Tesi etd-02232010-104509 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BRUSCHI, ALESSIA
URN
etd-02232010-104509
Titolo
Relazione fra indici di rigidità arteriosa e parametri ecocardiografici in donne in menopausa
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
Parole chiave
- disfunzione diastolica
- menopausa
- rigidità arteriosa
Data inizio appello
16/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/03/2050
Riassunto
Le donne in post-menopausa presentano un aumentato rischio cardiovascolare, che può essere causato da un’aumentata prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, ma anche da alterazioni della funzione e della struttura vascolare e cardiaca. La rigidità arteriosa rappresenta un possibile meccanismo attraverso cui il danno vascolare determina impegno cardiaco, ed è anche un predittore indipendente di eventi cardiovascolari.
L’obiettivo di questa tesi è valutare il rapporto fra rigidità arteriosa e funzione diastolica del ventricolo sinistro in un gruppo di donne in post-menopausa afferenti al “Percorso donna e cuore” per la valutazione del rischio cardiovascolare.
Sono state reclutate 149 donne (età 56 ± 6 anni, pressione arteriosa 129±17 / 76±9 mmHg, 38% ipertese, 30% fumatrici, 27% ipercolesterolemiche, 20% obese, 8% con alterata tolleranza glucidica o diabetiche) in prevenzione primaria. La velocità dell’onda di polso (PWV, Pulse Wave Velocity) carotido-femorale, indice di rigidità aortica, è stata valutata mediante tonometria per applanazione. Inoltre abbiamo eseguito uno studio ecocardiografico transtoracico per la misurazione del rapporto E/A, della massa ventricolare sinistra (LVMI) e dello spessore relativo di parete (RWT).
Nella popolazione complessiva, la PWV carotido-femorale è risultata 7,2±1,3 m/s. L’ipertrofia ventricolare sinistra (LVMI≥51 g/ m2,7) è stata osservata nel 30% della popolazione, un RWT≥0,42 nel 12%, mentre un alterato rilasciamento del ventricolo sinistro (E/A ratio<0,8, tempo di decelerazione ≥200ms) è stato rilevato nel 24%.
Un’aumentata PWV è associata con la presenza di alterato rilasciamento ventricolare (PWV 7.72 vs 7.15 m/s, p<0.01), ma non con l’ipertrofia ventricolare sinistra o con il rimodellamento concentrico.
Gli unici fattori di rischio associati con l’aumentata PWV sono risultati essere l’età, l’ipertensione e l’alterata tolleranza glucidica. L’analisi di regressione logistica, corretta per questi tre fattori di rischio, mostra che avere una PWV maggiore della mediana (7.1 m/s) comporta un rischio maggiore di 2.9 volte (limiti di confidenza 5-95% 1.11-7.79) di presentare un alterato rilasciamento diastolico.
Pertanto, nella popolazione di donne in post-menopausa in prevenzione primaria, la PWV carotido-femorale è associata a disfunzione diastolica di grado lieve anche dopo la correzione per i più importanti fattori di rischio.
Questi dati suggeriscono che un’aumentata rigidità aortica potrebbe contribuire allo sviluppo della disfunzione diastolica del ventricolo sinistro e, probabilmente, allo scompenso cardiaco sinistro in donne in post-menopausa.
L’obiettivo di questa tesi è valutare il rapporto fra rigidità arteriosa e funzione diastolica del ventricolo sinistro in un gruppo di donne in post-menopausa afferenti al “Percorso donna e cuore” per la valutazione del rischio cardiovascolare.
Sono state reclutate 149 donne (età 56 ± 6 anni, pressione arteriosa 129±17 / 76±9 mmHg, 38% ipertese, 30% fumatrici, 27% ipercolesterolemiche, 20% obese, 8% con alterata tolleranza glucidica o diabetiche) in prevenzione primaria. La velocità dell’onda di polso (PWV, Pulse Wave Velocity) carotido-femorale, indice di rigidità aortica, è stata valutata mediante tonometria per applanazione. Inoltre abbiamo eseguito uno studio ecocardiografico transtoracico per la misurazione del rapporto E/A, della massa ventricolare sinistra (LVMI) e dello spessore relativo di parete (RWT).
Nella popolazione complessiva, la PWV carotido-femorale è risultata 7,2±1,3 m/s. L’ipertrofia ventricolare sinistra (LVMI≥51 g/ m2,7) è stata osservata nel 30% della popolazione, un RWT≥0,42 nel 12%, mentre un alterato rilasciamento del ventricolo sinistro (E/A ratio<0,8, tempo di decelerazione ≥200ms) è stato rilevato nel 24%.
Un’aumentata PWV è associata con la presenza di alterato rilasciamento ventricolare (PWV 7.72 vs 7.15 m/s, p<0.01), ma non con l’ipertrofia ventricolare sinistra o con il rimodellamento concentrico.
Gli unici fattori di rischio associati con l’aumentata PWV sono risultati essere l’età, l’ipertensione e l’alterata tolleranza glucidica. L’analisi di regressione logistica, corretta per questi tre fattori di rischio, mostra che avere una PWV maggiore della mediana (7.1 m/s) comporta un rischio maggiore di 2.9 volte (limiti di confidenza 5-95% 1.11-7.79) di presentare un alterato rilasciamento diastolico.
Pertanto, nella popolazione di donne in post-menopausa in prevenzione primaria, la PWV carotido-femorale è associata a disfunzione diastolica di grado lieve anche dopo la correzione per i più importanti fattori di rischio.
Questi dati suggeriscono che un’aumentata rigidità aortica potrebbe contribuire allo sviluppo della disfunzione diastolica del ventricolo sinistro e, probabilmente, allo scompenso cardiaco sinistro in donne in post-menopausa.
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