Tesi etd-02252010-115742 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GERI, VALENTINA
URN
etd-02252010-115742
Titolo
Il Tappeto Erboso Verticale
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLE AREE VERDI E DEL PAESAGGIO
Relatori
relatore Prof. Volterrani, Marco
correlatore Prof. Vernieri, Paolo
correlatore Prof. Vernieri, Paolo
Parole chiave
- ecologismo
- sostenibilità
- tappeto erboso
- Verde verticale
Data inizio appello
15/03/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
15/03/2050
Riassunto
L’aumento della popolazione urbana, che entro il 2020 sarà circa dell’80% e gli impatti dei cambiamenti climatici, che affliggeranno in maniera sempre maggiore le città, richiederanno l'utilizzo di soluzioni innovative e il ripensamento della gestione e dell’architettura dell’ambiente urbano, nella prospettiva di un miglioramento della qualità della vita, senza perpetuare gli errori del presente e del passato.
Negli ultimi anni del XIX e nei primi anni del XX secolo, nuove teorie urbanistiche e nuove tecniche architettoniche si incontrarono per dar vita alla città moderna. Questa nacque da scenari urbanistici tradizionalmente antagonisti, quello estensivo della città giardino derivato dall’idea di Ebenezer Howard e quello intensivo della città verticale di Le Corbusier. Durante e dopo il periodo dell’industrializzazione, nascono esigenze legate al problema della salubrità ambientale e gli spazi verdi, assumono così una valenza igienica e sociale anche in ambito urbano.
La continua espansione delle città, comporta inevitabilmente un aumento del fabbisogno energetico e l’occupazione di estensioni sempre più ampie di suolo. Inoltre, il degrado dell’ambiente urbano, dovuto all’attività antropica, oltre a determinare elevati livelli di inquinamento dell’aria e dell’acqua, trasforma anche le condizioni microclimatiche urbane. Un contributo alla mitigazione di questi effetti, può essere dato dalla presenza della vegetazione e più precisamente da quella parietale. Infatti i benefici apportati all’ambiente urbano sono numerosi: isolamento termico e acustico, aumento del valore delle costruzioni, produzione di ossigeno, abbassamento della temperatura (traspirazione delle piante), protezione delle superfici dai raggi UV e dagli effetti dell’acqua e assorbimento delle polveri sottili e dei rumori.
Grazie alle nuove generazioni di tecnologie unite alle conoscenze agronomiche e botaniche, è possibile coltivare le piante in verticale, sulle pareti degli edifici, come veri e propri giardini: è la green architecture.
La varietà di opere che possiamo iscrivere all’interno di questa categoria è ampia e impone una classificazione che ci porta a distinguere due principali tipologie: i giardini verticali realizzati con sistemi costruttivi che richiedono l’uso di cavi tesati e/o sostegni abbinati a contenitori (sistemi in combinazione); i giardini verticali basati sulla coltivazione idroponica (sistemi pesanti e piani).
Tetti e pareti verdi possono essere integrati facilmente e in modo efficace alle case esistenti e agli ambienti di lavoro, permettendo un sostanziale miglioramento della qualità della vita.
In questa tesi è stato portato avanti un progetto sperimentale di una parete verde, impiantata con specie da tappeto erboso, sia microterme che macroterme, utilizzate a seconda della stagione preferenziale di crescita, esaminando le loro esigenze nutrizionali e irrigue, ma anche le loro qualità estetiche in relazione all’adattabilità a determinate condizioni ambientali e strutturali. La scelta di queste specie è dovuta principalmente al fatto che hanno un’elevata rusticità e che l’assetto ecosistemico del tappeto erboso risulta avere il più basso input di energia totale richiesto per il mantenimento, comparato con altri tipi di soluzioni, trovando un’adattabilità in questo particolare contesto.
Negli ultimi anni del XIX e nei primi anni del XX secolo, nuove teorie urbanistiche e nuove tecniche architettoniche si incontrarono per dar vita alla città moderna. Questa nacque da scenari urbanistici tradizionalmente antagonisti, quello estensivo della città giardino derivato dall’idea di Ebenezer Howard e quello intensivo della città verticale di Le Corbusier. Durante e dopo il periodo dell’industrializzazione, nascono esigenze legate al problema della salubrità ambientale e gli spazi verdi, assumono così una valenza igienica e sociale anche in ambito urbano.
La continua espansione delle città, comporta inevitabilmente un aumento del fabbisogno energetico e l’occupazione di estensioni sempre più ampie di suolo. Inoltre, il degrado dell’ambiente urbano, dovuto all’attività antropica, oltre a determinare elevati livelli di inquinamento dell’aria e dell’acqua, trasforma anche le condizioni microclimatiche urbane. Un contributo alla mitigazione di questi effetti, può essere dato dalla presenza della vegetazione e più precisamente da quella parietale. Infatti i benefici apportati all’ambiente urbano sono numerosi: isolamento termico e acustico, aumento del valore delle costruzioni, produzione di ossigeno, abbassamento della temperatura (traspirazione delle piante), protezione delle superfici dai raggi UV e dagli effetti dell’acqua e assorbimento delle polveri sottili e dei rumori.
Grazie alle nuove generazioni di tecnologie unite alle conoscenze agronomiche e botaniche, è possibile coltivare le piante in verticale, sulle pareti degli edifici, come veri e propri giardini: è la green architecture.
La varietà di opere che possiamo iscrivere all’interno di questa categoria è ampia e impone una classificazione che ci porta a distinguere due principali tipologie: i giardini verticali realizzati con sistemi costruttivi che richiedono l’uso di cavi tesati e/o sostegni abbinati a contenitori (sistemi in combinazione); i giardini verticali basati sulla coltivazione idroponica (sistemi pesanti e piani).
Tetti e pareti verdi possono essere integrati facilmente e in modo efficace alle case esistenti e agli ambienti di lavoro, permettendo un sostanziale miglioramento della qualità della vita.
In questa tesi è stato portato avanti un progetto sperimentale di una parete verde, impiantata con specie da tappeto erboso, sia microterme che macroterme, utilizzate a seconda della stagione preferenziale di crescita, esaminando le loro esigenze nutrizionali e irrigue, ma anche le loro qualità estetiche in relazione all’adattabilità a determinate condizioni ambientali e strutturali. La scelta di queste specie è dovuta principalmente al fatto che hanno un’elevata rusticità e che l’assetto ecosistemico del tappeto erboso risulta avere il più basso input di energia totale richiesto per il mantenimento, comparato con altri tipi di soluzioni, trovando un’adattabilità in questo particolare contesto.
File
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