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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02262014-160953


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MARCHINI, MICHELE
URN
etd-02262014-160953
Titolo
Riscontro incidentale di embolia polmonare in TC
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Caramella, Davide
Parole chiave
  • embolia
  • embolism
  • incidentale
  • occasionale
  • polmonare
  • pulmonary
  • unsuspected
Data inizio appello
18/03/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il riscontro di embolia polmonare incidentale è aumentato negli ultimi anni
soprattutto grazie al miglioramento delle prestazioni nella diagnostica per immagini
apportato dai macchinari TC multidetettori.
La prevalenza in una popolazione generale di pazienti varia appunto a seconda
dell’apparecchiatura utilizzata, ridotta in caso TC sequenziali o spirale a singolo
detettore (0.5%-1.5%) e aumentata in caso di TC multidetettore (3.4%-
5.7%),anche la tipologia della popolazione in esame ha un forte impatto sulla
prevalenza risultando aumentata in quegli studi che comprendevano pazienti con
un età superiore ai 50 anni, e/o ospedalizzati e/o affetti da una patologia tumorale.
I pazienti oncologici rappresentano la stragrande maggioranza dei pazienti in cui
avviene il riscontro incidentale di embolia polmonare, ciò è riferibile in parte alle
potenzialità pro-trombotiche della neoplasia ma soprattutto al fatto che essi in molti
casi necessitano di ripetute indagini TC per i diversi aspetti legati alla loro malattia
di base,diagnosi , stadiazione, e follow up.
La prevalenza in questo tipo di pazienti varia da un 1.9% a 4.4% con una
prevalenza relativa più alta nei pazienti ospedalizzati rispetto a quelli ambulatoriali.
Per valutare l’eventuale esistenza di caratteristiche cliniche distintive dei pazienti
con riscontro incidentale di embolia polmonare questi pazienti sono stati confrontati
con altri pazienti oncologici senza episodi di embolia polmonare. Dall’analisi i
pazienti con EPI sono risultati differire dall altro gruppo per un’età media più
avanzata, dall’avere in anamensi un pregresso episodio di TEV, un’intervento di
chirurgia maggiore recente(2 mesi) la storia di chemioterapia recente (<30gg) uno
stadio avanzato, un basso PS e un tipo istologico particolare di tumore:
l’adenocarcinoma.
Dal confronto sulle caratteristiche cliniche dei pazienti con EPI e quelli invece che
avevano presentato un episodio sintomatico di embolia polmonare i risultati pur
non essendo univoci su tutti i parametri hanno sostanzialmente affermato un
omogeneità di questi due gruppi ossia la non esistenza di caratteristiche cliniche
distintive fra queste due categorie di pazienti.
Le caratteristiche considerate comprendevano anche in questo caso ,età ,
pregresso episodio di TEV, stadio e tipo di tumore(adenocarcinoma vs altri),PS,
chirurgia recente ospedalizzazione, chemioterapia recente.
A riguardo della localizzazione degli emboli nei casi di EPI ed embolia sintomatica
gli studi non sembrano dimostrare una differente modalità di distribuzione nei due
gruppi.
La storia naturale dei pazienti oncologici con EPI in termini di sopravvivenza
globale , ricorrenza di episodi di TEV ed episodi di sanguinamento è stata
confrontata sia rispetto ai pazienti oncologici senza TEV, sia rispetto a quelli con
embolia polmonare o TVP sintomatica.
Il confronto fra la storia naturale dei pazienti oncologici con riscontro incidentale di
embolia polmonare con quella dei pazienti oncologici senza quadri di TEV è stato
valutato solo in pochi studi.
Questi hanno prodotto risultati contrastanti, in alcuni studi la sopravvivenza globale
sembrava essere paragonabile in entrambi i gruppi di pazienti, in altri questa si
dimostrava significativamente ridotta nei pazienti con EPI.
Gli studi che confrontano i pazienti oncologici con EPI e quelli con embolia
polmonare sintomatica, sempre riguardo a sopravvivenza globale, ricorrenza di
TEV e sanguinamento sono più numerosi e coerenti.
Essi infatti sembrano indicare una sostanziale uguaglianza fra queste due
categorie di pazienti. I loro risultati portano a due conclusioni di fondo: la prima, già
avvalorata da precedenti studi in letteratura è che i pazienti oncologici che hanno
riscontro di TEV sintomatico possiedono una prognosi peggiore in termini di
sopravvivenza globale rispetto ai pazienti oncologici in cui la diagnosi di TEV è
esclusa, e la seconda emergente proprio dai suddetti studi è che i pazienti
oncologici con TEV sia sintomatici che asintomatici possiedono una prognosi in
termini di sopravvivenza globale del tutto comparabile.
Questi studi verificano inoltre come anche la ricorrenza di episodi di TEV, alta nei
pazienti con embolia sintomatica sia paragonabile con quella dei pazienti con EPI.
Queste evidenze portano quindi ad indicare un simile trattamento per la profilassi
degli episodi tromboembolici sia nei pazienti con TEV asintomatico che
sintomatico.
La terapia di entrambi i gruppi di pazienti infatti ad oggi si avvale del trattamento
anticoagulante con LMWH.
I due gruppi in esame non differiscono inoltre per il verificarsi di complicanze
correlate alla terapia anticoagulante in termini di sanguinamenti maggiori
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