Tesi etd-03072022-122656 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SQUILLONI, CAMILLA
URN
etd-03072022-122656
Titolo
LA TUTELA PENALE DELLA SESSUALITÀ NELLA REALTÀ TELEMATICA
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Venafro, Emma
Parole chiave
- Cyberspazio e sessualità
- Pornografia minorile commessa per via telematica
- Revenge Porn
- Rivoluzione tecnologica e digitale
- Sexting
Data inizio appello
28/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/03/2092
Riassunto
Il presente elaborato tratta della tutela penale della sessualità nell’Era di Internet, facendo riferimento nello specifico alle nuove modalità di aggressione che traggono linfa vitale dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Lo sviluppo della Rete ha determinato una rivoluzione epocale, maggiormente accentuata dall’evoluzione tecnologica, che ha consentito una presenza costante di Internet nella quotidianità grazie alla diffusione dei social network e di strumenti mobili come lo smartphone ed il tablet: allo spazio reale si è affiancato uno spazio virtuale, il cyberspazio, che è divenuto ormai la principale forma chiave di relazione con il mondo per la maggior parte del tempo quotidiano. Il progresso digitale ha comportato anche dei profondi cambiamenti sociali, talmente impattanti da condizionare le relazioni interpersonali, tra cui anche quelle affettive, sentimentali e sessuali, che vengono gestite sempre di più avvalendosi di strumenti digitali, che permettono di semplificare le forme comunicative e bypassare le naturali timidezze ed i tabù secolarmente ascrivibili alla sfera della sessualità. La fonte del potere di Internet risiede nelle sue caratteristiche, ovvero il fatto che sia democratico ed universale, poiché può accedervi chiunque, da qualunque luogo ed in qualunque momento e permette di agire in anonimato: a fronte degli innegabili benefici, questi aspetti possono trasformare l’universo digitale in un luogo pericoloso, in cui vengono perpetrati reati a sfondo sessuale. Infatti, nella società si sono manifestate delle nuove modalità di vessazione accomunate dallo sfondo comune di sovra-esposizione al rischio dovuto all’uso strumentale ed illecito delle tecnologie: in particolare, le principali traiettorie di abuso si muovono nel vasto ambito della pornografia minorile e del c.d. revenge porn, fino a toccare la zona d’ombra della pornografia minorile domestica e del sexting.
Dopo aver analizzato nel primo capitolo gli aspetti attinenti alla rivoluzione digitale e tecnologica e i principali profili empirico-criminologici di queste traiettorie di abuso, nel secondo capitolo viene analizzata nello specifico la pornografia minorile, punita fin dal 1998 all’art. 600-ter del codice penale, che ha trovato un motore propulsivo per la sua crescita nella facilità di accesso e nell’anonimato consentito dalla tecnologia e per questo è divenuta più complessa nella sua natura e più pericolosa. La pornografia minorile viene poi confrontata con il nuovo fenomeno adolescenziale del sexting, termine utilizzato per indicare lo scambio di contenuti erotici attraverso le tecnologie della comunicazione, mettendone in luce gli elementi comuni e le differenze: in particolare, viene ripercorso l’ampio dibattito dottrinale e giurisprudenziale sulla possibile qualificazione giuridico-penale del sexting alla stregua della pornografia minorile, fino all’ultimo recentissimo approdo delle Sezioni Unite. Infine, il capitolo tre si concentra sull’analisi del reato di cui all’art. 612-ter del codice penale, rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”, che è stato introdotto con la l. n. 69/2019 (c.d. Codice Rosso) e che mira ad intercettare il fenomeno del revenge porn, ovvero la diffusione non consensuale di immagini aventi un contenuto sessualmente esplicito. Si tratta di un nuovo ambito carico di disvalore sempre più frequentemente protagonista di fatti di cronaca, i cui effetti negativi sono infinitamente amplificati nel caso in cui la diffusione avvenga tramite gli strumenti tecnologici, poiché la viralità che ne consegue rende tali materiali protagonisti potenzialmente eterni della Rete. A fronte di questa analisi, ne consegue che le novità apportate nell’ambito della sessualità dalla rivoluzione tecnologica e digitale richiedano anche un imprescindibile approccio giuridico-penalistico.
Dopo aver analizzato nel primo capitolo gli aspetti attinenti alla rivoluzione digitale e tecnologica e i principali profili empirico-criminologici di queste traiettorie di abuso, nel secondo capitolo viene analizzata nello specifico la pornografia minorile, punita fin dal 1998 all’art. 600-ter del codice penale, che ha trovato un motore propulsivo per la sua crescita nella facilità di accesso e nell’anonimato consentito dalla tecnologia e per questo è divenuta più complessa nella sua natura e più pericolosa. La pornografia minorile viene poi confrontata con il nuovo fenomeno adolescenziale del sexting, termine utilizzato per indicare lo scambio di contenuti erotici attraverso le tecnologie della comunicazione, mettendone in luce gli elementi comuni e le differenze: in particolare, viene ripercorso l’ampio dibattito dottrinale e giurisprudenziale sulla possibile qualificazione giuridico-penale del sexting alla stregua della pornografia minorile, fino all’ultimo recentissimo approdo delle Sezioni Unite. Infine, il capitolo tre si concentra sull’analisi del reato di cui all’art. 612-ter del codice penale, rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”, che è stato introdotto con la l. n. 69/2019 (c.d. Codice Rosso) e che mira ad intercettare il fenomeno del revenge porn, ovvero la diffusione non consensuale di immagini aventi un contenuto sessualmente esplicito. Si tratta di un nuovo ambito carico di disvalore sempre più frequentemente protagonista di fatti di cronaca, i cui effetti negativi sono infinitamente amplificati nel caso in cui la diffusione avvenga tramite gli strumenti tecnologici, poiché la viralità che ne consegue rende tali materiali protagonisti potenzialmente eterni della Rete. A fronte di questa analisi, ne consegue che le novità apportate nell’ambito della sessualità dalla rivoluzione tecnologica e digitale richiedano anche un imprescindibile approccio giuridico-penalistico.
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