Tesi etd-02222016-194408 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COPPOLA, FRANCESCA
URN
etd-02222016-194408
Titolo
Realizzazione di un protocollo operativo per la "liberazione" in natura delle istrici (Hystrix cristata L.,1758) provenienti da centri di recupero, nell'ambito delle procedure autorizzative previste dalla normativa vigente.
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI
Relatori
relatore Dott. Felicioli, Antonio
relatore Dott. Vecchio, Giuseppe
controrelatore Prof. Bagliacca, Marco
relatore Dott. Vecchio, Giuseppe
controrelatore Prof. Bagliacca, Marco
Parole chiave
- fototrappole
- Istrice
- liberazione
- radiotracking
- tane
Data inizio appello
09/03/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro di tesi nasce dall’idea di dare un contributo alla conoscenza della biologia dell’istrice e alla delineazione di linee guida per la “liberazione” in natura di istrici detenuti e/o cresciuti presso centri di recupero (C.R.A.S.). Linee guida utili all’aumento della probabilità per la sopravvivenza dell’animale post-“liberazione”. Questa indagine è basata sul monitoraggio di un istrice nella sua attività post-“liberazione” da un centro di recupero. In particolare sono stati indagati l’uso delle tane e le interazioni sociali con la popolazione di istrici residenti mediante video-fototrappolaggio e l’uso dello spazio, mediante l’ausilio di un radiocollare GPS con teconologia GSM integrato con un radiocollare VHF
Le fototrappole posizionate nell’area di studio ci hanno permesso di studiare la popolazione di istrici residenti in loco, acquisendo importanti informazioni su alcuni comportamenti riscontrati in natura come quelli di interazione con la mammalofauna presente, avente la stessa attitudine all’uso di tane sotterranee e su alcuni comportamenti intraspecifici.
Trattandosi di sperimentazione animale ed essendo l’istrice un animale protetto dalla legislazione vigente in Italia dal 1981, inizialmente con la L.N. 503/81, poi con la L.N. 157/92, per poter procedere allo studio è stato necessario ottenere le relative autorizzazioni previste dalla normativa vigente.
Il periodo di monitoraggio è stato di circa 5 mesi, durante i quali si è potuto osservare che l’animale si è adattato senza problemi apparenti all’ambiente selvatico, mostrando fin da subito comportamenti tipici della specie. L’istrice, infatti, fatta eccezione di brevi periodi in cui è stata raminga, ha utilizzato le buche come luogo di rifugio diurno, ha scavato in una buca già esistente e si è accompagnata con un esemplare maschio con il quale fa coppia stabilmente, abitando in tana.
I dati utilizzati per l’analisi degli home range sono il risultato della combinazione di due tecniche di monitoraggio, la telemetria satellitare e la radiotelemetria, che ha ovviato ai limiti del radiocollare GPS. Dall’analisi degli spostamenti è emerso che durante tutto il periodo di monitoraggio l’animale durante il giorno ha vissuto prevalentemente all’interno delle tane presenti, mentre durante le ore notturne si è mosso rimanendo sempre a stretto contatto con la bassa e fitta vegetazione sotto una copertura arborea tipica degli ambienti boschivi dell’area di studio. Occasionalmente l’istrice è uscito in spazi aperti alla ricerca di cibo ma non ha mai frequentato gli orti e i coltivi presenti all’interno dell’area di studio. Pertanto, sebbene l’impatto dell’istrice sulle coltivazioni agricole e in particolare sulle produzioni orticole sia notevole in numerose parti del suo areale di distribuzione, nell’area di studio questo non sembra rappresentare un problema rilevante. Tale fenomeno è presumibilmente associabile alla ricchezza di fonti alimentari disponibili proprie dell’habitat dell’area di studio o del particolare momento climatico favorevole.
Per la determinazione dell' home range è stato utilizzato il software Quantum Gis, utilizzando il metodo kernel al 95% e il metodo del Minimo Poligono Convesso o MCP al 95% e al 100% perl’analisi dell’home range totale e per l’analisi dell’home range diviso per decadi.
A conclusione di questo lavoro di tesi è stato possibile redarre un protocollo operativo per la “liberazione” in natura di istrici provenienti da centri di recupero. Questo protocollo è da considerarsi preliminare e certamente non esaustivo ma è auspicabile che possa rappresentare in parte una base conoscitiva sulla quale possono essere aggiunte, integrate e/o emendate informazioni provenienti da ulteriori studi, utili alla gestione e alla comprensione della biologia di questo prezioso animale selvatico della nostra fauna.
Le fototrappole posizionate nell’area di studio ci hanno permesso di studiare la popolazione di istrici residenti in loco, acquisendo importanti informazioni su alcuni comportamenti riscontrati in natura come quelli di interazione con la mammalofauna presente, avente la stessa attitudine all’uso di tane sotterranee e su alcuni comportamenti intraspecifici.
Trattandosi di sperimentazione animale ed essendo l’istrice un animale protetto dalla legislazione vigente in Italia dal 1981, inizialmente con la L.N. 503/81, poi con la L.N. 157/92, per poter procedere allo studio è stato necessario ottenere le relative autorizzazioni previste dalla normativa vigente.
Il periodo di monitoraggio è stato di circa 5 mesi, durante i quali si è potuto osservare che l’animale si è adattato senza problemi apparenti all’ambiente selvatico, mostrando fin da subito comportamenti tipici della specie. L’istrice, infatti, fatta eccezione di brevi periodi in cui è stata raminga, ha utilizzato le buche come luogo di rifugio diurno, ha scavato in una buca già esistente e si è accompagnata con un esemplare maschio con il quale fa coppia stabilmente, abitando in tana.
I dati utilizzati per l’analisi degli home range sono il risultato della combinazione di due tecniche di monitoraggio, la telemetria satellitare e la radiotelemetria, che ha ovviato ai limiti del radiocollare GPS. Dall’analisi degli spostamenti è emerso che durante tutto il periodo di monitoraggio l’animale durante il giorno ha vissuto prevalentemente all’interno delle tane presenti, mentre durante le ore notturne si è mosso rimanendo sempre a stretto contatto con la bassa e fitta vegetazione sotto una copertura arborea tipica degli ambienti boschivi dell’area di studio. Occasionalmente l’istrice è uscito in spazi aperti alla ricerca di cibo ma non ha mai frequentato gli orti e i coltivi presenti all’interno dell’area di studio. Pertanto, sebbene l’impatto dell’istrice sulle coltivazioni agricole e in particolare sulle produzioni orticole sia notevole in numerose parti del suo areale di distribuzione, nell’area di studio questo non sembra rappresentare un problema rilevante. Tale fenomeno è presumibilmente associabile alla ricchezza di fonti alimentari disponibili proprie dell’habitat dell’area di studio o del particolare momento climatico favorevole.
Per la determinazione dell' home range è stato utilizzato il software Quantum Gis, utilizzando il metodo kernel al 95% e il metodo del Minimo Poligono Convesso o MCP al 95% e al 100% perl’analisi dell’home range totale e per l’analisi dell’home range diviso per decadi.
A conclusione di questo lavoro di tesi è stato possibile redarre un protocollo operativo per la “liberazione” in natura di istrici provenienti da centri di recupero. Questo protocollo è da considerarsi preliminare e certamente non esaustivo ma è auspicabile che possa rappresentare in parte una base conoscitiva sulla quale possono essere aggiunte, integrate e/o emendate informazioni provenienti da ulteriori studi, utili alla gestione e alla comprensione della biologia di questo prezioso animale selvatico della nostra fauna.
File
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tesi_francesca.pdf | 13.14 Mb |
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