la legge più adatta ad una sua implementazione maggiormente consapevole e di successo.
Il richiamo che la legge 112/2016 fa ai disabili gravi e l’opportunità che la sua emanazione dà loro di poter usufruire dei benefici del Dopo di Noi è, nell’esperienza fatta con la Fondazione Il Sole, l’ingenuità che più salta agli occhi: i disabili gravi che ha in carico il Servizio sociale territoriale e che sono beneficiari delle attività diurne messe in campo dalla Fondazione, si trovano in uno stato di gravità tale da non rendere possibile un loro coinvolgimento nel progetto, dal momento che il primo caposaldo del Dopo di Noi è la propria autonomia e l’indipendenza dalle famiglie di origine.
In questo contesto, confrontandomi con il Responsabile delle attività della Fondazione Il Sole Roberto Marcucci, e con la Referente per il Dopo di noi, Sonia Menconi, è stata richiamata l’esigenza di trovare una modalità nuova per permettere anche a questo tipo di utenti e alle loro famiglie di vivere in maniera meno traumatica il passaggio dal Durante noi al Dopo di Noi.
La struttura di intervento che è stata valutata come la più idonea a riempire questo vuoto operativo è un intervento di tipo domiciliare in cui un operatore della Fondazione si reca per un certo numero di giorni a casa del soggetto disabile, facendo sì che l’evento traumatico della fuoriuscita dal nucleo familiare venga attutito, ma allo stesso tempo permettendo alla famiglia di avere momenti di sollievo dalla presa in carica e che il disabile si abitui ad essere stimolato e accudito nel proprio ambiente da qualcuno che non sia il genitore o il familiare di riferimento.
Questo tipo di intervento, è rimasto, per ora, solo una possibile applicazione della legge ad uno spettro più ampio di beneficiari, dal momento che sono ancora in corso le manovre di assestamento del progetto primario, e che solo di recente tali manovre stanno giungendo al termine.
La tesi è quindi strutturata in una prima parte, capitolo 1, dedicata ad un excursus delle varie leggi nazionali e regionali sulla disabilità, focalizzato su come sia cambiata la prospettiva del legislatore nel corso degli anni: da un mero riconoscimento della menomazione e delle conseguenze che questa comporta, si è arrivati al vero riconoscimento di uno stato di diritto della persona portatrice di handicap.
Il capitolo 2 è dedicato invece all’analisi della legge 112/16 e della sua attuazione in Toscana, soffermandomi con attenzione sugli elementi essenziali dell’Avviso pubblico. L’ultima parte del capitolo è rivolta ai limiti e alle innovazioni che la legge 112/2016 ha introdotto e messo sul campo.
Il terzo ed ultimo capitolo è destinato alla conoscenza della Fondazione Il Sole, al suo lavoro e ai suoi metodi applicativi, con particolare attenzione a come questa realtà sia arrivata alla messa in pratica del Dopo di Noi e alla sua collaborazione stretta e continuativa con il Servizio sociale territoriale.
Spazio a sé hanno le conclusioni, a cui ho potuto contribuire non solo grazie all’appoggio e ai continui confronti avuti con la dottoressa Sonia Menconi, ma anche grazie alla mia esperienza come operatrice direttamente interessata alla realizzazione del progetto.
In ultima analisi, credo che la Fondazione Il Sole non sarebbe arrivata dove è adesso se non fosse stato per un gruppo di genitori pionieri che ha deciso, nei lontani anni ‘80, di dedicare i propri sforzi e il proprio tempo a costruire qualcosa che permettesse ai loro figli disabili di vivere con autonomia e soddisfazione la propria vita, e il proprio futuro, lasciando un segno indelebile sul territorio grossetano. Da quest’azione è nato Il Sole, che continua ancora oggi a impegnarsi e a lavorare per promuovere una vera inclusione sociale dei loro utenti: la Fondazione è una famiglia in cui nessuno è lasciato da parte.
Dopo l’assunzione ho scoperto l’esistenza del progetto del Dopo di Noi a Grosseto, e mi sono accorta di alcune ingenuità sul modo cui la legge 112/2016 è stata concepita: ingenuità che avrebbero potuto essere evitate se la legge fosse stata scritta e convalidata non solo da esperti medici del settore della disabilità, ma se anche tutte quelle realtà di cooperative, associazioni e fondazioni che con i disabili lavorano da anni avessero avuto più voce in capitolo dalla commissione parlamentare incaricata di redigere il testo di legge. Tali strutture, come la Fondazione, sono da anni a contatto con le reali difficoltà dell’integrazione dei disabili nella società civile, conoscono e capiscono profondamente i limiti di ogni intervento fino ad allora sviluppato, e comprendono le potenzialità della legge 112/2016, ma riuscendo anche ad inserirla in un contesto più completo di tutto ciò che fa parte della vita del disabile. Questo forse avrebbe reso la legge più adatta ad una sua implementazione maggiormente consapevole e di successo.
Il richiamo che la legge 112/2016 fa ai disabili gravi e l’opportunità che la sua emanazione dà loro di poter usufruire dei benefici del Dopo di Noi è, nell’esperienza fatta con la Fondazione Il Sole, l’ingenuità che più salta agli occhi: i disabili gravi che ha in carico il Servizio sociale territoriale e che sono beneficiari delle attività diurne messe in campo dalla Fondazione, si trovano in uno stato di gravità tale da non rendere possibile un loro coinvolgimento nel progetto, dal momento che il primo caposaldo del Dopo di Noi è la propria autonomia e l’indipendenza dalle famiglie di origine.
In questo contesto, confrontandomi con il Responsabile delle attività della Fondazione Il Sole Roberto Marcucci, e con la Referente per il Dopo di noi, Sonia Menconi, è stata richiamata l’esigenza di trovare una modalità nuova per permettere anche a questo tipo di utenti e alle loro famiglie di vivere in maniera meno traumatica il passaggio dal Durante noi al Dopo di Noi.
La struttura di intervento che è stata valutata come la più idonea a riempire questo vuoto operativo è un intervento di tipo domiciliare in cui un operatore della Fondazione si reca per un certo numero di giorni a casa del soggetto disabile, facendo sì che l’evento traumatico della fuoriuscita dal nucleo familiare venga attutito, ma allo stesso tempo permettendo alla famiglia di avere momenti di sollievo dalla presa in carica e che il disabile si abitui ad essere stimolato e accudito nel proprio ambiente da qualcuno che non sia il genitore o il familiare di riferimento.
Questo tipo di intervento, è rimasto, per ora, solo una possibile applicazione della legge ad uno spettro più ampio di beneficiari, dal momento che sono ancora in corso le manovre di assestamento del progetto primario, e che solo di recente tali manovre stanno giungendo al termine.
La tesi è quindi strutturata in una prima parte, capitolo 1, dedicata ad un excursus delle varie leggi nazionali e regionali sulla disabilità, focalizzato su come sia cambiata la prospettiva del legislatore nel corso degli anni: da un mero riconoscimento della menomazione e delle conseguenze che questa comporta, si è arrivati al vero riconoscimento di uno stato di diritto della persona portatrice di handicap.
Il capitolo 2 è dedicato invece all’analisi della legge 112/16 e della sua attuazione in Toscana, soffermandomi con attenzione sugli elementi essenziali dell’Avviso pubblico. L’ultima parte del capitolo è rivolta ai limiti e alle innovazioni che la legge 112/2016 ha introdotto e messo sul campo.
Il terzo ed ultimo capitolo è destinato alla conoscenza della Fondazione Il Sole, al suo lavoro e ai suoi metodi applicativi, con particolare attenzione a come questa realtà sia arrivata alla messa in pratica del Dopo di Noi e alla sua collaborazione stretta e continuativa con il Servizio sociale territoriale.
Spazio a sé hanno le conclusioni, a cui ho potuto contribuire non solo grazie all’appoggio e ai continui confronti avuti con la dottoressa Sonia Menconi, ma anche grazie alla mia esperienza come operatrice direttamente interessata alla realizzazione del progetto.
In ultima analisi, credo che la Fondazione Il Sole non sarebbe arrivata dove è adesso se non fosse stato per un gruppo di genitori pionieri che ha deciso, nei lontani anni ‘80, di dedicare i propri sforzi e il proprio tempo a costruire qualcosa che permettesse ai loro figli disabili di vivere con autonomia e soddisfazione la propria vita, e il proprio futuro, lasciando un segno indelebile sul territorio grossetano. Da quest’azione è nato Il Sole, che continua ancora oggi a impegnarsi e a lavorare per promuovere una vera inclusione sociale dei loro utenti: la Fondazione è una famiglia in cui nessuno è lasciato da parte.
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