Tesi etd-02252008-131800 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CRISCI, ISABELLA
Indirizzo email
crisci.isa@gmail.com
URN
etd-02252008-131800
Titolo
Associazione tra γ-glutamil-transferasi e rischio di diabete tipo 2
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Dott. Miccoli, Roberto
Parole chiave
- γ-glutamil-transferasi
- diabete
- insulino resistenza
Data inizio appello
18/03/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Premessa. Il livello di Gamma-Glutamil-Transferasi (GGT) potrebbe essere considerato un marker di stress ossidativo correlato con i fattori di rischio cardiovascolare, sindrome metabolica, insulino-resistenza e diabete tipo 2 (T2D).
Scopo dello studio. Esaminare se il livello di GGT è correlato con l’alterata regolazione glicemica (IGR= IFG e/o IGT) e con l’insulino –sensibilità in soggetti ad elevato rischio di diabete.
Pazienti e Metodi. In 500 soggetti ad alto rischio di T2D (199 uomini e 301 donne, età 47±11 anni; BMI 28.6±5.5 Kg/m2) è stato eseguito un OGTT con valutazione di insulinemia, c-peptide e profilo lipidico. Sono stati esclusi i soggetti con livelli di transaminasi (AST e/o ALT) e GGT >100 U/L, positività dei marcatori dell’epatite virale o eccessiva assunzione di alcool.
Risultati. BMI, circonferenza vita, pressione sistolica e diastolica, glicemia a digiuno, colesterolo totale ed LDL, trigliceridi, AST, ALT così come la prevalenza di sindrome metabolica (criteri ATP III) sono risultati più elevati nel IV quartile di GGT rispetto al I quartile (ANOVA: p<0.0001), mentre il livello di colesterolo HDL risultava più basso (ANOVA: p<0.005). La prevalenza di IFG (4%), IGT (8%) e IFG+IGT (19%) aumentava passando dal I al più alto quartile di GGT (14% vs 31%; p<0.0001). Rispetto ai soggetti con normale tolleranza glucidica, quelli con IGT e IFG+IGT mostravano livelli di GGT più alti (ANOVA: p<0.0001). Passando dal I al IV quartile di GGT, il livello di HOMA-IR aumentava (ANOVA: p<0.0001), mentre la preformance beta-cellulare (Indice insulinogenico/HOMA-IR) si riduceva (ANOVA: p<0.02). L’analisi logistica, aggiustata per età e genere, mostrava che livelli elevati di GGT erano indipendentemente associati a IGT (OR: 1.98; IC: 1.11-3.52) e IFG+IGT (OR: 2.89; IC: 1.37-6.10). Nell’analisi aggiustata anche per BMI, assunzione di alcool, familiarità per diabete, fumo e attività fisica, GGT rimaneva predittore indipendente di IFG+IGT (OR: 3.44; IC: 1.49-7.93). L’inclusione di transaminasi e HOMA-IR nel modello non modificava la significatività di tale associazione (OR: 2.79; IC: 1.07-7.28).
Conclusioni. I livelli di GGT appaiono correlati con le differenti categorie di alterata regolazione glicemica e strettamente associati sia con la sensibilità che con la secrezione insulinica. In accordo con precedenti osservazioni, il nostro studio suggerisce che i livelli di GGT possono essere considerati un marker biologico potenzialmente utile per l’identificazione dei soggetti ad alto rischio di diabete.
Scopo dello studio. Esaminare se il livello di GGT è correlato con l’alterata regolazione glicemica (IGR= IFG e/o IGT) e con l’insulino –sensibilità in soggetti ad elevato rischio di diabete.
Pazienti e Metodi. In 500 soggetti ad alto rischio di T2D (199 uomini e 301 donne, età 47±11 anni; BMI 28.6±5.5 Kg/m2) è stato eseguito un OGTT con valutazione di insulinemia, c-peptide e profilo lipidico. Sono stati esclusi i soggetti con livelli di transaminasi (AST e/o ALT) e GGT >100 U/L, positività dei marcatori dell’epatite virale o eccessiva assunzione di alcool.
Risultati. BMI, circonferenza vita, pressione sistolica e diastolica, glicemia a digiuno, colesterolo totale ed LDL, trigliceridi, AST, ALT così come la prevalenza di sindrome metabolica (criteri ATP III) sono risultati più elevati nel IV quartile di GGT rispetto al I quartile (ANOVA: p<0.0001), mentre il livello di colesterolo HDL risultava più basso (ANOVA: p<0.005). La prevalenza di IFG (4%), IGT (8%) e IFG+IGT (19%) aumentava passando dal I al più alto quartile di GGT (14% vs 31%; p<0.0001). Rispetto ai soggetti con normale tolleranza glucidica, quelli con IGT e IFG+IGT mostravano livelli di GGT più alti (ANOVA: p<0.0001). Passando dal I al IV quartile di GGT, il livello di HOMA-IR aumentava (ANOVA: p<0.0001), mentre la preformance beta-cellulare (Indice insulinogenico/HOMA-IR) si riduceva (ANOVA: p<0.02). L’analisi logistica, aggiustata per età e genere, mostrava che livelli elevati di GGT erano indipendentemente associati a IGT (OR: 1.98; IC: 1.11-3.52) e IFG+IGT (OR: 2.89; IC: 1.37-6.10). Nell’analisi aggiustata anche per BMI, assunzione di alcool, familiarità per diabete, fumo e attività fisica, GGT rimaneva predittore indipendente di IFG+IGT (OR: 3.44; IC: 1.49-7.93). L’inclusione di transaminasi e HOMA-IR nel modello non modificava la significatività di tale associazione (OR: 2.79; IC: 1.07-7.28).
Conclusioni. I livelli di GGT appaiono correlati con le differenti categorie di alterata regolazione glicemica e strettamente associati sia con la sensibilità che con la secrezione insulinica. In accordo con precedenti osservazioni, il nostro studio suggerisce che i livelli di GGT possono essere considerati un marker biologico potenzialmente utile per l’identificazione dei soggetti ad alto rischio di diabete.
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