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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02212018-154524


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
ALINGHIERI, MATTEO
Indirizzo email
m.alinghieri@gmail.com
URN
etd-02212018-154524
Titolo
L'EEGQ per la valutazione delle caratteristiche neurofisiologiche piu' idonee ad un trattamento con tecniche di Neurofeedback
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Sartucci, Ferdinando
Parole chiave
  • ansia
  • cognitivi
  • depressione
  • diagnosi categoriale
  • diagnosi dimensionale
  • EEG
  • elettroencefalogramma
  • neurofeedback
  • Peter Van Deusen
  • psicosomatici
  • QEEG
  • quantitativo
  • TQ77
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il “neurofeedback” è una tecnica di biofeedback, basata sul segnale EEG, che viene utilizzata in diversi campi: medicina, psicologia, riabilitazione, preparazione atletica e potenziamento del proprio benessere psico – fisico. Rappresenta un’applicazione terapeutica non farmacologica di notevole interesse considerando la poca invasività e la sua versatilità. La Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback (AAPB) e l’International Society for Neurofeedback & Research (ISNR) sono due tra le associazioni più importanti a livello mondiale impegnate nella ricerca, la divulgazione e il riconoscimento dei lavori e dei professionisti attivi in questo campo. Entrambe riconoscono l’elettroencefalogramma quantitativo (EEGQ) come strumento per monitorare efficacemente un intervento terapeutico basato su tecniche di “neurofeedback”. Ad oggi in Italia questa tecnica non è stata ancora ufficialmente regolarizzata, per cui si trovano ad operare nel settore diversi tipi di professionisti, medici e non, spesso non adeguatamente formati dal punto di vista delle conoscenze neurofisiologiche e pratiche di EEGQ, con il risultato di effettuare trattamenti basandosi solo sul colloquio clinico, senza una valutazione oggettiva iniziale e attingendo unicamente dalle informazioni del paziente, ricavate nel colloquio clinico, per valutarne la pertinenza dei protocolli impiegati e l’efficacia. Allo stesso modo nel corso degli anni si sono sviluppati software e applicazioni user – friendly che erroneamente fanno credere agli utenti di poter svolgere un lavoro terapeutico su sé stessi senza l’aiuto dei professionisti specialisti.
L’obbiettivo di questo lavoro, svolto presso lo studio privato di un medico psichiatra certificato in neurofisiologia clinica, è stato quello di utilizzare il software di analisi quantitativa “TQ7 Trainer’s Q” elaborato da Peter Van Deusen, in un gruppo di soggetti per individuare profili EEG utili a indirizzare i pazienti a trattamenti di neurofeedback specifici.
Il campione è costituito da 75 soggetti, di cui 44 uomini (59%) e 31 donne (41%), che per loro necessità avevano richiesto una valutazione psichiatrica supportata dall’analisi EEGQ. Il campione è stato poi suddiviso in gruppi a seconda dei profili EEGQ emersi per individuare i possibili trattamenti più idonei con tecniche di neurofeedback.
Le variabili neurofisiologiche analizzate sono state il pattern di frequenza dominante, la frequenza di picco Beta alto, picco di frequenze su T3 T4 “hot temporals”, rapporto Theta/Beta, il ritmo sensori – motorio (SMR), la scarsa reattività Alpha.
Dalla storia clinica e la compilazione del questionario auto – valutativo emerge che 15 pazienti su 75 (20%) presentavano anamnesi positiva per sintomi cognitivi, difficoltà di attenzione; in 16 pazienti su 75 (21%) si sono riscontrati disturbi psicosomatici; infine 44 su 75 soggetti (58,6%) presentavano anamnesi positiva per sintomatologia ansioso depressiva di cui: 29 con sintomatologia mista (13 uomini e 16 donne, 65,9%); 10 con solo sintomatologia di tipo ansioso (7 uomini e 3 donne, 22,7%); 5 con solo sintomatologia di tipo depressivo (1 uomo e 4 donne, 11,4%). L’analisi EEGQ, eseguita attraverso il software TQ7, ci ha permesso di ottenere i seguenti risultati: 42 pazienti su 75 non hanno esibito un pattern di frequenza dominante specifico (28 uomini e 14 donne); è stato rilevato un pattern caratterizzato da onde lente in 29 pazienti su 75 (13 uomini e 16 donne); in 2 soggetti è stato rilevato un pattern di frequenza dominante ad onde medie (2 uomini) e in altri 2 un pattern ad onde rapide (1 uomo e 1 donna). È stato indentificato un rapporto Theta/Beta alto nella maggioranza o tutti i siti di registrazione in 31 pazienti su 75 (16 uomini e 15 donne); in 19 soggetti (14 uomini e 5 donne) è stato rilevato un rapporto basso, mentre 25 soggetti (14 uomini e 11 donne) hanno mostrato un rapporto misto, alto in alcune derivazioni e basso in altre ripartite equamente. L’analisi del picco di frequenza ha permesso di individuare 59 persone su 75 (36 uomini e 23 donne) con un picco di frequenza beta elevato; la valutazione del ritmo sensori – motorio (SMR) è risultata al di sotto dei limiti in 45 pazienti su 75 (23 uomini e 22 donne). L’analisi delle frequenze più rapide, Beta, a livello dei lobi temporali, è risultata al di sopra dei limiti in 48 pazienti (30 uomini e 18 donne); infine in 30 pazienti su 75 (22 uomini e 8 donne) è stata rilevata una scarsa reattività Alpha.
La valutazione complessiva derivata dal confronto – sintesi degli elementi clinici, psicodiagnostici e delle variabili neurofisiologiche analizzate con l’EEGQ ci ha permesso di suddividere il campione in quattro gruppi, a ciascuno dei quali è stato applicato un protocollo di neurofeedback specifico. In un primo gruppo abbiamo messo i soggetti con dominanza di onde lente e con risposta positiva ad item sul deficit di attenzione, 15 pazienti su 75. Questi pazienti sono stati indirizzati al trattamento con tecniche di “neurofeedback theta/beta down”; nel secondo gruppo sono stati inseriti soggetti con SMR basso e risposta positiva ad item di sintomi psicosomatici, 15 pazienti su 75. Per questi è stato individuato il trattamento di “neurofeedback SMR up”; nel terzo gruppo abbiamo inserito soggetti con beta 2 e 3 elevate sui temporali con risposte positive ad item sull’ansia, 16 pazienti su 75. Per questi è stato individuato il trattamento di “neurofeedback beta squish”; nel quarto gruppo abbiamo inserito i soggetti con quadrante anteriore sinistro 3° o 4° in velocità con risposte positive ad item sulla depressione, 13 pazienti su 75. Questi sono stati indirizzati verso il protocollo “neurofeedback F3 – P4”.
I soggetti sono stati trattati per almeno 10 sedute di neurofeedback; sul piano soggettivo abbiamo avuto risposte positive circa miglioramento comportamentale e dei sintomi nel 66% del primo gruppo, nel 46% del secondo gruppo, nel 80% del terzo gruppo, nel 30% del quarto gruppo, valutato dai singoli soggetti a cui è stato chiesto: peggioramento, stazionario, miglioramento, miglioramento significativo.
I risultati sono ancora in fase di validazione; al momento stiamo ancora eseguendo le registrazioni EEGQ post trattamento, ma seppur preliminari i risultati sono incoraggianti.
I disturbi psichiatrici rappresentano una sfida profonda per la popolazione generale, ed è imperativo convalidare pratiche cliniche e tecnologie per migliorare l'accuratezza della diagnosi e delle prescrizioni terapeutiche, farmacologiche e non. Le procedure diagnostiche e i futuri sistemi di classificazione dei disturbi mentali dovrebbero tentare di combinare approcci descrittivi, categoriali e dimensionali. L’EEGQ, con i suoi travolgenti sviluppi tecnologici attuali, rappresenta un interessante presidio atto a dare supporto a diagnosi dimensionali validate oggettivamente, oltre a indirizzare verso protocolli specifici di neuroterapia non invasiva e non farmacologica, di cui oggi sempre più pazienti e familiari vanno in cerca.
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