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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02242008-104339


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MACCARI, GIULIA
URN
etd-02242008-104339
Titolo
La protesi inversa di spalla nella artropatia da cuffia
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. Guido, Giulio
Parole chiave
  • spalla
  • artropatia da cuffia
  • protesi inversa
Data inizio appello
18/03/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/03/2048
Riassunto
La protesica di spalla ha subito negli ultimi decenni una enorme evoluzione, nel tentativo di migliorare i risultati sia in termini di durata che di funzionalità dell’impianto.
In questo panorama la protesi inversa di spalla, utilizzata nel trattamento dell’artropatia da cuffia dei rotatori, si sta riproponendo grazie alla evoluzione sia del design e dei materiali che della tecnica chirurgica. Tutto ciò ha infatti portato ad un miglioramento dei risultati.
Il concetto di protesi inversa, introdotto da Paul Grammont, aveva infatti rappresentato una innovazione nel trattamento dell'artrosi scapolo-omerale secondaria a lesione di cuffia dei rotatori massiva ed irreparabile.
La peculiarità di questa protesi è che l’anatomia dell’articolazione gleno-omerale viene invertita, ossia la testa è posta sulla glenoide e la cavità con cui essa si articola è situata sull’omero.In tal modo, il centro di rotazione dell’articolazione è spostato medialmente e distalmente, e ciò aumenta il braccio di leva del deltoide.
Descriviamo in questa tesi la biomeccanica della spalla normale e della spalla con lesione massiva della cuffia dei rotatori e il razionale di impiego della protesi inversa di spalla.
Presso la Clinica Ortopedica della Università di Pisa l’esperienza con il sistema di protesizzazione della scapolo-omerale T.E.S.S. (Total Evolutive Shoulders System) è iniziato nell’Aprile 2007.
La casistica ad oggi consta di 11 casi; tutti i pazienti trattati erano affetti da artrosi eccentrica, per la quale non era possibile un’altra valida alternativa di trattamento.
Il follow-up, seppur breve, ci ha permesso di esprimere delle considerazioni sia cliniche sia di tecnica chirurgica. Ad oggi possiamo affermare che nei casi trattati sono stati raggiunti dei risultati soddisfacenti.
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