Tesi etd-03022012-151630 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LAPUCCI, LETIZIA
URN
etd-03022012-151630
Titolo
Effetti collaterali della terapia diuretica nel paziente affetto da scompenso di cuore
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Carmassi, Franco
Parole chiave
- diuretici
- ipovolemia
- scompenso cardiaco
Data inizio appello
20/03/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scompenso cardiaco è una condizione morbosa la cui incidenza appare aumentare con l’allungamento della vita. In questo contesto è dato di osservare una moltitudine di pazienti scompensati che giungono all’osservazione del pronto soccorso per l’aggravamento delle condizioni cliniche e che contestualmente erano sottoposti a terapie diuretiche saturanti.
Durante la degenza nel nostro reparto(Medicina D’Urgenza Universitaria dell’Ospedale di Cisanello, Pisa), con la rimodulazione e/o la sospensione temporanea della terapia diuretica, quando questa evidentemente appariva essere la causa della ipoperfusione renale, è stato osservato un miglioramento significativo delle condizioni cliniche del paziente contestualmente alla modifica dei parametri clinici che, ragionevolmente, potevano contribuire al peggioramento clinico. Dai dati in nostro possesso si può evincere che, se inizialmente il diuretico può coincidere con il miglioramento della sintomatologia, d’altro canto una terapia protratta ed aggressiva con diuretici dell’ansa può aggravare le condizioni cliniche del paziente. La terapia diuretica somministrata in modo inappropriato induce infatti una ulteriore attivazione dei meccanismi neurormonali che, rivolti finalisticamente al compenso, possono viceversa generare un circuito perverso che di fatto rende intrattabile lo scompenso.
Durante la degenza nel nostro reparto(Medicina D’Urgenza Universitaria dell’Ospedale di Cisanello, Pisa), con la rimodulazione e/o la sospensione temporanea della terapia diuretica, quando questa evidentemente appariva essere la causa della ipoperfusione renale, è stato osservato un miglioramento significativo delle condizioni cliniche del paziente contestualmente alla modifica dei parametri clinici che, ragionevolmente, potevano contribuire al peggioramento clinico. Dai dati in nostro possesso si può evincere che, se inizialmente il diuretico può coincidere con il miglioramento della sintomatologia, d’altro canto una terapia protratta ed aggressiva con diuretici dell’ansa può aggravare le condizioni cliniche del paziente. La terapia diuretica somministrata in modo inappropriato induce infatti una ulteriore attivazione dei meccanismi neurormonali che, rivolti finalisticamente al compenso, possono viceversa generare un circuito perverso che di fatto rende intrattabile lo scompenso.
File
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