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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02272017-100020


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
MAZZOTTA, MARTA
URN
etd-02272017-100020
Titolo
Tutela del risparmio e attività bancaria. Profili di diritto costituzionale
Settore scientifico disciplinare
IUS/08
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Pertici, Andrea
Parole chiave
  • risparmio
  • attività bancaria
Data inizio appello
31/03/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro si dedica all’analisi della tutela del risparmio, inteso come valore economicamente e socialmente rilevante, rientrando, infatti, nei compiti della Repubblica, perseguire tale obiettivo controllando l’intero ciclo finanziario (dalla formazione “incoraggiata” del risparmio all’investimento attraverso imprese creditizie e finanziarie, nonché al “sostegno” del risparmio popolare sotto la forma dell’accesso alla proprietà abitativa e diretta coltivatrice).
La ricerca si pone l’obiettivo di un approfondimento della rilevanza costituzionale della tutela del risparmio popolare e delle realizzazioni concrete di questo principio da una prospettiva prettamente bancaria, da un punto di vista, cioè, di uno dei principali attori del processo creditizio in special guisa nella sua evoluzione giurisprudenziale e della particolare tutela pubblica riservata ai crediti.
Nessuna delle Costituzioni dei principali paesi europei accenna al termine risparmio. La Costituzione italiana rimane l’unica Carta costituzionale non solo a citare il risparmio, ma a dedicare un articolo, l’art. 47, esclusivamente a questo elemento decisivo per ogni economia nazionale. È un aspetto importantissimo della vita economica su cui influirono le particolari contingenze storiche, ma anche la tradizionale propensione italica al risparmio. Non solo, quella che fu una novità assoluta italiana non era mai apparsa prima. In vigenza dello Statuto Albertino la tutela del risparmio non era riconosciuta a livello costituzionale e costituiva in realtà un fine dello Stato totalitario affinché riuscisse a contrapporsi alla forza del mercato capitalistico.
A seguito dell’approfondimento sopra richiamato, la ricerca si è indirizzata sull’analisi dell’applicazione giurisprudenziale della norma costituzionale in esame essendo stata considerata, sin dall’inizio, una norma di tipo programmatica. Secondo le pronunce della Consulta l’articolo in questione avrebbe natura di indirizzo politico per il legislatore statale che ha, in questo campo, competenza esclusiva, col solo limite della contraddittorietà intrinseca cui potrebbe andare incontro.
A compimento di tale processo ermeneutico ci si è poi soffermati sugli interventi pubblici che hanno caratterizzato la tutela dell’accesso al credito, scaturiti e rafforzatisi in un periodo di così grave crisi economico-finanziaria nel quale stiamo vivendo. A questo proposito si è notato come il ruolo delle banche fosse di fondamentale importanza al fine di un superamento dell’emergenza economica e, per ciò stesso, l’intervento statale a sostegno dell’attività che pongono in essere è (ed è stata) per certi versi fortemente penetrante, benché imprescindibile.
Da ultimo, infine, si è posta la questione dell’influenza del sistema multilivello in materia, la quale sembra, oggi, indirizzarsi più che al legislatore nazionale, alla regolazione posta in essere dall’Unione europea, residuando al parlamento nazionale il compito di proteggere il “nucleo duro” della norma come si è cercato di individuare ed alla Consulta verificare una ragionevolezza nel proteggerlo, tenendo a mente che neppure nei Trattati europei, come in nessuna delle Costituzioni degli stati membri, è possibile rinvenire una normativa assimilabile all’esplicita tutela del risparmio garantito dalla nostra Carta costituzionale.
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