Tesi etd-02252010-153457 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VENTURI, MARTINA
URN
etd-02252010-153457
Titolo
Fratture dell'epifisi prossimale di tibia: trattamento di riduzione e sintesi con placca monolaterale a stabilità angolare
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Scaglione, Michelangelo
Parole chiave
- epifisi prossimale tibia
- frattura
- placca a stabilità angolare
- Schatzker
Data inizio appello
16/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/03/2050
Riassunto
Le fratture del piatto tibiale includono un’ampia varietà di lesioni, accomunate dall’interessamento della superficie articolare dell’epifisi prossimale di tibia. Rappresentano 1% di tutte le fratture, nei pazienti giovani sono causate da traumi ad alta energia. Nei soggetti anziani è sufficiente un trauma di minore intensità a provocare una frattura complessa. La diagnosi di queste fratture è affidata all’esame obiettivo accurato e all’esame radiografico, poi la TC consente una più precisa caratterizzazione della lesione e pianificazione preoperatoria. Gli schemi classificativi utilizzati sono quelli proposti dalla AO e da Schatzker. La maggior parte dei chirurghi preferisce utilizzare la classificazione di Schatzker, perché presenta una correlazione diretta tra il tipo di frattura ed il trattamento da eseguire. La terapia di queste fratture vanta di una serie numerosa di approcci, conservativi o chirurgici. La chiave del successo terapeutico risulta correlata alla qualità della riduzione, alla stabilità dell’osteosintesi, al ripristino degli assi e della stabilità articolare. L’approccio chirurgico vanta una serie di possibilità: riduzione ed osteosintesi a cielo aperto,osteosintesi con fissatore esterno, con o senza osteosintesi interna, osteosintesi percutanea a cielo aperto. Scopo del nostro studio è valutare i pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di riduzione e sintesi interna con placca monolaterale NCB a stabilità angolare, secondo i criteri clinici e radiografici del ”Knee Joint Score”. Con il trattamento chirurgico si è inteso raggiungere i seguenti obiettivi: ricostruzione anatomica dell’articolazione; rispetto dei tessuti molli e vitalità dell’osso; sintesi stabile per consentire un movimento precoce; ripristino di asse, lunghezza, flessione e rotazione dell’articolazione. In questa tesi viene eseguito un lavoro di revisione critica della casistica della Clinica Ortopedica di Pisa da Ottobre 2008 a Novembre 2009,al fine di valutare l’efficacia del trattamento e le sue effettive indicazioni.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
La tesi non è consultabile. |