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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02242016-155845


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GULLI', GIOVANNI
Indirizzo email
gio88g@live.it
URN
etd-02242016-155845
Titolo
Per un'antropologia dell'Unione europea. Istituzioni, politiche culturali e sviluppo identitario nel processo d'integrazione
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Dei, Fabio
correlatore Prof. Polsi, Alessandro
Parole chiave
  • de-territorializzazione
  • engrenage
  • European Commission
  • cultura
  • Unione europea
  • ricerca sul campo
  • fieldwork
  • identità europea
  • globalizzazione
  • politiche culturali
  • cittadinanza
  • antropologia del vicino
  • anthropology at home
  • globalization
  • state building
  • european building
  • european identity
  • citizenship
  • cultural sector
Data inizio appello
18/04/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi, basata principalmente sulle ricerche di Cris Shore e Marc Abélès, esamina diversi approcci antropologici allo studio dell’Unione europea. L’Unione è vista dall’antropologia come un costrutto culturale e le sue istituzioni come un nuovo luogo in cui si manifesta il politico in era di globalizzazione, dove il tradizionale nesso tra potere, politica e territorialità perde centralità. Il metodo antropologico di ricerca sul campo è usato come punto di partenza sul quale elaborare delle conclusioni teoriche generali sulla natura del progetto europeo, le sue istituzioni e le sue politiche.
La tesi si concentra poi sulla visione di identità e cultura europea che prende forma all’interno della Commissione e come questa tenta di diffondere la sua concezione d’Europa tramite iniziative simbolico-rituali e politiche mirate nel settore culturale per dare legittimità al progetto europeo. Particolare attenzione è rivolta alla concettualizzazione della cittadinanza europea, vista qui come strumento identiario essenziale per tracciare i confini di un’identità condivisa che possa trascendere quella nazionale.
L’ideologia e la cultura organizzativa della Commissione europea sono quindi esaminate assieme a quei meccanismi cognitivi che operano tra i funzionari europei per creare quel “nuovo uomo europeo” auspicato dai padri fondatori e dai teorici del progetto d’integrazione. Infine, si traggono alcune conclusioni sull’importanza del contributo antropologico per la comprensione di questa nuova ed inedita entità politica post-moderna.


This dissertation, mainly based on Cris Shore and Marc Abélès' research, explores the anthropological approaches to the study of the European Union. This is seen by anthropologists as a cultural construct and its institutions as a new place where politics manifests itself in a globalization era in which the relationship between power, politics and territory is losing centrality. The anthropological method of the fieldwork is used as a starting point to set a range of general theoretical conclusion about the nature of the European project, its institutions and policies.
The dissertation also focuses on the vision of European identity and culture that takes form inside the European Commission, and how the latter try to spread this conception of Europe through ritual and symbolic initiatives and a systematic intervention in the cultural sector to gain legitimacy for the European project. Particular attention is paid to the construction of the European citizenship seen as an identity device, essential to draw the boundaries of a shared identity that can transcend the national one.
The ideology and the cultural organization of the European Commission are then examined together with the cognitive mechanisms operating among the European civil service in order to create the new European man advocated by the founding fathers and the integrationist theorists. Finally, conclusions are drawn on how important the anthropological contribution is to the understanding of this new and unique post-modern polity.
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