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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02212022-123846


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
REMIDDI, LORENZO
URN
etd-02212022-123846
Titolo
La politica estera di una media potenza: il ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
Parole chiave
  • Foreign Policy
  • Interessi Nazionali
  • Italia
  • Italy
  • Media Potenza
  • Middle Power
  • National Interests
  • Politica Estera
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2092
Riassunto
Il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale è un argomento che, tanto storicamente quanto nell’attualità, risulta centrale per definire le aspirazioni dello Stato e dettare le strategie e gli orizzonti in politica estera. L’analisi dei fattori di potere, la stabilità della struttura di un determinato attore internazionale e l’insieme di relazioni e rapporti di forza che uno Stato intrattiene si pongono quali elementi essenziali per esaminare lo scenario della politica italiana.
Il posizionamento che prevalentemente si riscontra in differenti studi e ricerche porta a identificare l’Italia come una media potenza il cui ruolo internazionale risulta, precipuamente, legato ad una funzione stabilizzatrice. L’ambito di ricerca si prefigge quindi, in primo luogo, di comprendere se tale visione risulti ancora oggi corretta ed esaustiva. In secondo luogo, l’analisi si concentra su recenti casi studio collegati al coinvolgimento degli interessi dell’Italia sul piano internazionale: dalle risultanze di tali avvenimenti, muove quindi l’esame circa l’opportunità per l’Italia di intraprendere una politica estera incentrata su una visione prettamente nazionale oppure legarsi, propriamente nel contesto europeo, ad un’ottica condivisa e multilaterale.
Lo studio dei fattori di potere strutturali e derivati, secondo un approccio materialista multidimensionale, porta al posizionamento dell’Italia tra le medie potenze. Tale ruolo non deve però essere interpretato secondo una mera logica reputazionale nello scacchiere internazionale: esso pone le fondamenta per la comprensione dei comportamenti più opportuni da adottare in politica estera rispetto alle mutevoli situazioni contingenti. Una media potenza, dunque uno Stato in possesso di risorse tali da condizionare il sistema internazionale ma insufficienti a determinare un cambiamento al suo interno, deve vagliare costantemente il rapporto tra i costi e benefici delle proprie azioni, agire per la stabilizzazione del contesto internazionale allo scopo di determinare una stratificazione di potere in cui veda riconosciuto il proprio ruolo e, infine, basare le proprie decisioni politiche su una diplomazia deideologizzata capace di conferire elasticità rispetto ai vincoli strutturali con attori di rango superiore e subordinato.
Sin dal secondo dopoguerra, al fine di scongiurare un potenziale isolamento politico, la costruzione del ruolo internazionale italiano ha avuto quali cardini d’orientamento la NATO (North Atlantic Treaty Organization) e l’Unione Europea instaurando e contribuendo a relazioni che ancora oggi risultano fondamentali. Tuttavia, la protezione degli interessi nazionali dell’Italia, sia nel bacino del Mar Mediterraneo che nel cosiddetto “Mediterraneo allargato”, richiede un’accurata riflessione circa la necessità di condurre un’eventuale politica di protezione unilaterale visti i numerosi approcci, talvolta anche in contrasto con gli obiettivi italiani, promossi dalla NATO e dall’Unione Europea. I casi studio per comprendere il miglior tipo di posizionamento per l’Italia riguardano quindi la firma della Belt and Road Initiative con la Cina, la centralità della blue economy nel contesto economico italiano, l’ormai annosa questione libica che stenta a trovare una definitiva normalizzazione e la sfida energetica, particolarmente rilevante per il crescere delle tensioni nel bacino del Levante.
Le ricerche effettuate riguardo sia il ruolo internazionale dell’Italia sia i recenti casi concernenti gli interessi italiani forniscono un chiaro quadro circa la possibilità di una politica estera nazionalistica o focalizzata al perseguimento di una diplomazia meramente dettata dagli affari economici. In entrambi i casi, l’allontanamento dallo storico contesto multilaterale NATO ed europeo, che ha contraddistinto la politica estera dell’Italia, determinerebbe un deterioramento del proprio ruolo internazionale in favore del raggiungimento di possibili risultati soltanto nel breve periodo. Come invece hanno dimostrato gli impegni istituzionali italiani e la recente firma del Trattato del Quirinale tra Italia e Francia, l’analisi del rapporto costi-benefici in politica estera favorisce il sostegno italiano al multilateralismo e segna, contestualmente, una netta linea d’azione verso l’integrazione internazionale.
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