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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02262018-111815


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LEPORATTI, DAMIANO
URN
etd-02262018-111815
Titolo
Fattori predittivi di Tromboembolismo Venoso in pazienti ricoverati presso la U.O. Medicina d'Urgenza Universitaria: studio retrospettivo caso - controllo
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
Parole chiave
  • Tromboembolismo
  • Predittivi
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/03/2088
Riassunto
Il tromboembolismo venoso (TEV) è una delle patologie più comuni del sistema circolatorio, rappresentando la terza malattia cardiovascolare più frequente dopo la cardiopatia ischemica e l'ictus. L'EP è inoltre la causa diretta di morte di circa il 10% dei decessi ospedalieri in Italia. Il rapporto tra trombosi ed embolia è molto stretto: circa il 50% dei pazienti con trombosi venosa profonda (TVP) degli arti inferiori presenta una EP asintomatica e, d’altro canto, una TVP, soprattutto se asintomatica, è presente in circa l’80% dei pazienti con EP.
Considerata l’importanza in termini di morbilità e mortalità del TEV, è entrato in uso nella pratica clinica un sistema a punteggio, ideato e validato in Italia, per la stratificazione del rischio trombotico nel setting ospedaliero: il Padua Prediction Score (PPS). Nel setting ambulatoriale, viceversa, l’unico score validato per la predizione del rischio di TEV è il Khorana score, concepito per i soli pazienti oncologici.
Lo scopo di questa tesi è quello di individuare specifici predittori associati ad eventi di TEV, al fine di poterli trasporre, con finalità preventiva, anche in un setting ambulatoriale.
E’ stato quindi eseguito uno studio retrospettivo caso-controllo. Tra i 3725 pazienti ammessi all’U.O. di Medicina d’Urgenza Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nel periodo compreso tra 2014 e 2016, sono stati inclusi i pazienti con un PADUA Score ≥ 4, quindi considerabili “ad alto rischio” per TEV, per un totale di 288 pazienti. Di questi, 84 pazienti sono stati ammessi in reparto con diagnosi di TEV (casi), di cui 34 per TVP e 50 per EP; i restanti 214 pazienti (controlli) presentavano una storia clinica negativa per TEV.
Sono stati considerati come possibili predittori di TEV i seguenti parametri: età, sesso, presenza di Neoplasia Attiva, Obesità (BMI > 30), recenti Infezioni acute, recenti Insufficienze Respiratorie acute richiedenti ricovero, traumi o chirurgia recenti Immobilizzazione permanente (allettamento, disabilità neurologiche) o transitoria, presenza di Cateterismo Venoso Centrale (PICC o PORT), Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO).
I risultati all’analisi logistica hanno dimostrato che i predittori indipendenti di TEV in pazienti ricoverati con PADUA score > 4 sono: i pregressi ricoveri per insufficienza respiratoria, le infezioni acute recenti, la storia clinica di BPCO. L’associazione con le suddette variabili e il TEV, seppur presente, non è risultata statisticamente significativa nella coorte dei pazienti con neoplasia attiva. Viceversa nella coorte di pazienti non oncologici l’infezione acuta recente è risultata l’unico predittore significativo di TEV. Non sono state rilevate differenze significative per quanto riguarda i valori di D-dimero, sebbene siano risultati in media inferiori nei pazienti con EP rispetto ai pazienti con TVP. Tale differenza è verosimilmente riconducibile alla preponderanza di ricoveri, per EP subsegmentaria, e/o in fase subacuta, mentre i ricoveri per TVP erano probabilmente riconducibili a fase acuta di malattia.
In conclusione, lo studio ha confermato la validità come predittori di TEV delle infezioni acute recenti e dei ricoveri pregressi per insufficienza respiratoria. Inoltre, in aggiunta ai parametri considerati nel Padua Score, è emerso come predittore la BPCO. Nella coorte dei pazienti oncologici tali parametri, pur non mostrando una significatività statistica, esprimono un trend sovrapponibile a quello evidenziato nella popolazione generale: questo potrebbe suggerire l’utilità di implementare lo score Khorana con alcune comorbidità. Nella coorte di pazienti non oncologici, infine, l’evidenza nella nostra casistica di un’infezione acuta recente come fattore di rischio per TEV suggerisce l’importanza di futuri sforzi volti al miglioramento della stratificazione del rischio tromboembolico in un setting ambulatoriale anche per il paziente non neoplastico. Questo risultati potrebbero avere rilevanza clinica se confermati in studi prospettici nell’implementare la stratificazione del rischio tromboembolico nel setting ambulatoriale.
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