Tesi etd-02232024-190120 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PROIETTO, ADELE
Indirizzo email
a.proietto1@studenti.unipi.it, adele.proietto998@gmail.com
URN
etd-02232024-190120
Titolo
La condizione della donna tra stereotipi e realtà
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Fussi, Alessandra
relatore Prof.ssa Sassi, Maria Michela
relatore Prof.ssa Sassi, Maria Michela
Parole chiave
- Aristotele
- diritti
- donne
- Genere femminile
- identità necessaria
- Platone
- uguaglianza di genere
Data inizio appello
05/04/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/04/2094
Riassunto
Le argomentazioni affrontate all’interno del presente elaborato si propongono di delineare la posizione attribuita alle donne, nel corso dei secoli, in particolari contesti sociali, storici e culturali. Fin dagli albori delle società organizzate, alle donne è stata attribuita una posizione di subordinazione all’uomo, tale condizione sociale, ampiamente condivisa in diverse culture, ha legittimato le continue discriminazioni e limitazioni attuate nei confronti del genere femminile. L’oggetto principale della nostra indagine sarà quello di evidenziare come le donne siano state sistematicamente svantaggiate in termini di diritti, opportunità, potere decisionale, accesso all’istruzione e al lavoro, nonché soggette a stereotipi di genere dannosi che le hanno confinate in ruoli tradizionali e subalterni.
L’analisi degli argomenti affrontati nella presente trattazione sarà suddivisa in tre sezioni.
Il primo capitolo ha una funzione introduttiva, in quanto, si tenterà di offrire una panoramica della condizione delle donne nell’antica Grecia, mettendo in luce le limitazioni e le sfide che le donne hanno dovuto affrontare in una società dominata dal patriarcato e dalla misoginia. Lo scopo sarà quello di dimostrare come la “questione femminile” sia sempre stata presente nelle diverse culture e, soprattutto, comprendere come e perché la relazione tra sessi sia cambiata nel corso del tempo. L’ambito letterario attesta l’agire di personaggi femminili di grande rilevanza, tra cui Lisistrata il cui nome “scioglitrice di eserciti” evoca già il carattere del personaggio della commedia aristofanea. Considerare la posizione di Lisistrata fornisce un’opportunità di esplorare il ruolo delle donne nella politica e nella promozione della pace, consentendo loro di rovesciare i ruoli tradizionali di genere.
Nel secondo capitolo, analizzeremo il ruolo delle donne nella concezione filosofica antica, sul pensiero di Platone, Aristotele, Pitagora ed Epicuro. Questo capitolo offre l’opportunità di esplorare uno dei temi più intriganti e, al tempo stesso, controversi del pensiero platonico. Nella Repubblica, Platone, si sofferma sulle donne e sull’importanza per lo Stato di equipararle agli uomini, in base alle funzioni da loro svolte respingendo l’idea che le differenze di genere implicano automaticamente disparità di ruoli e argomentando che sia l’educazione che la forza fisica determinano le capacità di ciascun individuo. Tuttavia, se Platone nella Repubblica sostiene che le donne dovrebbero avere ruoli sociali pari a quelli degli uomini, solo una generazione dopo, Aristotele, nella Politica, riporta le donne ai loro ruoli tradizionali in casa, a servizio degli uomini, non sostenendo l’uguaglianza di genere e definendo l’uomo, anche dal punto di vista biologico, come una specie superiore rispetto alla donna.
Ad aver influenzato Platone nella sua considerazione della donna, potrebbero esser stati i Pitagorici più antichi, essendo la prima comunità filosofica greca ad accettare le donne e fornire loro istruzione, includendole non solo come madri, mogli, sorelle e figlie, ma anche come discepole e praticanti di uno stile di vita che segue gli insegnamenti di Pitagora. Alla fine, in conclusione del capitolo, si analizzerà la differente percezione del ruolo delle donne nella filosofia, offerta dalla scuola epicurea e da altre correnti filosofiche antiche quali quella pitagorica. Diverse testimonianze dimostrano che la filosofia epicurea non solo si è fatta promotrice dell’emancipazione delle donne ma si è anche occupata della diffusione del proprio pensiero nella convinzione che ogni individuo, a prescindere dall’estrazione sociale, avesse il diritto e la possibilità di entrarne a far parte con lo scopo di trovare la beatitudine attraverso la filosofia.
Il terzo capitolo si propone di analizzare la nozione di identità necessaria proposta da Bernard Williams intesa come una forma di identità sociale che definisce le aspettative e i doveri sociali associati agli individui in base alla loro appartenenza a un particolare gruppo sociale. Inoltre, esplorare l’idea di identità necessaria può essere un modo utile per analizzare le disuguaglianze sociali, come ad esempio l’appartenenza al genere femminile, considerato come un destino immutabile dal quale non ci si può sottrarre. Per concludere, prenderemo in considerazione il dibattito che ha suscitato il concetto di identità necessaria di Williams, ripreso da Margaret Urban Walker alla luce delle riflessioni femministe sulla costruzione di tale identità.
L’analisi degli argomenti affrontati nella presente trattazione sarà suddivisa in tre sezioni.
Il primo capitolo ha una funzione introduttiva, in quanto, si tenterà di offrire una panoramica della condizione delle donne nell’antica Grecia, mettendo in luce le limitazioni e le sfide che le donne hanno dovuto affrontare in una società dominata dal patriarcato e dalla misoginia. Lo scopo sarà quello di dimostrare come la “questione femminile” sia sempre stata presente nelle diverse culture e, soprattutto, comprendere come e perché la relazione tra sessi sia cambiata nel corso del tempo. L’ambito letterario attesta l’agire di personaggi femminili di grande rilevanza, tra cui Lisistrata il cui nome “scioglitrice di eserciti” evoca già il carattere del personaggio della commedia aristofanea. Considerare la posizione di Lisistrata fornisce un’opportunità di esplorare il ruolo delle donne nella politica e nella promozione della pace, consentendo loro di rovesciare i ruoli tradizionali di genere.
Nel secondo capitolo, analizzeremo il ruolo delle donne nella concezione filosofica antica, sul pensiero di Platone, Aristotele, Pitagora ed Epicuro. Questo capitolo offre l’opportunità di esplorare uno dei temi più intriganti e, al tempo stesso, controversi del pensiero platonico. Nella Repubblica, Platone, si sofferma sulle donne e sull’importanza per lo Stato di equipararle agli uomini, in base alle funzioni da loro svolte respingendo l’idea che le differenze di genere implicano automaticamente disparità di ruoli e argomentando che sia l’educazione che la forza fisica determinano le capacità di ciascun individuo. Tuttavia, se Platone nella Repubblica sostiene che le donne dovrebbero avere ruoli sociali pari a quelli degli uomini, solo una generazione dopo, Aristotele, nella Politica, riporta le donne ai loro ruoli tradizionali in casa, a servizio degli uomini, non sostenendo l’uguaglianza di genere e definendo l’uomo, anche dal punto di vista biologico, come una specie superiore rispetto alla donna.
Ad aver influenzato Platone nella sua considerazione della donna, potrebbero esser stati i Pitagorici più antichi, essendo la prima comunità filosofica greca ad accettare le donne e fornire loro istruzione, includendole non solo come madri, mogli, sorelle e figlie, ma anche come discepole e praticanti di uno stile di vita che segue gli insegnamenti di Pitagora. Alla fine, in conclusione del capitolo, si analizzerà la differente percezione del ruolo delle donne nella filosofia, offerta dalla scuola epicurea e da altre correnti filosofiche antiche quali quella pitagorica. Diverse testimonianze dimostrano che la filosofia epicurea non solo si è fatta promotrice dell’emancipazione delle donne ma si è anche occupata della diffusione del proprio pensiero nella convinzione che ogni individuo, a prescindere dall’estrazione sociale, avesse il diritto e la possibilità di entrarne a far parte con lo scopo di trovare la beatitudine attraverso la filosofia.
Il terzo capitolo si propone di analizzare la nozione di identità necessaria proposta da Bernard Williams intesa come una forma di identità sociale che definisce le aspettative e i doveri sociali associati agli individui in base alla loro appartenenza a un particolare gruppo sociale. Inoltre, esplorare l’idea di identità necessaria può essere un modo utile per analizzare le disuguaglianze sociali, come ad esempio l’appartenenza al genere femminile, considerato come un destino immutabile dal quale non ci si può sottrarre. Per concludere, prenderemo in considerazione il dibattito che ha suscitato il concetto di identità necessaria di Williams, ripreso da Margaret Urban Walker alla luce delle riflessioni femministe sulla costruzione di tale identità.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
La tesi non è consultabile. |