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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02202022-231018


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FLORIO, GIUSEPPE
URN
etd-02202022-231018
Titolo
Rapporti bilaterali Italia-Libia
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • Italia-Libia
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2062
Riassunto
L’Italia e la Libia sono stati due Paesi particolarmente legati tra loro e allo stesso tempo particolarmente divisi. Il legame tra i due paesi è stato, infatti, caratterizzato da atteggiamenti dissonanti e contradditori. La presenza italiana in Libia, da più di cento anni, è una costante del Mediterraneo e certamente la posizione geografica ha influenzato l’orientamento della politica estera del nostro Paese. I due paesi sono legati da un filo che ha il suo inizio nei primi decenni del ‘900 e continua fino ad oggi. L’elaborato è nato dall’intento di dare il mio contributo alla comprensione delle dinamiche storiche, politiche ed economiche che caratterizzano il rapporto privilegiato che lega l'Italia alla Libia.
Per comprendere al meglio le dinamiche relazionali itale libiche ho ripercorso i momenti salienti delle relazioni tra questi due stati: dal periodo coloniale alla Libia sotto il regime fascista, dalla nascita e sviluppo della monarchia fino alla sua caduta in seguito alla rivoluzione del leader libico Gheddafi, passando per la crisi diplomatica del 1986 fino al riavvicinamento e alla cooperazione internazionale, nonché del più recente periodo con il conflitto armato dei primi mesi del 2011 fino all’analisi dei problemi irrisolti della Libia fino ai giorni nostri.
Tutto, infatti, è partito nel 1911, quando Roma dichiarò guerra all’impero Ottomano che ancora deteneva le province, che poi unendosi avrebbero formato la Libia. L’obiettivo era quello di occupare soprattutto la Tripolitania e Cirenaica e dare quindi all’Italia i suoi possedimenti coloniali, la tanto agognata “quarta sponda”, in modo da sfruttare totalmente le risorse del territorio e preservare gli interessi del Banco di Roma. La politica coloniale ha ricevuto un importante impulso durante il ventennio mussoliniano, assumendo le caratteristiche di una dura e spietata campagna militare, durante il quale Mussolini cercò di realizzare il suo progetto di trasformazione della Libia in una colonia d’insediamento a scopo agricolo. La perdita della colonia a causa della sconfitta della Seconda guerra mondiale e la successiva proclamazione dell’indipendenza, sotto il Regno di Idris, non ha però scalfito l’importanza dei rapporti tra Roma e Tripoli.
A fine anni ‘60 risale l’evento sicuramente più rilevante della storia contemporanea della Libia: il colpo di Stato che ha portato il colonnello Mu’ammar Gheddafi al potere. Il suo regime rappresenta certamente un punto di svolta nella storia della Libia, ma anche nelle relazioni internazionali. Dall’analisi della sua ideologia, alle mosse intraprese in politica estera, per capire come il Paese abbia raggiunto uno status che lo ha portato ad essere considerato il simbolo dell’Africa intera e il nuovo volto a contrapporsi ai paesi occidentali. Periodo quale, quello del Rais, le dinamiche relazionali Italia - Libia, hanno subito un mutamento inizialmente in negativo, soprattutto per l’Italia dovuto al fatto che il regime era effettivamente costruito su sentimenti anticolonialisti.
Negli anni dell’unilateralismo statunitense, i numerosi rapporti commerciali in ambito energia e successivamente di fornitura armi, hanno portato a riavvicinare Paesi. La collaborazione tra l’Italia e la Libia rimase stabile fino agli anni ’80, quando nella gestione delle relazioni con la Libia, il nostro paese si rese conto della necessità di dover conciliare due esigenze, ovvero salvaguardare con la Libia i legami economici e politici e al tempo stesso riuscire ad inquadrare questa relazione nel più ampio contesto Atlantico ed Europeo, senza suscitare preoccupazione negli alleati. Legame che si rafforzò ulteriormente all’inizio del nuovo millennio con importanti accordi di partnership conclusi dai vari governi susseguitisi, portando al culmine la posizione di rilievo assunta dall’Italia nei confronti della Libia.
Gli ultimi atti di una Libia leader nel panorama del continente africano terminano con le prime rivolte contro il regime, dando il via ad un conflitto civile che ha posto fine al controverso dominio del colonnello. Da quel momento in poi, fino ai nostri giorni, ha inizio una lunga fase, caratterizzata per una serie di conflitti, definiti di bassa intensità che hanno condotto alla destabilizzazione del paese. Tale frammentazione è attribuibile alle caratteristiche stesse della società libica, su tutti la mancanza d’integrazione sociale, l’assenza di una forte identità nazionale, il vuoto istituzionale lasciato dal regime quarantennale di Gheddafi, che non ha permesso la creazione di una cultura politica autoctona. Questo stato di crisi prolungato ha fatto sì che l’Italia cercasse, in qualche modo, di implementare delle strategie atte al tentativo di stabilizzare la situazione e che, in contemporanea, ha visto nel corso degli anni l’ingerenza di altri Paesi.
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