Tesi etd-02252016-192806 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MANCA, VALERIA
URN
etd-02252016-192806
Titolo
Da "Mani pulite" alla legge 190/2012. Analisi critica delle principali riforme anti-corruzione.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Alberto
Parole chiave
- Anti-corruzione
Data inizio appello
14/03/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro di tesi intende fare un excursus storico su quelle che sono state le più importanti riforme, ovvero, la risposta della classe politica, nel corso degli anni a partire dallo scandalo “Tangentopoli”, di fronte al dilagare e alla capillarità del fenomeno della corruzione nel nostro paese.
Partendo proprio dalle vicissitudini giudiziarie degli anni ’90, ovvero, dai pilastri che hanno sorretto il sistema “Tangentopoli”, si fornirà un’analisi degli aspetti più importanti di alcuni degli interventi normativi varati nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso e del primo decennio del nuovo millennio dalle diverse legislature succedutesi nel tempo, rilevando quali riforme hanno manifestato un potenziale effetto anti-corruzione, e quali, al contrario, pro-corruzione, andando a influenzare il buon esito delle indagini di
“Mani pulite”.
A questo proposito si vedranno alcuni dei settori del modello democratico italiano, particolarmente interessati dal problema della corruzione: il problema della commistione tra politica e amministrazione, che chiama in causa l’inefficacia dei sistemi di controllo e la bassa trasparenza, un problema che si riscontra in ambiti quali l’attività contrattuale dello Stato, e nel sistema di finanziamento della politica. Partendo da questi settori, l’analisi si sposterà sulla valutazione delle riforme che hanno, in particolare, interessato gli stessi, facendo riferimento a fonti, rapporti e indagini istituzionali, e rilevando come, nonostante gli sforzi del legislatore negli ultimi vent’anni, siano andati anche verso l’approvazione di riforme di un certo spessore, l’attuazione delle stesse ha dovuto fare i conti con un sistema poco propenso a “cambiare pelle”, e con la farraginosità legislativa. Tutto questo ha poi avuto inevitabili conseguenze, che vanno dal fallimento delle indagini di “Mani pulite”, e quindi dal persistere della corruzione, quale conseguenza dell’inefficacia del sistema penale, inerzia della classe politica, e un tessuto socio-culturale che sembra accettare e legittimare la prassi della corruzione in Italia.
Il presente lavoro, si chiude con un’analisi circa le più importanti novità introdotte da quello che viene considerato il primo intervento organico anti-corruzione, la legge 190/2012, ovvero, da un primo bilancio fornito dall’Autorità Anticorruzione (ANAC), che mette in evidenza luci e ombre della riforma.
Partendo proprio dalle vicissitudini giudiziarie degli anni ’90, ovvero, dai pilastri che hanno sorretto il sistema “Tangentopoli”, si fornirà un’analisi degli aspetti più importanti di alcuni degli interventi normativi varati nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso e del primo decennio del nuovo millennio dalle diverse legislature succedutesi nel tempo, rilevando quali riforme hanno manifestato un potenziale effetto anti-corruzione, e quali, al contrario, pro-corruzione, andando a influenzare il buon esito delle indagini di
“Mani pulite”.
A questo proposito si vedranno alcuni dei settori del modello democratico italiano, particolarmente interessati dal problema della corruzione: il problema della commistione tra politica e amministrazione, che chiama in causa l’inefficacia dei sistemi di controllo e la bassa trasparenza, un problema che si riscontra in ambiti quali l’attività contrattuale dello Stato, e nel sistema di finanziamento della politica. Partendo da questi settori, l’analisi si sposterà sulla valutazione delle riforme che hanno, in particolare, interessato gli stessi, facendo riferimento a fonti, rapporti e indagini istituzionali, e rilevando come, nonostante gli sforzi del legislatore negli ultimi vent’anni, siano andati anche verso l’approvazione di riforme di un certo spessore, l’attuazione delle stesse ha dovuto fare i conti con un sistema poco propenso a “cambiare pelle”, e con la farraginosità legislativa. Tutto questo ha poi avuto inevitabili conseguenze, che vanno dal fallimento delle indagini di “Mani pulite”, e quindi dal persistere della corruzione, quale conseguenza dell’inefficacia del sistema penale, inerzia della classe politica, e un tessuto socio-culturale che sembra accettare e legittimare la prassi della corruzione in Italia.
Il presente lavoro, si chiude con un’analisi circa le più importanti novità introdotte da quello che viene considerato il primo intervento organico anti-corruzione, la legge 190/2012, ovvero, da un primo bilancio fornito dall’Autorità Anticorruzione (ANAC), che mette in evidenza luci e ombre della riforma.
File
Nome file | Dimensione |
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Frontespizio.pdf | 29.34 Kb |
Tesi_Mag...85401.pdf | 1.73 Mb |
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