Thesis etd-03012024-151249 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
MANFRE', VINCENZO
URN
etd-03012024-151249
Thesis title
La trasformazione del sistema economico internazionale fra gli anni '70 e '80:
il ruolo del monetarismo
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
STUDI INTERNAZIONALI
Supervisors
relatore Prof.ssa Franco, Chiara
Keywords
- economic history
- economic policy
- international economic system
- keynesianism
- keynesismo
- monetarism
- monetarismo
- politica economica
- sistema economico internazionale
- storia economica
Graduation session start date
18/03/2024
Availability
Full
Summary
La presente dissertazione si occupa di descrivere i mutamenti che hanno interessato il sistema economico internazionale a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 attraverso un confronto tra la scuola di pensiero keynesiana e quella monetarista: da tale raffronto emergeranno i motivi per cui la prima uscirà screditata, agli occhi delle élite politico-economiche del Primo mondo, dal confronto con la seconda. Relativamente ai paesi industrializzati, si presenterà altresì una interpretazione delle problematiche economiche del periodo riconducibile alla supply-side economics e, infine, alla scuola di pensiero marxista. Escludendo dall’analisi quel Secondo mondo che aveva imboccato il sentiero dell’economia pianificata di stampo sovietico, la trattazione segue una categorizzazione di natura economica distinguendo fra aree del mondo industrializzate, da lungo tempo capitalistiche e ad alto reddito, come il Nord America, l’Europa occidentale e il Giappone, paesi di recente industrializzazione non esportatori di petrolio o NIC, come, in Estremo Oriente, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Malaysia, Indonesia, ma anche India, Pakistan, Marocco, Brasile, Argentina, Messico, che già a partire dagli anni ’60 o ’70, a seconda dei casi, avevano intrapreso un processo di industrializzazione di massa che li avrebbe portati nei decenni successivi a notevoli incrementi del reddito pro capite, e paesi a basso reddito, o low income, situati principalmente nell’Africa subsahariana.
Nella prima parte, tale classificazione viene giustificata sulla base della sempre maggiore divaricazione delle condizioni economiche del Terzo mondo, visibile già a partire dal momento storico considerato, gli anni ’70 e ’80. L’analisi si sofferma inoltre sulle principali problematiche di natura economica che interesseranno ciascuna categoria nel medesimo periodo storico: per la prima, vale a dire quella delle nazioni industrializzate, esse sono rappresentate dal declino degli investimenti produttivi, dall’inflazione, dall’impossibilità del raggiungimento dell’obiettivo della piena occupazione, dal declino degli investimenti pubblici, dagli alti tassi di interesse privati e dalla forte interconnessione fra le economie del Primo mondo, che rendeva problematiche le politiche deflazionistiche volte a diminuire le importazioni salvaguardandone le esportazioni. Per i NIC, invece, il forte indebitamento estero, mentre per i paesi low income la questione dell’insolvenza sul debito, resa concreta da un triplice concorso di fattori: il deficit della bilancia dei pagamenti, e dunque la costante penuria di riserve estere, la scarsa reputazione creditizia presso gli investitori internazionali e l’alto indebitamento pubblico.
La seconda parte ospita una descrizione diacronica dell’evoluzione del sistema economico internazionale a partire dagli anni ’50-’60, corrispondenti all’età dell’oro del keynesismo internazionale, per giungere sino agli anni ’80: viene descritta dunque la dinamica secondo cui quei problemi, nella prima parte solo enunciati astraendo dal contesto storico, si sono prodotti.
In ultimo, nella terza parte, si ripercorrerà il medesimo periodo storico giustificando le evoluzioni occorse alla luce delle conseguenze derivanti dalle politiche implementate, dandone perciò una interpretazione in termini di politica economica. Allo scopo di evidenziare in maniera più puntuale le conseguenze che la dottrina monetarista ebbe sui paesi a basso reddito, infine, viene presentato un caso concreto di sua applicazione alla Tanzania.
This dissertation is concerned with describing the changes that affected the international economic system at the turn of the 1970s and 1980s by comparing the Keynesian and monetarist schools of thought. With regard to the industrialised countries, an interpretation of the economic problems of the period attributable to supply-side economics and, finally, to the Marxist school of thought will also be presented. Excluding from the analysis that Second World that had taken the path of the Soviet-style planned economy, the discussion follows a categorisation of an economic nature distinguishing between industrialised, long-standing capitalist and high-income areas of the world, such as North America, Western Europe and Japan, and newly industrialised non-oil-exporting countries or NICs, such as, in the Far East, South Korea, Taiwan, Thailand, Malaysia, Indonesia, as well as India, Pakistan, Morocco, Brazil, Argentina, Mexico, which had already, since the 1960s or 1970s, depending on the case, had embarked on a process of mass industrialisation that would lead them in the following decades to considerable increases in per capita income, and low-income countries, or low income, located mainly in sub-Saharan Africa.
In the first part, this classification is justified on the basis of the ever-increasing divarication of economic conditions in the Third World, already visible since the historical moment considered, the 1970s and 1980s.The analysis also dwells on the main economic problems affecting each category in the same historical period: for the former, i.e. the industrialised nations, these are represented by the decline in productive investment, inflation, the impossibility of reaching the goal of full employment, the decline in public investment, high private interest rates and the strong interconnection between First World economies, which made deflationary policies aimed at decreasing imports while safeguarding exports problematic. For the NICs, on the other hand, it was the high foreign debt, while for the low-income countries it was the issue of debt default, made concrete by a triple combination of factors: the balance of payments deficit, and thus the constant shortage of foreign reserves, the poor credit rating among international investors and the high public debt.
The second part contains a diachronic description of the evolution of the international economic system from the 1950s-1960s, corresponding to the golden age of international Keynesianism, up to the 1980s: the dynamics according to which those problems, in the first part only enunciated abstracting from the historical context, came about are thus described.
Finally, in the third part, the same historical period will be retraced, justifying the developments that occurred in the light of the consequences of the policies implemented, thus giving an interpretation in terms of economic policy. Finally, a concrete case of its application to Tanzania is presented in order to highlight in more detail the consequences that the monetarist doctrine had on low-income countries.
Nella prima parte, tale classificazione viene giustificata sulla base della sempre maggiore divaricazione delle condizioni economiche del Terzo mondo, visibile già a partire dal momento storico considerato, gli anni ’70 e ’80. L’analisi si sofferma inoltre sulle principali problematiche di natura economica che interesseranno ciascuna categoria nel medesimo periodo storico: per la prima, vale a dire quella delle nazioni industrializzate, esse sono rappresentate dal declino degli investimenti produttivi, dall’inflazione, dall’impossibilità del raggiungimento dell’obiettivo della piena occupazione, dal declino degli investimenti pubblici, dagli alti tassi di interesse privati e dalla forte interconnessione fra le economie del Primo mondo, che rendeva problematiche le politiche deflazionistiche volte a diminuire le importazioni salvaguardandone le esportazioni. Per i NIC, invece, il forte indebitamento estero, mentre per i paesi low income la questione dell’insolvenza sul debito, resa concreta da un triplice concorso di fattori: il deficit della bilancia dei pagamenti, e dunque la costante penuria di riserve estere, la scarsa reputazione creditizia presso gli investitori internazionali e l’alto indebitamento pubblico.
La seconda parte ospita una descrizione diacronica dell’evoluzione del sistema economico internazionale a partire dagli anni ’50-’60, corrispondenti all’età dell’oro del keynesismo internazionale, per giungere sino agli anni ’80: viene descritta dunque la dinamica secondo cui quei problemi, nella prima parte solo enunciati astraendo dal contesto storico, si sono prodotti.
In ultimo, nella terza parte, si ripercorrerà il medesimo periodo storico giustificando le evoluzioni occorse alla luce delle conseguenze derivanti dalle politiche implementate, dandone perciò una interpretazione in termini di politica economica. Allo scopo di evidenziare in maniera più puntuale le conseguenze che la dottrina monetarista ebbe sui paesi a basso reddito, infine, viene presentato un caso concreto di sua applicazione alla Tanzania.
This dissertation is concerned with describing the changes that affected the international economic system at the turn of the 1970s and 1980s by comparing the Keynesian and monetarist schools of thought. With regard to the industrialised countries, an interpretation of the economic problems of the period attributable to supply-side economics and, finally, to the Marxist school of thought will also be presented. Excluding from the analysis that Second World that had taken the path of the Soviet-style planned economy, the discussion follows a categorisation of an economic nature distinguishing between industrialised, long-standing capitalist and high-income areas of the world, such as North America, Western Europe and Japan, and newly industrialised non-oil-exporting countries or NICs, such as, in the Far East, South Korea, Taiwan, Thailand, Malaysia, Indonesia, as well as India, Pakistan, Morocco, Brazil, Argentina, Mexico, which had already, since the 1960s or 1970s, depending on the case, had embarked on a process of mass industrialisation that would lead them in the following decades to considerable increases in per capita income, and low-income countries, or low income, located mainly in sub-Saharan Africa.
In the first part, this classification is justified on the basis of the ever-increasing divarication of economic conditions in the Third World, already visible since the historical moment considered, the 1970s and 1980s.The analysis also dwells on the main economic problems affecting each category in the same historical period: for the former, i.e. the industrialised nations, these are represented by the decline in productive investment, inflation, the impossibility of reaching the goal of full employment, the decline in public investment, high private interest rates and the strong interconnection between First World economies, which made deflationary policies aimed at decreasing imports while safeguarding exports problematic. For the NICs, on the other hand, it was the high foreign debt, while for the low-income countries it was the issue of debt default, made concrete by a triple combination of factors: the balance of payments deficit, and thus the constant shortage of foreign reserves, the poor credit rating among international investors and the high public debt.
The second part contains a diachronic description of the evolution of the international economic system from the 1950s-1960s, corresponding to the golden age of international Keynesianism, up to the 1980s: the dynamics according to which those problems, in the first part only enunciated abstracting from the historical context, came about are thus described.
Finally, in the third part, the same historical period will be retraced, justifying the developments that occurred in the light of the consequences of the policies implemented, thus giving an interpretation in terms of economic policy. Finally, a concrete case of its application to Tanzania is presented in order to highlight in more detail the consequences that the monetarist doctrine had on low-income countries.
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