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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02192022-131958


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUZZI, RICCARDO
URN
etd-02192022-131958
Titolo
L'AFRICA, ETERNA PERIFERIA DEL SISTEMA-MONDO. LA RESILIENZA DEL RETAGGIO COLONIALE IN AFRICA OCCIDENTALE FRANCESE
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
Parole chiave
  • neocolonialismo
Data inizio appello
03/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/03/2062
Riassunto
A più di mezzo secolo dall’indipendenza dei Paesi che costituivano l’Africa Occidentale Francese, la forte influenza che ancora oggi l’Eliseo esercita negli affari politici, economici, sociali e di sicurezza delle sue ex colonie, continua a provocare accesi dibattiti dentro e fuori i confini dell’Europa. Di recente, in Italia, l’attuale Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha denunciato l’utilizzo del franco CFA, definendolo uno strumento di repressione monetaria in grado di frenare la crescita economica africana e garantire al contempo la piena prosecuzione dello sfruttamento francese. La relazione privilegiata tra la Francia e le sue ex colonie, d’altra parte, si è consolidata attraverso l’operato di alcune figure essenziali, come quella di Jacques Foccart, che contribuirono a definire una serie di accordi di cooperazione, firmati al momento della concessione dell’indipendenza, e a mantenere ben saldi i rapporti con le élites al potere.
Il generale dominio delle ex potenze coloniali sui Paesi africani, che continua a persistere attraverso diverse forme di sfruttamento, porta numerosi studiosi a definire le molteplici interdipendenze tra Stati sviluppati e quelli in via di sviluppo con il termine neocolonialismo. Il presente elaborato si propone dunque di analizzare se e in quale misura le relazioni intraprese da alcuni Stati africani con le potenze sviluppate rappresentino o meno un inibitore alla loro crescita.
Il primo capitolo confronta le principali teorie dell’Economia Politica Internazionale contestualizzate alla realtà del sottosviluppo africano. Si potrà osservare come da un lato la teoria della modernizzazione porti a considerare inevitabile, anche se con tempi e modi differenti, l’evoluzione di ogni Paese attraverso cinque stadi lineari di crescita; di altro avviso sono invece i fautori della teoria della dipendenza, i quali, separando gli Stati detentori di capitale e conoscenza da quelli che ne sono sprovvisti, affermano come i primi non facciano altro che sfruttare i secondi. Prendendo come spunto di riflessione gli elementi del sistema-mondo introdotti da Immanuel Wallerstein si potrebbe allora sostenere come le zone del centro sovrastino la periferia, appropriandosi del surplus prodotto da quest’ultima e condannandola ad una infinita condizione di sottosviluppo.
Il secondo capitolo delinea alcuni passaggi storici che descrivono quali meccanismi e particolari situazioni hanno portato il continente africano ad imprigionarsi nella trappola dello ‘sviluppo del sottosviluppo’. Una maggiore attenzione verrà dedicata al processo di decolonizzazione in Africa Occidentale Francese, che porterà però i neonati Stati africani a riversarsi nella speciale relazione franco-africana denominata Françafrique, nonché al ruolo di due figure tanto importanti quanto contrapposte: Jacques Foccart e Thomas Sankara.
Il terzo e il quarto capitolo dell’elaborato infine approfondiscono due dimensioni essenziali per comprendere le relazioni tra ex-colonie e la Francia: da una parte, il commercio e gli aspetti monetari e finanziari; dall’altra, l’ambito di cooperazione militare. La dimensione economica dei Paesi dell’Africa francofona non può prescindere dallo studio delle conseguenze delle unioni monetarie in vigore e dalla forte ingerenza delle multinazionali francesi. Approfondendo poi la realtà delle risorse minerarie e dell’accaparramento delle terre si evince lo sfruttamento a livello internazionale del continente africano. La dimensione militare, invece, è alimentata dalle numerose cooperazioni rafforzate di stampo europeo finalizzate alla lotta al terrorismo, da una storica ingerenza francese negli affari interni africani ma anche da un ruolo sempre più rilevante del Cremlino. Il capitolo si conclude esponendo le caratteristiche del mercato internazionale delle armi, un ulteriore fenomeno che contribuisce a indebolire le già instabili economie dei Paesi africani, alimentando in essi conflitti armati e lotte di potere.
Le ricerche effettuate per portare a termine l’elaborato (nate anche da una profonda passione nei confronti di questo vasto e composito continente) forniscono validi argomenti per sostenere quanto la teoria della dipendenza rimanga al giorno d’oggi di grande attualità. In generale, l’insufficienza di adeguate riforme strutturali e il mancato rinnovamento della classe dirigente al potere sono fattori che frenano il processo di crescita e di conseguenza lasciano taluni Paesi in uno stato di fragilità e di dipendenza da potenze straniere che, senza troppe remore, mirano al proseguimento della propria agenda e dei propri interessi nazionali.
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