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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03042021-110218


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
EVANGELISTI, GIOVANNI
URN
etd-03042021-110218
Titolo
Il diritto di cittadinanza in Italia: uno studio basato sull'Advocacy Coalition Framework
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Pizzimenti, Eugenio
Parole chiave
  • ius sanguinis
  • ius soli
  • immigrazione
  • diritto di cittadinanza
  • Framing
  • Advocacy Coalition Framework
  • ius culturae
Data inizio appello
22/03/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro ha a oggetto l'insieme degli interventi di legge, delle azioni, delle idee implementati, in Italia, in tema di diritto di cittadinanza, adottando la prospettiva dei policy studies. In particolare, ci concentreremo sulla questione della scelta dei requisiti necessari per poter diventare cittadini italiani. Attualmente la legislazione in materia di cittadinanza è incentrata sul criterio dello ius sanguinis e nonostante vi siano state varie proposte di modifica, tra cui la più rilevante è il cosiddetto "Ddl Ius Soli", la materia non ha a oggi subito trasformazioni rilevanti dal 1992. L'analisi ha come scopo l'individuazione degli attori che, nel tempo, si sono mostrati favorevoli o contrari alla modifica degli attuali criteri, al fine di fornire un'interpretazione dei motivi per cui la materia non ha subito mutamenti. Il primo capitolo si occupa dell'approccio utilizzato per condurre lo studio, l'Advocacy Coalition Framework. Abbiamo preso in esame le caratteristiche degli studi orientati alle politiche pubbliche e la loro evoluzione fino ad arrivare all'ACF, di cui sono state analizzate le caratteristiche principali e le categorie concettuali più utili per rispondere ai nostri quesiti di partenza. In supporto all'ACF, è stata analizzata e utilizzata la teoria relativa al Framing e ai Frame narrativi.
Il secondo capitolo si concentra sull'individuazione del nesso tra politica migratoria e politica di cittadinanza, in Italia. Della prima sono stati messi in luce i contenuti, prendendo in considerazione le varie fasi attraversate dal nostro paese che è passato alla fine degli anni Settanta da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Successivamente si è passati al diritto di cittadinanza e alle varie fonti legislative che nel tempo lo hanno regolato, fino ad arrivare ai più recenti scenari.
Il terzo capitolo si apre con l'analisi delle elezioni del 2013, che hanno inaugurato la XVII legislatura. Questa legislatura rappresenta il focus della nostra ricerca dal momento che, tra il 2013 e il 2018, si è discusso in Parlamento il "Ddl ius soli". Questo ha rappresentato un tentativo di riforma sostanziale del diritto di cittadinanza, prevedendo l'introduzione di ius soli temperato e ius culturae, da affiancare allo ius sanguinis, ancora prevalente. Il tentativo di riforma ha portato alla luce gli schieramenti di attori favorevoli e contrari a queste modifiche, che di fatto avrebbero allargato i beneficiari della cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia o frequentanti le scuole italiane. Il capitolo prosegue poi con l'individuazione delle coalizioni di attori in campo. In primo luogo è stato analizzato il dibattito pubblico, attraverso la consultazione dei principali quotidiani italiani. In secondo luogo, è stato analizzato il dibattito parlamentare avvenuto in commissione Affari Costituzionali della Camera e poi in Assemblea. Sono state individuate in questo modo due advocacy coalition tra loro contrapposte: una composta da partiti di sinistra e varie associazioni cattoliche e laiche della società civile, l'altra composta da partiti di centro-destra e di estrema destra.
Il mancato policy change, conseguenza dell'arresto in Senato del "Ddl ius soli", può essere interpretato in relazione a eventi esterni al sottosistema di policy, che hanno influenzato notevolmente l'opinione pubblica e anche il posizionamento di alcuni partiti come il Nuovo Centrodestra. Alleato di governo e sostenitore della riforma alla Camera, il Nuovo Centrodestra ha successivamente rallentato sulle tempistiche di approvazione in Senato. A prevalere e a decidere l'esito del disegno di legge sono stati in definitiva i frame utilizzati dagli avversari della riforma, che etichettandolo come “ius soli” hanno deviato il dibattito dai suoi reali contenuti.
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