Tesi etd-02202017-230359 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
PAOLINI, SAVERIO
URN
etd-02202017-230359
Titolo
Neuroblastoma in bambini ed adolescenti: terapia chirurgica e follow up. Studio su 25 pazienti.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Spinelli, Claudio
Parole chiave
- Biopsia chirurgica
- Neuroblastoma
- Protocolli terapeutici
- Tecniche chirurgiche
Data inizio appello
14/03/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/03/2087
Riassunto
Background e scopo dello studio
Il neuroblastoma è un tumore maligno della infanzia e della adolescenza, che origina dalle cellule che migrano dalle creste neurali dell' ectoderma in diverse sedi corporee durante lo sviluppo embrionale andando a costituire il sistema nervoso simpatico. Nel 40 % dei casi la diagnosi viene effettuata nel primo anno di vita. La sede maggiormente colpita risulta essere la midollare del surrene, in più della metà dei pazienti affetti. Altre sedi interessate possono essere i gangli paraspinali, la regione latero-cervicale, la regione mediastinica e quella pelvica.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di indagare le caratteristiche cliniche di questo tumore, i protocolli terapeutici e la prognosi, in modo da incrementare la conoscenza di questa neoplasia pediatrica. Inoltre abbiamo analizzato l‟ impatto prognostico che hanno la biopsia e l‟ intervento chirurgico nei pazienti affetti.
Materiali e metodi
Lo studio retrospettivo ha preso in considerazione 25 pazienti pediatrici affetti da Neuroblastoma, in un periodo temporale compreso tra Gennaio 2006 e Gennaio 2017. Per ogni paziente abbiamo analizzato e classificato il sesso, l‟ età al momento della diagnosi, la nazionalità, la sede della neoplasia, segni e sintomi all‟ esordio , il valore dei marcatori tumorali specifici, l‟ esito degli esami molecolari effettuati, le terapie mediche e chirurgiche a cui sono stati sottoposti, il numero ed il tipo di complicanze sviluppate, le eventuali recidive di malattia e lo stato di salute attuale. Abbiamo effettuato uno studio statistico mediante il test di Fisher finalizzato a riscontrare presenza o meno di correlazione statistica tra le procedure terapeutiche effettuate e la prognosi di malattia.
Risultati
14/25 pazienti (56%) sono femmine, i restanti 11/ 25 (44%) di sesso maschile. La età media a cui hanno ricevuto diagnosi di Neuroblastoma è pari a 3,4 anni. 17/25 (68%) del nostro campione risulta affetto da Neuroblastoma surrenalico, 3/25 (12%) laterocervicale, in 2 pazienti (8%) risulta localizzato in sede paravertebrale. Nel 2 % è stato diagnosticato in sede mandibolare. La maggior parte dei pazienti ha manifestato all‟ esordio di malattia sintomi non specifici di neuroblastoma , riferendo perdita di peso, episodi febbrili ricorrenti o riscontro incidentale ed asintomatico di masse palpabili. In 21/25 (84%) abbiamo riscontrato la presenza di alterazioni molecolari quali la amplificazione dell' oncogene NMYC e delezioni sul cromosoma 1 ed 11. 9/25 (36%) sono stati sottoposti a biopsia come prima procedura diagnostica , soltanto 6/25 (24%) sono stati trattati esclusivamente con terapia chirurgica, mentre il resto dei pazienti è stato sottoposto a protocolli multiterapeutici con la combinazione di chemioterapia, chirurgia, radioterapia, terapia radiometabolica con 131-I-MIBG, immunoterapia, in relazione allo stadio di malattia. Solo il 32% dei pazienti sottoposti a procedure chirurgiche hanno sviluppato complicanze chirurgiche , mentre quelle mediche sono state riscontrate nel 76% del campione. Le recidive di malattia hanno interessato 6 pazienti (il 24%). In Gennaio 2017 abbiamo riscontrato un tasso di mortalità pari al 16% (4/25) per progressione di malattia, remissione in 13/25 (52%) e malattia residua in 7 pazienti (28%) . Abbiamo riscontrato una correlazione statisticamente significativa tra la amplificazione dell' oncogene NMYC e la prognosi di malattia.
Conclusioni
Il nostro studio conferma che il Neuroblastoma è un tumore tipico della età pediatrica ed adolescenziale . Nei nostri pazienti la diagnosi di malattia è stata effettuata nella maggior parte dei casi tra i 3 ed i 4 anni, mentre in letteratura il 40 % dei pazienti riceve diagnosi nei primi 12 mesi di vita. Nel nostro studio risulta affetto maggiormente il sesso femminile rispetto a quello maschile, contrariamente a quanto sostenuto in letteratura. Anche nel nostro campione la sede colpita con maggiore frequenza risulta essere la midollare surrenalica. Sebbene la biopsia sia ancora poco eseguita nei pazienti affetti da Neuroblastoma e non risulta essere correlata in modo statisticamente significativo con la prognosi in quanto ha un fine diagnostico e non terapeutico, il nostro studio mostra che effettuare la biopsia del tumore ci permette di ottenere informazioni precoci sulle caratteristiche fenotipiche e molecolari della neoplasia: in tal modo possiamo pianificare la migliore strategia terapeutica per il paziente. La terapia chirurgica è presente in tutti i protocolli terapeutici del Neuroblastoma: essa è la terapia “gold standard” negli stadi minori di malattia, viene invece effettuata dopo cicli di chemioterapia neoadiuvante nei pazienti con malattia diffusa. Le prospettive future prevedono un maggiore utilizzo delle tecniche chirurgiche mininvasive mediante laparoscopia e toracoscopia rispetto agli approcci classici, con il fine di limitare le complicanze e le comorbidità post-trattamento.
Il neuroblastoma è un tumore maligno della infanzia e della adolescenza, che origina dalle cellule che migrano dalle creste neurali dell' ectoderma in diverse sedi corporee durante lo sviluppo embrionale andando a costituire il sistema nervoso simpatico. Nel 40 % dei casi la diagnosi viene effettuata nel primo anno di vita. La sede maggiormente colpita risulta essere la midollare del surrene, in più della metà dei pazienti affetti. Altre sedi interessate possono essere i gangli paraspinali, la regione latero-cervicale, la regione mediastinica e quella pelvica.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di indagare le caratteristiche cliniche di questo tumore, i protocolli terapeutici e la prognosi, in modo da incrementare la conoscenza di questa neoplasia pediatrica. Inoltre abbiamo analizzato l‟ impatto prognostico che hanno la biopsia e l‟ intervento chirurgico nei pazienti affetti.
Materiali e metodi
Lo studio retrospettivo ha preso in considerazione 25 pazienti pediatrici affetti da Neuroblastoma, in un periodo temporale compreso tra Gennaio 2006 e Gennaio 2017. Per ogni paziente abbiamo analizzato e classificato il sesso, l‟ età al momento della diagnosi, la nazionalità, la sede della neoplasia, segni e sintomi all‟ esordio , il valore dei marcatori tumorali specifici, l‟ esito degli esami molecolari effettuati, le terapie mediche e chirurgiche a cui sono stati sottoposti, il numero ed il tipo di complicanze sviluppate, le eventuali recidive di malattia e lo stato di salute attuale. Abbiamo effettuato uno studio statistico mediante il test di Fisher finalizzato a riscontrare presenza o meno di correlazione statistica tra le procedure terapeutiche effettuate e la prognosi di malattia.
Risultati
14/25 pazienti (56%) sono femmine, i restanti 11/ 25 (44%) di sesso maschile. La età media a cui hanno ricevuto diagnosi di Neuroblastoma è pari a 3,4 anni. 17/25 (68%) del nostro campione risulta affetto da Neuroblastoma surrenalico, 3/25 (12%) laterocervicale, in 2 pazienti (8%) risulta localizzato in sede paravertebrale. Nel 2 % è stato diagnosticato in sede mandibolare. La maggior parte dei pazienti ha manifestato all‟ esordio di malattia sintomi non specifici di neuroblastoma , riferendo perdita di peso, episodi febbrili ricorrenti o riscontro incidentale ed asintomatico di masse palpabili. In 21/25 (84%) abbiamo riscontrato la presenza di alterazioni molecolari quali la amplificazione dell' oncogene NMYC e delezioni sul cromosoma 1 ed 11. 9/25 (36%) sono stati sottoposti a biopsia come prima procedura diagnostica , soltanto 6/25 (24%) sono stati trattati esclusivamente con terapia chirurgica, mentre il resto dei pazienti è stato sottoposto a protocolli multiterapeutici con la combinazione di chemioterapia, chirurgia, radioterapia, terapia radiometabolica con 131-I-MIBG, immunoterapia, in relazione allo stadio di malattia. Solo il 32% dei pazienti sottoposti a procedure chirurgiche hanno sviluppato complicanze chirurgiche , mentre quelle mediche sono state riscontrate nel 76% del campione. Le recidive di malattia hanno interessato 6 pazienti (il 24%). In Gennaio 2017 abbiamo riscontrato un tasso di mortalità pari al 16% (4/25) per progressione di malattia, remissione in 13/25 (52%) e malattia residua in 7 pazienti (28%) . Abbiamo riscontrato una correlazione statisticamente significativa tra la amplificazione dell' oncogene NMYC e la prognosi di malattia.
Conclusioni
Il nostro studio conferma che il Neuroblastoma è un tumore tipico della età pediatrica ed adolescenziale . Nei nostri pazienti la diagnosi di malattia è stata effettuata nella maggior parte dei casi tra i 3 ed i 4 anni, mentre in letteratura il 40 % dei pazienti riceve diagnosi nei primi 12 mesi di vita. Nel nostro studio risulta affetto maggiormente il sesso femminile rispetto a quello maschile, contrariamente a quanto sostenuto in letteratura. Anche nel nostro campione la sede colpita con maggiore frequenza risulta essere la midollare surrenalica. Sebbene la biopsia sia ancora poco eseguita nei pazienti affetti da Neuroblastoma e non risulta essere correlata in modo statisticamente significativo con la prognosi in quanto ha un fine diagnostico e non terapeutico, il nostro studio mostra che effettuare la biopsia del tumore ci permette di ottenere informazioni precoci sulle caratteristiche fenotipiche e molecolari della neoplasia: in tal modo possiamo pianificare la migliore strategia terapeutica per il paziente. La terapia chirurgica è presente in tutti i protocolli terapeutici del Neuroblastoma: essa è la terapia “gold standard” negli stadi minori di malattia, viene invece effettuata dopo cicli di chemioterapia neoadiuvante nei pazienti con malattia diffusa. Le prospettive future prevedono un maggiore utilizzo delle tecniche chirurgiche mininvasive mediante laparoscopia e toracoscopia rispetto agli approcci classici, con il fine di limitare le complicanze e le comorbidità post-trattamento.
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