Tesi etd-02252014-203733 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MANGANI, FRANCESCA
URN
etd-02252014-203733
Titolo
"Sepsi da Klebsiella pneumoniae-KPC: esperienza nell'ospedale di Pisa nel biennio 2012-2013"
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Menichetti, Francesco
Parole chiave
- antibiotico resistenza
- Klebsiella pneumoniae-KPC
Data inizio appello
18/03/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Klebsiella pneumoniae è un bacillo gram negativo della famiglia Enterobacteriaceae considerato un comune saprofita di uomo e animali, che colonizza il tratto gastrointestinale, cute e nasofaringe oltre a ritrovarsi in varie nicchie ambientali (suolo,acqua..).
Dagli anni 70 però l’epidemiologia e lo spettro delle manifestazioni cliniche da Klebsiella pneumoniae è notevolmente cambiato poichè è diventato un germe comune sopratutto in ambito ospedaliero e conseguentemente causa importante di infezioni nosocomiali.
Tuttavia a partire dalla fine anni 90’ una nuova classe di enzimi batterici capaci di inattivare anche i carbapenemi, nota come Klebsiella pneumoniae carbapenemasi (KPCs), si è rapidamente diffusa a partire dagli Stati Uniti (1996, North Carolina ) al nordest Usa, Porto Rico e da qui a livello globale con Israele e Grecia attualmente considerate zone endemiche. [2]
La diffusione globale di tali CRE in ambito nosocomiale pone notevoli problemi sia di ordine clinico sia per l’impatto in termini di sanità pubblica.
Dagli anni 70 però l’epidemiologia e lo spettro delle manifestazioni cliniche da Klebsiella pneumoniae è notevolmente cambiato poichè è diventato un germe comune sopratutto in ambito ospedaliero e conseguentemente causa importante di infezioni nosocomiali.
Tuttavia a partire dalla fine anni 90’ una nuova classe di enzimi batterici capaci di inattivare anche i carbapenemi, nota come Klebsiella pneumoniae carbapenemasi (KPCs), si è rapidamente diffusa a partire dagli Stati Uniti (1996, North Carolina ) al nordest Usa, Porto Rico e da qui a livello globale con Israele e Grecia attualmente considerate zone endemiche. [2]
La diffusione globale di tali CRE in ambito nosocomiale pone notevoli problemi sia di ordine clinico sia per l’impatto in termini di sanità pubblica.
File
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