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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02212011-162415


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CHIUPPESI, FLAVIA
URN
etd-02212011-162415
Titolo
Sviluppo e validazione in vivo di un vaccino contro herpes genitale
Settore scientifico disciplinare
MED/07
Corso di studi
VIROLOGIA FONDAMENTALE E CLINICA
Relatori
commissario Prof. Pozzi, Gianni
commissario Prof. Tettelin, Hervè
commissario Prof. Ceccherini Nelli, Luca
tutor Prof. Pistello, Mauro
Parole chiave
  • lentivirus
  • HSV
  • vaccini
  • virus
Data inizio appello
03/03/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’herpes genitale è un’infezione che persiste per tutta la vita ed è causa della comparsa di lesioni genitali estremamente dolorose e ricorrenti, di complicazioni a livello sistemico, di morbidità psico-sociale e di complicazioni serie nei neonati da madri infette, che, anche se rare, possono portare ad handicap neurologici persistenti e a morte. Inoltre è stato dimostrato che l’herpes genitale incrementa il rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmesse come ad esempio quella dovuta al virus dell’immunodeficienza umana (HIV). La principale causa di herpes genitale è il virus herpes simplex (HSV)-2, tuttavia una proporzione sempre crescente di episodi primari è dovuta ad HSV-1. La trasmissione di HSV per via genitale è solitamente dovuta alla liberazione del virus da parte di individui che non sono a conoscenza di essere infetti o ai quali i test clinici hanno fallito nel diagnosticare l’infezione. La prevalenza dell’herpes genitale aumenta non solo con l’età e con il numero di partner sessuali, ma anche in particolari gruppi etnici e socio-economici; tuttavia, l’infezione non è assolutamente limitata solo alla popolazione ad elevato rischio.
Gli agenti antivirali, come ad esempio l’aciclovir, possono ridurre la severità della malattia, prevenire le ricorrenze e limitare il periodo in cui il virus viene liberato, ma attualmente non esistono misure di controllo di popolazione efficaci come ad esempio un vaccino.
Un vaccino ideale dovrebbe essere in grado di eradicare, eliminare o contenere l’agente infettivo; un vaccino preventivo contro HSV non solo dovrebbe prevenire l’infezione genitale primaria, ma dovrebbe ridurre o limitare il rischio di infezione a livello del sistema nervoso.
Sulla base di queste conoscenze, abbiamo sviluppato una strategia vaccinale che si basa sull’utilizzo di un vettore lentivirale derivato dal virus dell’immunodeficienza felina e codificante per la glicoproteina B di HSV-1 come immunogeno (LAW-gB1). Questo gene è stato scelto per la sua capacità di indurre una immunità crociata contro HSV-1 e HSV-2 sia di tipo umorale che cellulare e per la sua spiccata abilità nello stimolare una risposta di tipo cellulo-mediata, che sembra essere di fondamentale importanza nel contenere l’infezione erpetica.
Per massimizzare ed ampliare l’efficienza di trasduzione, LAW-gB1 è stato prodotto e pseudotipizzato con diversi envelope, ed inizialmente caratterizzato in vitro su diversi tipi cellulari per valutare lo spettro di traduzione e la durata di espressione del transgene. LAW-gB1 è stato poi inoculato in topi C57BL/6 e testato per la sua capacità di indurre sia una risposta umorale che cellulo-mediata verso l’antigene vaccinale. La vaccinazione ha indotto, nella milza, nei linfonodi inguinali e nel midollo osseo, linfociti T CD8+ specifici che risultavano assenti nei topi di controllo inoculati con il vettore vuoto. Inoltre, la risposta immunitaria specifica si è dimostrata durevole ed è anche incrementata con il susseguirsi degli inoculi. Anche la risposta umorale si è mantenuta a titoli elevati per tutta la durata del protocollo di immunizzazione.
Il passo successivo è stata la valutazione della protezione, in seguito ad un challenge intravaginale, contro dei ceppi virulenti di HSV-1 e di HSV-2, quest’ultimo somministrato anche ad una dose elevata. Questi studi hanno dimostrato che LAW-gB1 è capace di indurre elevati livelli di protezione nei confronti di entrambi i virus.
Inoltre, gli animali vaccinati che, in seguito al challenge, non presentavano virus nel tampone vaginale, non avevano sviluppato anticorpi contro HSV ed avevano resistito all’infezione, non hanno nemmeno mostrato alcun segno di herpes genitale dopo la somministrazione di una dose elevata di ciclofosfamide che ha depletato più dell’80% dei linfociti circolanti ed è stata in grado di riattivare l’infezione negli animali di controllo mock-vaccinati e naïve, dimostrando così l’assenza di virus latente a livello del sistema nervoso.
Per concludere, è stato anche effettuato un protocollo di immunizzazione nel quale è stato combinato l’utilizzo del vettore LAW-gB1 con un vettore ricombinante derivato dal virus vaccinico modificato Ankara (MVA) e codificante la stessa gB1; anche in questo protocollo, il vaccino si è dimostrato altrettanto promettente
Questi risultati hanno dimostrato come lo sviluppo di strategie profilattiche contro l’herpes genitale sia una strada percorribile e che il vettore LAW-gB1 ha tutte le potenzialità per essere un buon candidato vaccinale.