Tesi etd-02252008-221201 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BOZZACCO, LEONIA
URN
etd-02252008-221201
Titolo
UTILIZZO DELLE CELLULE DENDRITICHE NELL’INDUZIONE DI IMMUNITÁ CELLULARE NELLE INFEZIONI LENTIVIRALI
Settore scientifico disciplinare
BIO/19
Corso di studi
VIROLOGIA FONDAMENTALE E CLINICA
Relatori
Relatore Freer, Giulia
Parole chiave
- AT2
- CELLULE DENDRITICHE
- CFSE
- FACS
- HIV
- IFN
- PROLIFERAZIONE
- VACCINO
Data inizio appello
18/04/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/04/2048
Riassunto
Vaccini efficaci nella prevenzione di HIV dovrebbero indurre cellule T CD4+ e
CD8+ specifiche per le proteine virali presentate in associazione a molecole MHC di
classe I e II, in quanto sia le cellule T CD8+ sia le cellule CD4+ contribuiscono alla
resistenza ai virus. Le cellule dendritiche (DC) sono cellule presentanti l’antigene (Ag)
altamente specializzate in grado di presentare Ag di natura esogena sia alle cellule T
CD4+ helper sia alle cellule T CD8+ citotossiche e polarizzare le risposte immune nei due
tipi Th1 e Th2. Date le loro uniche funzioni immunoregolatorie, le DC sono state
considerate come adiuvanti naturali utili in approcci vaccinali contro il cancro e contro
importanti malattie infettive.
Nella prima parte di questa tesi, abbiamo valutato l’efficacia di una strategia di
targeting dell’Ag alle DC nell’uomo. A questo scopo, abbiamo inserito la proteina gag
p24 di HIV all’interno di un anticorpo monoclonale (mAb) specifico per DEC-205,
recettore endocitotico espresso sulle DC. Basse dosi del mAb di fusione ?-hDECp24,
inducevano proliferazione e produzione di IFN? da parte delle cellule T isolate dal sangue
di donatori HIV+. Il mAb di fusione ?-hDECp24 risultava più efficiente nel mediare
cross-presentazione rispetto a ?-hDC-SIGNp24, un mAb di fusione specifico per un altro
recettore endocitotico delle DC. La presentazione dell’Ag via DEC-205 è risultata
diversificata in quanto abbiamo identificato 8 diversi peptidi di gag riconosciuti su
differenti aplotipi HLA in 11 pazienti infetti con HIV.
Nella seconda parte, descriviamo un protocollo per coltivare DC feline in assenza
di proteine esogene per il loro uso in vivo. Abbiamo analizzato quale fosse lo stimolo
maturativo più efficace per indurre maturazione delle DC ed abbiamo definito i correlati della maturazione. Secondo il nostro protocollo, le DC feline sono state generate a partire
dai PBMC in presenza di IL-4 e GM-CSF e dopo 5 giorni di coltura le cellule sono state
maturate con LPS, oppure con TNF? o IFN? umani, oppure con piastrine attivate. Dopo
48 h dall’aggiunta dello stimolo maturativo, è stata analizzata l’espressione dei marcatori
di superficie CD14, MHC di classe II e B7.1 in parallelo con la capacità delle DC di
catturare l’Ag stimolare cellule T allogeniche in cosiddette mixed leucocyte reactions. I
risultati presentati mostrano che le DC feline coltivate in plasma autologo
differenziavano e maturavano in presenza di stimoli simili a quelli attualmente in uso per
altre specie. Questi risultati consolidano l’uso delle DC così ottenute in approcci
vaccinali e/o immunoterapeutici in gatti infetti con il virus dell’immunodeficienza felina
(FIV). FIV è un lentivirus che è stato a lungo studiato come modello per HIV.
L’infezione sostenuta da FIV nei gatti domestici è molto simile alla sindrome umana
(AIDS), causando una progressiva compromissione del sistema immunitario; perciò la
sindrome felina (FAIDS) è considerata un valido modello per testare eventuali vaccini
contro HIV-1.
Lo studio presentato nella terza parte di questa tesi è stato condotto per verificare
se le DC autologhe caricate con l’isolato primario FIV-M2 inattivato con alditriolo-2 ed
inoculate in vivo fossero capaci di stimolare una risposta immunitaria protettiva contro il
virus omologo. L’esito del challenge con FIV è stato monitorato misurando la risposta
cellulare e umorale, il carico virale e provirale, quantificando il virus anche mediante
isolamento virale dai PBMC e valutando l’andamento del numero delle cellule T CD4+ e
CD8+ nel sangue durante l’infezione. I dati mostrano che gli animali vaccinati sono
risultati infetti in seguito al challenge similmente agli animali di controllo. Sebbene
questi risultati non sembrano supportare l’idea che le DC caricate con l’Ag possano indurre immunità protettiva meglio di altre forme di Ag nel modello FIV, il presente
studio evidenzia aspetti importanti che devono essere valutati nel design di un vaccino
basato sulle DC, quali la maturazione delle DC, il metodo di caricamento ed il numero
delle cellule inoculate. Tali argomenti dovranno essere approfonditi in studi futuri di
vaccinazione e/o immunoterapia con DC feline.
CD8+ specifiche per le proteine virali presentate in associazione a molecole MHC di
classe I e II, in quanto sia le cellule T CD8+ sia le cellule CD4+ contribuiscono alla
resistenza ai virus. Le cellule dendritiche (DC) sono cellule presentanti l’antigene (Ag)
altamente specializzate in grado di presentare Ag di natura esogena sia alle cellule T
CD4+ helper sia alle cellule T CD8+ citotossiche e polarizzare le risposte immune nei due
tipi Th1 e Th2. Date le loro uniche funzioni immunoregolatorie, le DC sono state
considerate come adiuvanti naturali utili in approcci vaccinali contro il cancro e contro
importanti malattie infettive.
Nella prima parte di questa tesi, abbiamo valutato l’efficacia di una strategia di
targeting dell’Ag alle DC nell’uomo. A questo scopo, abbiamo inserito la proteina gag
p24 di HIV all’interno di un anticorpo monoclonale (mAb) specifico per DEC-205,
recettore endocitotico espresso sulle DC. Basse dosi del mAb di fusione ?-hDECp24,
inducevano proliferazione e produzione di IFN? da parte delle cellule T isolate dal sangue
di donatori HIV+. Il mAb di fusione ?-hDECp24 risultava più efficiente nel mediare
cross-presentazione rispetto a ?-hDC-SIGNp24, un mAb di fusione specifico per un altro
recettore endocitotico delle DC. La presentazione dell’Ag via DEC-205 è risultata
diversificata in quanto abbiamo identificato 8 diversi peptidi di gag riconosciuti su
differenti aplotipi HLA in 11 pazienti infetti con HIV.
Nella seconda parte, descriviamo un protocollo per coltivare DC feline in assenza
di proteine esogene per il loro uso in vivo. Abbiamo analizzato quale fosse lo stimolo
maturativo più efficace per indurre maturazione delle DC ed abbiamo definito i correlati della maturazione. Secondo il nostro protocollo, le DC feline sono state generate a partire
dai PBMC in presenza di IL-4 e GM-CSF e dopo 5 giorni di coltura le cellule sono state
maturate con LPS, oppure con TNF? o IFN? umani, oppure con piastrine attivate. Dopo
48 h dall’aggiunta dello stimolo maturativo, è stata analizzata l’espressione dei marcatori
di superficie CD14, MHC di classe II e B7.1 in parallelo con la capacità delle DC di
catturare l’Ag stimolare cellule T allogeniche in cosiddette mixed leucocyte reactions. I
risultati presentati mostrano che le DC feline coltivate in plasma autologo
differenziavano e maturavano in presenza di stimoli simili a quelli attualmente in uso per
altre specie. Questi risultati consolidano l’uso delle DC così ottenute in approcci
vaccinali e/o immunoterapeutici in gatti infetti con il virus dell’immunodeficienza felina
(FIV). FIV è un lentivirus che è stato a lungo studiato come modello per HIV.
L’infezione sostenuta da FIV nei gatti domestici è molto simile alla sindrome umana
(AIDS), causando una progressiva compromissione del sistema immunitario; perciò la
sindrome felina (FAIDS) è considerata un valido modello per testare eventuali vaccini
contro HIV-1.
Lo studio presentato nella terza parte di questa tesi è stato condotto per verificare
se le DC autologhe caricate con l’isolato primario FIV-M2 inattivato con alditriolo-2 ed
inoculate in vivo fossero capaci di stimolare una risposta immunitaria protettiva contro il
virus omologo. L’esito del challenge con FIV è stato monitorato misurando la risposta
cellulare e umorale, il carico virale e provirale, quantificando il virus anche mediante
isolamento virale dai PBMC e valutando l’andamento del numero delle cellule T CD4+ e
CD8+ nel sangue durante l’infezione. I dati mostrano che gli animali vaccinati sono
risultati infetti in seguito al challenge similmente agli animali di controllo. Sebbene
questi risultati non sembrano supportare l’idea che le DC caricate con l’Ag possano indurre immunità protettiva meglio di altre forme di Ag nel modello FIV, il presente
studio evidenzia aspetti importanti che devono essere valutati nel design di un vaccino
basato sulle DC, quali la maturazione delle DC, il metodo di caricamento ed il numero
delle cellule inoculate. Tali argomenti dovranno essere approfonditi in studi futuri di
vaccinazione e/o immunoterapia con DC feline.
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