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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02192022-140114


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IMBRIANI, NICOLO'
URN
etd-02192022-140114
Titolo
La crisi di Suez e la politica estera italiana
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • crisi
  • Suez
  • Eden
  • 1956
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2062
Riassunto
La crisi di Suez, scoppiata nel 1956, rappresenta una cesura fondamentale della storia. Scopo del presente elaborato è analizzare gli avvenimenti che hanno portato tre potenze, Regno Unito, Francia ed Israele, ad allontanarsi dal fido alleato statunitense e ad intraprendere, nonostante l’espressa opposizione di quest’ultimo, un’infausta, quanto pericolosa, guerra contro l’Egitto. In tal contesto verrà evidenziato il ruolo diplomatico dell’Italia per il mantenimento pacifico dei rapporti internazionali, allineata con gli Stati Uniti sulla necessità di trovare una soluzione non violenta alla crisi.
I progetti del Primo Ministro inglese, Anthony Eden, di ristabilire una sorte di controllo sull’Egitto, troveranno l’appoggio della Francia di Mollet, convinta della necessità improrogabile di dover fermare il presunto supporto logistico e militare fornito all’Algeria proprio dal confinante Stato africano, e dell’Israele di Ben Gurion, acerrimo nemico dell’Egitto per le irrisolte storiche faide territoriali, religiose e politiche.

Nella presente disamina saranno analizzate le evoluzioni storiche che porteranno il colonnello egiziano Gamal Abd el-Nasser, artefice assieme al generale Muḥammad Naǧīb, del golpe dei Liberi Ufficiali, a divenire il promotore del tramonto della monarchia e dell’istaurazione della Repubblica d’Egitto, di cui diverrà il secondo presidente.
Verranno inoltre eviscerate le dinamiche politico-economiche che porteranno il leader egiziano a nazionalizzare, il 26 luglio del 1956, la Compagnia del Canale di Suez, scatenando reazioni a catena che culmineranno nella Crisi di Suez.
Francia e Regno Unito, tra i paesi occidentali coinvolti maggiormente colpiti nei loro interessi, decideranno di allearsi segretamente con Israele nel tentativo di dare una svolta bellica alla crisi, giustificando al mondo intero l’intervento militare. La strategia studiata dai tre alleati si rivelerà però fallimentare e si scontrerà con la ferma tenacia indipendentista di Nasser, con la volontà anti belligerante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e con la comune opposizione al conflitto da parte degli Stati Uniti d’America e dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. I tre eserciti, britannico, francese e israeliano, militarmente superiori vinceranno i loro combattimenti ma saranno strategicamente sconfitti.
Le relazioni internazionali saranno messe a dura prova dagli eventi e in questo contesto, l’Italia, seppur una media potenza, riuscirà a ritagliarsi, nei confronti degli Stati Uniti, un ruolo diplomatico importante per il mantenimento degli equilibri economici e politici occidentali e orientali.
Il passo indietro franco-britannico col ritiro delle truppe dall’Egitto, a seguito delle esplicite pressioni di Stati Uniti e Unione Sovietica, contrari all’intervento armato, segnerà la fine del millenario impero britannico e l’iniziò della fine di quello francese e mostrerà a tutte le nazioni come l’ordine mondiale fosse cambiato. Non più garantito da un pluralismo di grandi potenze, ma basato sull’equilibrio tra due super potenze, Stati Uniti ed Unione Sovietica, centrato sulla deterrenza del terrore atomico.
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