Tesi etd-02232015-202251 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ROMANO, ALESSANDRO
URN
etd-02232015-202251
Titolo
Attivita' Fisica e Sclerosi Multipla
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Prof. Siciliano, Gabriele
Parole chiave
- multiple sclerosis and physical activity
Data inizio appello
18/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La sclerosi multipla (SM) è la più comune causa di disabilità cronica nel giovane adulto. Si tratta di una malattia infiammatoria a genesi autoimmunitaria, inquadrabile nell’ambito delle malattie demielinizzanti plurifocali che interessano la sostanza bianca del sistema nervoso centrale.
Leggermente più frequente nella donna rispetto all’uomo (rapporto M:F 2:3), la SM esordisce nel 70% dei casi fra i 20 e i 40 anni. Nel mondo, ci sono circa 1,3 milioni di persone con Sclerosi Multipla e alcune zone del pianeta rappresentano dei veri e propri focolai della malattia, in particolare l’Italia è uno dei paesi a più alto rischio registrando un’incidenza significativa di circa 57.000 persone.
La SM, per le sue caratteristiche invalidanti, croniche e imprevedibili, produce una serie di mutamenti nell’esistenza dei soggetti colpiti che determinano un progressivo
distacco da aspettative, speranze, progetti di vita. Tale percezione di distacco riguarda innanzitutto i problemi specifici relativi alla privazione del proprio schema corporeo che si manifestano nei deficit funzionali, nella perdita di aspetti importanti della propria autonomia, nel timore del progredire della malattia, nel dover affrontare la convivenza con la cronicità. Rilevanti risultano conseguentemente gli effetti sull’omeostasi psicosociale dell’individuo: nell’ambito familiare, lavorativo e nel tessuto delle relazioni sociali.
Nessuna persona è uguale ad un’altra e non esiste un modo tipico di reagire alla SM, poiché ogni persona coinvolta avrà un modo unico e soggettivo di vivere questa esperienza.
Dal punto di vista motorio, in passato, si raccomandava alle persone con SM il riposo, per non peggiorare i sintomi. In realtà, numerosi studi dimostrano che l’esercizio fisico sia non solo sicuro, ma anche capace di produrre un miglioramento. Sono stati riscontrati miglioramenti della forza isometrica, della mobilità, dell’equilibrio sia statico che dinamico oltre che dati positivi relativi all’umore, alla capacità aerobica e al fitness generale di questi soggetti.
In sostanza, l’esercizio fisico si è dimostrato ben tollerato dai pazienti con SM, senza nessun incremento delle esacerbazioni e senza effetti nocivi.
Le statistiche indicano che molte persone cercano informazioni sulla salute online e i numeri sono più alti della media se si tratta di SM. Chi è ben informato è più sicuro nel prendere una decisione rispetto a chi non lo è, le informazioni ci preparano e danno fiducia nell’affrontare qualunque imprevisto e non c’è da meravigliarsi dunque, che chi vive con una malattia come la SM, voglia acquisire il maggior numero possibile di informazioni su di essa. E’ molto importante raccogliere e gestire queste informazioni, per utilizzarle al massimo nell’autogestione dei sintomi, per identificare e comunicare i bisogni e per migliorare la vita di chi ha la SM. Ogni singolo individuo può essere considerato un “esperto” da cui attingere informazioni e imparare nuove cose.
Vista l’importanza dell’informazione intesa come conoscenza acquisita con lo studio, l’istruzione o l’esperienza e la sua capacità di influenzare le prospettive e di modificare la qualità della vita, il questionario proposto in questa tesi ha l’obbiettivo di raccogliere informazioni e acquisire conoscenze riguardo l’attività fisica praticata dai soggetti con SM.
Il questionario si articola in 20 quesiti a risposta multipla ed il campione scelto per l’indagine è costituito da 38 soggetti (27 femmine e 11 maschi) con SM residenti nella città di Potenza o nella sua provincia, aventi un’età media compresa tra i 30 e i 40 anni.
I risultati mostrano che la gran parte dei pazienti con SM (28 su 38) svolge esercizio fisico, consigliato prevalentemente dai medici. Questi dati lasciano ben sperare non solo perché l’attività fisica risulta essere molto importante per molte patologie a carattere neurologico come la SM, ma anche perché sono principalmente i medici a consigliarla, e questo avvalora ulteriolmente l’efficacia dell’attività fisica dimostrata dal punto di vista scientifico. Il 95% dei soggetti intervistati che svolge esercizio con regolarità ha dichiarato che chi lo segue nei programmi di attività fisica è informato del suo stato di salute ma, il 50% di essi non ritiene che l’attività fisica svolta tenga conto della propria patologia. Da qui emerge l’importanza dell’Attività Fisica Adattata, che risulta ancora poco diffusa e praticata, infatti, da questa indagine è emerso che in Basilicata 26 persone con SM su 38 intervistate non ha mai sentito parlare di AFA, e 30 pensano che a livello collettivo non ci siano conoscenze adeguate riguardo questi protocolli.
L’indagine svolta conferma l’utilità dell’attività fisica anche in questa tipologia di pazienti, dimostrata dal fatto che il 92% di questi ritiene che l’esercizio fisico possa apportare miglioramenti nella vita delle persone con SM.
Leggermente più frequente nella donna rispetto all’uomo (rapporto M:F 2:3), la SM esordisce nel 70% dei casi fra i 20 e i 40 anni. Nel mondo, ci sono circa 1,3 milioni di persone con Sclerosi Multipla e alcune zone del pianeta rappresentano dei veri e propri focolai della malattia, in particolare l’Italia è uno dei paesi a più alto rischio registrando un’incidenza significativa di circa 57.000 persone.
La SM, per le sue caratteristiche invalidanti, croniche e imprevedibili, produce una serie di mutamenti nell’esistenza dei soggetti colpiti che determinano un progressivo
distacco da aspettative, speranze, progetti di vita. Tale percezione di distacco riguarda innanzitutto i problemi specifici relativi alla privazione del proprio schema corporeo che si manifestano nei deficit funzionali, nella perdita di aspetti importanti della propria autonomia, nel timore del progredire della malattia, nel dover affrontare la convivenza con la cronicità. Rilevanti risultano conseguentemente gli effetti sull’omeostasi psicosociale dell’individuo: nell’ambito familiare, lavorativo e nel tessuto delle relazioni sociali.
Nessuna persona è uguale ad un’altra e non esiste un modo tipico di reagire alla SM, poiché ogni persona coinvolta avrà un modo unico e soggettivo di vivere questa esperienza.
Dal punto di vista motorio, in passato, si raccomandava alle persone con SM il riposo, per non peggiorare i sintomi. In realtà, numerosi studi dimostrano che l’esercizio fisico sia non solo sicuro, ma anche capace di produrre un miglioramento. Sono stati riscontrati miglioramenti della forza isometrica, della mobilità, dell’equilibrio sia statico che dinamico oltre che dati positivi relativi all’umore, alla capacità aerobica e al fitness generale di questi soggetti.
In sostanza, l’esercizio fisico si è dimostrato ben tollerato dai pazienti con SM, senza nessun incremento delle esacerbazioni e senza effetti nocivi.
Le statistiche indicano che molte persone cercano informazioni sulla salute online e i numeri sono più alti della media se si tratta di SM. Chi è ben informato è più sicuro nel prendere una decisione rispetto a chi non lo è, le informazioni ci preparano e danno fiducia nell’affrontare qualunque imprevisto e non c’è da meravigliarsi dunque, che chi vive con una malattia come la SM, voglia acquisire il maggior numero possibile di informazioni su di essa. E’ molto importante raccogliere e gestire queste informazioni, per utilizzarle al massimo nell’autogestione dei sintomi, per identificare e comunicare i bisogni e per migliorare la vita di chi ha la SM. Ogni singolo individuo può essere considerato un “esperto” da cui attingere informazioni e imparare nuove cose.
Vista l’importanza dell’informazione intesa come conoscenza acquisita con lo studio, l’istruzione o l’esperienza e la sua capacità di influenzare le prospettive e di modificare la qualità della vita, il questionario proposto in questa tesi ha l’obbiettivo di raccogliere informazioni e acquisire conoscenze riguardo l’attività fisica praticata dai soggetti con SM.
Il questionario si articola in 20 quesiti a risposta multipla ed il campione scelto per l’indagine è costituito da 38 soggetti (27 femmine e 11 maschi) con SM residenti nella città di Potenza o nella sua provincia, aventi un’età media compresa tra i 30 e i 40 anni.
I risultati mostrano che la gran parte dei pazienti con SM (28 su 38) svolge esercizio fisico, consigliato prevalentemente dai medici. Questi dati lasciano ben sperare non solo perché l’attività fisica risulta essere molto importante per molte patologie a carattere neurologico come la SM, ma anche perché sono principalmente i medici a consigliarla, e questo avvalora ulteriolmente l’efficacia dell’attività fisica dimostrata dal punto di vista scientifico. Il 95% dei soggetti intervistati che svolge esercizio con regolarità ha dichiarato che chi lo segue nei programmi di attività fisica è informato del suo stato di salute ma, il 50% di essi non ritiene che l’attività fisica svolta tenga conto della propria patologia. Da qui emerge l’importanza dell’Attività Fisica Adattata, che risulta ancora poco diffusa e praticata, infatti, da questa indagine è emerso che in Basilicata 26 persone con SM su 38 intervistate non ha mai sentito parlare di AFA, e 30 pensano che a livello collettivo non ci siano conoscenze adeguate riguardo questi protocolli.
L’indagine svolta conferma l’utilità dell’attività fisica anche in questa tipologia di pazienti, dimostrata dal fatto che il 92% di questi ritiene che l’esercizio fisico possa apportare miglioramenti nella vita delle persone con SM.
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