Tesi etd-03022005-174657 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Muscogiuri, Marco
Indirizzo email
marcomuscogiuri@libero.it
URN
etd-03022005-174657
Titolo
Eventi estremi nel mercato borsistico italiano intraday:gruppo di rinormalizzazione e punti critici
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE FISICHE E ASTROFISICHE
Relatori
relatore Prof. Mannella, Riccardo
Parole chiave
- econofisica
- sistemi complessi
Data inizio appello
18/03/2005
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi rientra nell'ambito del settore dell'econofisica. A livello 'microscopico' i mercati finanziari hanno forti legami con la fisica statistica: il trader può scegliere tra tre azioni ('stati') possibili, vendere, comprare, aspettare; la trasformazione da uno stato all'altro è un processo discontinuo, dovuto in genere al superamento di un limite, come qualche barriera di prezzo o altro; il processo è irreversibile, visto che è altamente improbabile ricomprare lo stesso asset dallo stesso trader allo stesso prezzo; i traders conoscono lo stato solo di alcuni altri e vedono la risposta collettiva del sistema in termini del valore dell'asset.
In questo lavoro si affronta lo studio dei mercati finanziari in situazioni in cui essi si trovano lontano dall'equilibrio: bolle speculative e crash. Si analizza un modello per descrivere il formarsi di bolle speculative e il successivo crollo studiandolo sia a livello microscopico sia con semplici ipotesi di simmetria utilizzando il framework del gruppo di rinormalizzazione e dell'invarianza di scala discreta. L'idea è che il crash finanziario è determinato da una instabilità del mercato che va ricercata indietro nel tempo nella crescente cooperatività degli agenti che aumenta la suscettività dei prezzi, per cui si arriva ad un certo punto in cui un minimo input nel mercato viene amplificato e genera un movimento ampio dei prezzi. E' un cambiamento del punto di vista tradizionale che ricerca la causa di un crash nei momenti subito precedenti, nell'arrivo di una notizia particolarmente negativa, in mancanze e inefficienze tecniche delle piattaforme di scambio. Si passa da un'analisi esogena ad una endogena dei crash, che diventano quindi una caratteristica intrinseca nella dinamica complessa di un mercato. In realtà essi coesistono nei mercati, per cui si parla di crash esogeni e crash endogeni.
Questo nuovo punto di vista, però, apre tutta una nuova possibilità di studio. Identificando i crash come un elemento endogeno dei mercati, associandolo in particolare ad un evento critico (nel senso fisico del termine), la cui origine va ricercata nella dinamica del mercato precedente al suo crollo, si intuisce come dovrebbe essere possibile rintracciare dei precursori, dei segni identificativi del crash stesso. Tali precursori si presentano come un accrescimento a potenza dei prezzi prima del crash, decorato da oscillazioni 'log-periodiche'.
Questi fenomeni sono stati studiati in letteratura per i più grossi crolli di molti indici, azioni, valute, merci nel secolo precedente, avendo come elemento temporale di base il giorno: le variazioni di prezzo sono giornaliere, i crash individuati durano alcuni giorni, il periodo di creazione dell'insabilità diversi anni. In questo lavoro ciò che facciamo di diverso e di nuovo è cambiare la scala a cui studiamo questi fenomeni; noi andiamo alla ricerca di crash ed eventualmente di analoghi precursori ad una scala molto più piccola, quella dell'intraday, utilizzando i dati tick by tick del mercato italiano nei tre anni dal 2000 al 2002. Vogliamo quindi cercare di capire se i fenomeni e le argomentazioni che portano ad un certo tipo di risultati a larga scala sono riscontrabili anche nelle contrattazioni nell'intraday. In particolar modo ci chiediamo se la cooperatività degli agenti è responsabile dei 'minicrash' che avvengono in un normale giorno di contrattazioni.
In questo lavoro si affronta lo studio dei mercati finanziari in situazioni in cui essi si trovano lontano dall'equilibrio: bolle speculative e crash. Si analizza un modello per descrivere il formarsi di bolle speculative e il successivo crollo studiandolo sia a livello microscopico sia con semplici ipotesi di simmetria utilizzando il framework del gruppo di rinormalizzazione e dell'invarianza di scala discreta. L'idea è che il crash finanziario è determinato da una instabilità del mercato che va ricercata indietro nel tempo nella crescente cooperatività degli agenti che aumenta la suscettività dei prezzi, per cui si arriva ad un certo punto in cui un minimo input nel mercato viene amplificato e genera un movimento ampio dei prezzi. E' un cambiamento del punto di vista tradizionale che ricerca la causa di un crash nei momenti subito precedenti, nell'arrivo di una notizia particolarmente negativa, in mancanze e inefficienze tecniche delle piattaforme di scambio. Si passa da un'analisi esogena ad una endogena dei crash, che diventano quindi una caratteristica intrinseca nella dinamica complessa di un mercato. In realtà essi coesistono nei mercati, per cui si parla di crash esogeni e crash endogeni.
Questo nuovo punto di vista, però, apre tutta una nuova possibilità di studio. Identificando i crash come un elemento endogeno dei mercati, associandolo in particolare ad un evento critico (nel senso fisico del termine), la cui origine va ricercata nella dinamica del mercato precedente al suo crollo, si intuisce come dovrebbe essere possibile rintracciare dei precursori, dei segni identificativi del crash stesso. Tali precursori si presentano come un accrescimento a potenza dei prezzi prima del crash, decorato da oscillazioni 'log-periodiche'.
Questi fenomeni sono stati studiati in letteratura per i più grossi crolli di molti indici, azioni, valute, merci nel secolo precedente, avendo come elemento temporale di base il giorno: le variazioni di prezzo sono giornaliere, i crash individuati durano alcuni giorni, il periodo di creazione dell'insabilità diversi anni. In questo lavoro ciò che facciamo di diverso e di nuovo è cambiare la scala a cui studiamo questi fenomeni; noi andiamo alla ricerca di crash ed eventualmente di analoghi precursori ad una scala molto più piccola, quella dell'intraday, utilizzando i dati tick by tick del mercato italiano nei tre anni dal 2000 al 2002. Vogliamo quindi cercare di capire se i fenomeni e le argomentazioni che portano ad un certo tipo di risultati a larga scala sono riscontrabili anche nelle contrattazioni nell'intraday. In particolar modo ci chiediamo se la cooperatività degli agenti è responsabile dei 'minicrash' che avvengono in un normale giorno di contrattazioni.
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