logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02192019-140428


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BASSI, ALESSANDRO
URN
etd-02192019-140428
Titolo
TK1 e CDK9 quali possibili marcatori di resistenza alla terapia con inibitori di CDK4/6 nel carcinoma della mammella metastatico ER+/HER2-
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Naccarato, Antonio Giuseppe
correlatore Dott. Scatena, Cristian
Parole chiave
  • CDK4/6 inhibitors
  • cell cycle
  • metastatic breast cancer ER+/HER2-
  • immunohistochemistry
  • liquid biopsy
  • resistance biomarkers
Data inizio appello
12/03/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/03/2089
Riassunto
Il 70% dei pazienti con carcinoma della mammella metastatico (mBC) esprime i recettori ormonali ed è quindi candidato all’ormonoterapia (OT), il cui beneficio tuttavia tende a venire meno entro 2-3 anni dall’inizio del trattamento, per lo sviluppo di meccanismi di ormonoresistenza. Gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK4/6i) sono in grado di superare questi meccanismi ed hanno dimostrato di migliorare notevolmente il controllo di malattia nei pazienti con mBC ER+/HER2-, in associazione alla terapia ormonale. Tuttavia, nonostante i numerosi punti di forza di questi farmaci, rimangono delle zone d’ombra, prima tra tutte la mancanza di un biomarcatore predittivo di risposta o resistenza a queste terapie.

Lo scopo dello studio è quello di verificare, in pazienti con mBC ER+/HER2- in trattamento con CDK4/6i, se l’andamento dei livelli di mRNA, estratti da esosomi plasmatici, di alcuni target correlati all’attività di questi farmaci (CDK4, CDK6, TK1, CDK9) possa identificare un profilo di resistenza/responsività ai CDK4/6i; lo studio intende altresì verificare se questi reperti quantitativi plasmatici al basale correlano coi dati semi-quantitativi di espressione immunoistochimica di alcuni di questi antigeni (CDK6, CDK9, TK1) su sezioni di tessuto tumorale, offrendo così una validazione di tipo anatomopatologico alla biopsia liquida.

Sono stati raccolti campioni di sangue prima della somministrazione di palbociclib + OT (T0) e dopo 3 mesi di trattamento (T1) in una coorte di 40 pazienti con mBC ER+/HER2-, in follow-up per 1 anno. Sono stati isolati gli esosomi ed estratto l’mRNA, analizzato per l’espressione di TK1, CDK4, 6 e 9 (ddPCR). Parallelamente, di 7 di questi pazienti, di cui erano disponibili i tessuti, è stata analizzata con indagine immunoistochimica l’espressione di TK1, CDK6 e CDK9.

Risultati: Nei pazienti in progressione di malattia (PD), è stato osservato un incremento significativo del numero di copie mRNA/ml di TK1 (p=0.01) e CDK9 (p=0.03) a 3 mesi di follow-up. Ad alti livelli di CDK4 al basale, inoltre, si è associata in modo significativo una sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) più lunga nei pazienti trattati con palbociclib + fulvestrant (p=0.01).
E’ stata riscontrata una correlazione ai limiti della significatività statistica tra la percentuale di cellule che esprimono CDK9 nel tessuto tumorale e i relativi livelli plasmatici di CDK9 al T0 (p=0.06); il valore del coefficiente r di Pearson è risultato molto prossimo ad 1 (r=0,787), ad evidenziare che, aumentando la numerosità campionaria, si otterrebbe un dato robusto e significativo. Lo stesso dicasi per la correlazione tra la percentuale di cellule positive per TK1 nel tessuto tumorale e i rispettivi livelli plasmatici al T0, pur avendo registrato un coefficiente r più lontano da 1 (r=0,293). Non è stata trovata una correlazione tra il plasma e il tessuto per la CDK6. In aggiunta, è stato osservato che livelli plasmatici più alti di TK1 al basale correlano significativamente con il numero delle linee precedenti di chemioterapia (p=0.009).

Questo studio evidenzia -per la prima volta- che, in pazienti in terapia con CDK4/6i + OT, l’espressione di TK1/CDK9 e CDK4 negli esosomi plasmatici può rappresentare un mezzo interessante di monitoraggio, identificando, rispettivamente, dei profili di resistenza e responsività. Tali valori plasmatici correlano con i dati di espressione tissutali di CDK9. L’aumento della numerosità campionaria consentirà, nel prossimo futuro, di trarre conclusioni sugli altri target.
Lo studio pone le basi per: (1) considerare le variazioni nei livelli di mRNA di CDK9 negli esosomi plasmatici un possibile marcatore predittivo di resistenza alla terapia con CDK4/6i + OT; (2) considerare i livelli basali di mRNA di CDK4 negli esosomi plasmatici un possibile marcatore predittivo di risposta alla terapia con CDK4/6i + fulvestrant; (3) fornire un maggior razionale per lo sviluppo e la sperimentazione di farmaci che blocchino selettivamente CDK9; (4) fornire al patologo una metodologia rigorosa nella valutazione immunoistochimica delle CDK e della TK1.
File