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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02212014-113458


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAMPIONI, SILVIA
URN
etd-02212014-113458
Titolo
Valutazione del valore nutritivo di panelli di estrazione di semi di oleaginose ai fini del loro utilizzo nell'alimentazione dei ruminanti
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof. Mele, Marcello
Parole chiave
  • panelli
Data inizio appello
10/03/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le fonti proteiche nell’alimentazione animale sono oggetto di un grande interesse a causa del problema crescente di scarsità di risorse e di competizione per il cibo che si prevede sarà sempre più pressante con il crescere della popolazione mondiale. Le conoscenze nel campo della nutrizione animale e, nella fattispecie, dell’utilizzo delle fonti di azoto da parte dei ruminanti, si sono pertanto molto sviluppate a partire dalla fine del secolo scorso. L’avvento di moderne tecniche di allevamento ha ormai affermato da diversi anni l’uso della soia quale principale fonte proteica nell’alimentazione animale. La farina di estrazione di soia è la fonte proteica di origine vegetale più utilizzata nell’alimentazione del bestiame grazie alla sua appetibilità e all’alto contenuto nutritivo. Il suo uso, tuttavia, presenta le seguenti problematiche: oltre ad essere in larghissima misura di importazione, incidendo in maniera negativa nel saldo del nostro bilancio commerciale, viene ottenuta dalla disoleazione con solventi chimici dei semi integrali e, inoltre, in commercio si trova in gran parte geneticamente modificata. In considerazione delle problematiche di diverso tipo, sentite soprattutto dai consumatori europei, che riguardano l’uso di alimenti geneticamente modificati (OGM) e del divieto dell’uso di alimenti trattati con sostanze chimiche nell’ambito del disciplinare per la zootecnia biologica, i nutrizionisti hanno dovuto rivedere le strategie che riguardano l’alimentazione animale. L’impiego diretto di granelle di proteaginose nella formulazione delle razioni, per garantire l’integrazione proteica, è una delle soluzioni proposte e, in certa misura anche applicate, soprattutto nell’agricoltura biologica. In Italia tra le specie coltivabili vengono preferiti il pisello proteico (Pisum sativum) e il favino da granella (Vicia faba minor) grazie ad una serie di vantaggi agronomici che presentano. Un’alternativa è rappresentata dai sottoprodotti dell’industria di estrazione dell’olio da semi di piante oleaginose, diverse dalla soia. Tali sottoprodotti prendono il nome di panelli qualora provengano dell’estrazione dell’olio mediante pressione. I panelli sono mangimi semplici di alto valore nutritivo, particolarmente adatti a bilanciare razioni di foraggi poveri di proteina e a soddisfare le esigenze di tutti i ruminanti. In questo progetto di tesi sono stati presi in considerazione 5 tipi di panelli (cartamo, colza, lino, sesamo e girasole) analizzati in tre diversi periodi di tempo (al tempo 0, dopo tre mesi e dopo 6 mesi di conservazione) e utilizzando tre modalità diverse di confezionamento per la conservazione (carta, plastica e plastica sotto azoto). I panelli sono stati ottenuti dalla spremitura meccanica dei semi ottenuti da una filiera regionale. Principalmente sono stati condotti due tipi di valutazione: una valutazione chimico nutrizionale dei panelli come si presentavano all’origine ed una valutazione sul loro stato ossidativo durante la conservazione. Per quanto concerne il primo punto, è emersa la diversità delle matrici nelle loro componenti nutrizionali, in particolar modo, dal punto di vista del contenuto proteico, le fonti migliori sono risultate il panello di lino e di sesamo con il 30 e il 31% rispettivamente. Il cartamo si differenzia dagli altri tipi di panelli per una percentuale di lignina molto elevata (circa il 15%). Il contenuto in olio è risultato variabile tra il 6 e il 15%, tranne nel caso del sesamo, in cui il residuo d’olio è risultato di circa il 30%, dovuto probabilmente alla difficoltà dell’estrazione a causa delle dimensioni piccolissime del suo seme e dalla mancanza di un pericarpo che funzionasse da materiale filtrante durante l’estrazione. In riferimento alla seconda parte della tesi, tutte le matrici hanno evidenziato un elevato stato di ossidazione già al tempo 0, in particolare per quanto riguarda il valore delle TBARs. I risultati consentono di fare le seguenti considerazioni: visto l’elevato stato ossidativo dei panelli fin dall’origine, sarebbe necessario affinare la tecnica di estrazione al fine di evitare eccessivi innalzamenti della temperatura durante il processo e limitare il contatto con l’aria anche durante il periodo di conservazione, utilizzando sistemi di packaging che prevedano l’utilizzo di azoto.
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