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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03072017-170512


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI GRASSI, EMANUELE
URN
etd-03072017-170512
Titolo
Il "Grande Gioco" del XXI secolo e l'Asia Centrale: analisi, dinamiche e prospettive delle strategie geopolitiche di partnership
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • Stati Uniti
  • petrolio
  • politica estera
  • interessi strategici
  • Eurasia
  • UE
Data inizio appello
27/03/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il “Grande Gioco” del XXI secolo e l’Asia Centrale:
analisi, dinamiche e prospettive delle strategie geopolitiche di partnership

L’elaborato riflette l’esigenza di approfondire l’analisi della situazione geopolitica in Asia Centrale, in considerazione della rilevanza strategica che questa regione ha assunto nello scacchiere internazionale. A seguito della disgregazione dell’Unione Sovietica, la regione centroasiatica ha attirato gli interessi di molteplici attori all’interno di una competizione geopolitica; ciononostante, l’importanza strategica dell’Asia centrale - alla quale contribuisce sicuramente la vicinanza geografica alle due potenze regionali Russia e Cina – viene evidenziata in relazione a determinate problematiche, le cui conseguenze si ripercuotono anche all’esterno dei confini regionali. Tra queste, indubbiamente il problema della sicurezza e della stabilità politica – fortemente alimentato dalla minaccia destabilizzante dell’islamismo radicale e del terrorismo internazionale, oltreché da altri fattori quali il traffico di stupefacenti, il traffico di armi e la tratta di esseri umani. Tuttavia, gli interessi prioritari degli attori intenzionati ad accrescere la loro influenza si focalizzano soprattutto sulle risorse energetiche e sulle quasi illimitate riserve di idrocarburi da sfruttare. Le prospettive di sfruttamento di queste riserve, presenti prevalentemente nel sottosuolo di Turkmenistan e Kazakistan (ed in misura inferiore Uzbekistan) oltre alla possibilità di trasportare gli idrocarburi tramite la creazione di un sistema integrato di pipelines (gasdotti ed oleodotti) alternativi a quelli attraversanti il territorio russo, hanno innescato una intensa competizione che vede coinvolti, oltre agli attori regionali, le maggiori potenze tra cui gli Stati Uniti, nonché le compagnie energetiche internazionali, spesso operanti in contrasto con le strategie degli stati di riferimento. Questa ricerca intende porre in evidenza gli interessi che hanno determinato il coinvolgimento di Russia, Cina, Unione Europea e Stati Uniti e quali strategie abbiano adottato le stesse repubbliche ex sovietiche al fine di bilanciare questa influenza esterna con gli obiettivi connessi alle loro scelte politiche ed economiche nazionali. In questo scenario diviene importante analizzare il ruolo che l’Unione Europea riuscirà a rivestire nella regione in previsione futura, anche a seguito dell’adozione della “Strategia europea per una nuova partnership con l’Asia Centrale”. Il problema della sicurezza energetica europea e della diversificazione dei canali di approvvigionamento (nel tentativo di attenuare la dipendenza dalla Russia) renderanno necessario a tal fine un maggior coinvolgimento dell’Unione Europea nella regione, così da potersi assicurare un maggior peso politico ed una crescente influenza: il successo di questa strategia dovrà dipendere dalla capacità europea di implementare una politica regionale comune e condivisa, in un contesto caratterizzato dallo strapotere nella regione di altri attori internazionali e dalla connotazione fortemente autoritaria che accomuna i governi centrasiatici. All’interno del lavoro di tesi viene trattato il tema della riconfigurazione geopolitica dal 1991 sino agli sviluppi recenti: l’indipendenza nazionale raggiunta dalle repubbliche musulmane ex sovietiche in rapporto alla minaccia di una potenziale instabilità provocata dal vacuum di potere a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, creava uno spazio d’azione per una molteplicità di stati che, spinti da differenti interessi, intendevano influenzare l’evoluzione politica nella regione. Russia, Stati Uniti e Cina si sono affermate così come i principali attori di questa competizione geopolitica. Di seguito il discorso è incentrato sulle problematiche di carattere economico, di politica interna ed estera e di sicurezza militare che le cinque repubbliche hanno dovuto affrontare a seguito dell’indipendenza. L’analisi è dedicata prevalentemente al Kazakistan, ed in misura minore a Turkmenistan ed Uzbekistan, dato il loro prominente ruolo nel contesto regionale; verrà affrontata la questione inerente la collocazione geografica delle riserve, le vie di esportazione esistenti ed i progetti di diversificazione in atto, accentuando ulteriormente la competizione energetica tra Cina, Russia e Occidente. La tematica affrontata di seguito riguarda le relazioni tra Unione Europea e Asia Centrale sino all’adozione nel 2015 della nuova Strategia europea. Viene qui evidenziato come la mancanza di una strategia politica condivisa dell’Unione Europea ed il prevalere di singoli interessi strategici degli stati nazionali abbiano contribuito a relegare l’Unione Europea in una posizione secondaria rispetto agli altri attori internazionali. In ambito energetico verrà dimostrato come la divergenza di interessi e le strategie perseguite dalle compagnie petrolifere europee e gli obiettivi energetici comunitari perseguiti dall’Unione Europea impediscano di fatto l’azione di una comune strategia energetica. Uno degli obiettivi perseguiti in questo lavoro è quello di valutare le effettive possibilità dell’Unione Europea di legittimarsi come attore geopolitico influente. In concreto, con l’adozione della Strategia, l’Unione Europea si è dotata di uno strumento attraverso il quale approfondire, rafforzare e istituzionalizzare le relazioni e le forme di cooperazione con le repubbliche regionali. Questo approccio impone all’Unione Europea il compito di affrontare le principali problematiche che gravano sullo sviluppo della regione, elaborando dei piani coi quali misurarsi per quanto riguarda l’instabilità dei confini, la mancanza di una integrazione economica a carattere regionale e l’obbligo di promuovere un processo di democratizzazione in ambito socio-politico. L’ambizione dell’Unione Europea a legittimarsi quale attore geopolitico nello scenario centrasiatico è fortemente connessa alla stabilità delle relazioni con Cina e Russia. Per quanto concerne le possibilità di successo della strategia europea queste dipendono dalla capacità europea di realizzare un auspicabile equilibrio tra il perseguimento degli interessi energetici e la necessaria promozione delle tematiche riguardanti la democratizzazione e la tutela dei diritti umani.
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