Tesi etd-02192018-193621 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PINNONE, SILVIA
URN
etd-02192018-193621
Titolo
L'impatto dei trigliceridi sulla tolleranza glucidica: lipotossicità rivisitata.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Natali, Andrea
Parole chiave
- diabete mellito di tipo 2
- lipotossicità
- patogenesi
- trigliceridi
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia metabolica che si sta diffondendo nel mondo assumendo dimensioni paragonabili a quelle di un’epidemia; questo è, almeno in parte, dovuto alla tendenza ad assumere stili di vita poco salutari, che portano a condizioni di alterato metabolismo, quali sovrappeso e obesità, e collocano sempre più individui in quadri clinico-laboratoristici di alto rischio cardiovascolare, quali ad esempio la sindrome metabolica.
Sia nel diabete mellito di tipo 2 che in queste condizioni dismetaboliche si riscontrano specifiche alterazioni del metabolismo lipoproteico, che nel complesso costituiscono la triade lipidica caratterizzante la malattia diabetica: elevati livelli di trigliceridi, bassi livelli di colesterolo HDL ed incremento delle small dense LDL. Lo sviluppo della dislipidemia diabetica predispone alla patologia aterosclerotica e conferisce un maggior rischio di eventi cardiovascolari e di morte ed è stato imputato per lungo tempo all’instaurarsi dell’insulinoresistenza. L’evidenza di una sua presenza anche nella fase pre-diabetica, ha portato negli anni a ricercare una sua possibile influenza primitiva sul deterioramento funzionale della β-cellula, elemento patogenetico fondamentale, insieme alla perdita della sensibilità periferica all’insulina, della storia naturale della patologia diabetica.
Gli studi sulla lipotossicità, intesa come l’insieme degli effetti avversi mediati dai lipidi sulla funzionalità e la sopravvivenza β-cellulare, si sono focalizzati inizialmente soprattutto sugli acidi grassi liberi, non esterificati, individuandoli come fattori chiave nell’alterazione progressiva dell’omeostasi glucidica e ben demarcando i meccanismi molecolari del danno sulla β-cellula. Il ruolo degli elevati livelli di trigliceridi circolanti, per contro è stato per lungo tempo trascurato, nonostante studi epidemiologici li identifichino come fattori di rischio indipendenti per l’insorgenza del DM2. Di qui nasce l’esigenza di studiare nel dettaglio gli effetti di manipolazioni dei trigliceridi plasmatici sul metabolismo glucidico, sia nell’uomo che in altre specie, tramite infusioni lipidiche, modifiche nella dieta e somministrazione di farmaci ipotrigliceridemizzanti quali i fibrati; nostante sia difficile, sulla base dei dati clinici e sperimentali, quantificare il contributo relativo di NEFA e trigliceridi al deterioramento dell’omeostasi glucidica, i dati disponibili suggeriscono un ruolo diretto e preponderante degli ultimi.
Nel nostro studio, abbiamo voluto valutare l’impatto della riduzione cronica dei livelli di triglieridi circolanti sulla tolleranza glucidica in 16 individui, uomini e donne non diabetici affetti da ipertrigliceridemia, sottoponendoli ad un test da carico orale di glucosio prima e dopo un trattamento protrattosi per 5 settimane con bezafibrato 400 mg/die; osservando l’andamento delle concentrazioni ematiche di glucosio, insulina, C-peptide, glucagone, NEFA e trigliceridi, prima e dopo il periodo di trattamento farmacologico.
Sia nel diabete mellito di tipo 2 che in queste condizioni dismetaboliche si riscontrano specifiche alterazioni del metabolismo lipoproteico, che nel complesso costituiscono la triade lipidica caratterizzante la malattia diabetica: elevati livelli di trigliceridi, bassi livelli di colesterolo HDL ed incremento delle small dense LDL. Lo sviluppo della dislipidemia diabetica predispone alla patologia aterosclerotica e conferisce un maggior rischio di eventi cardiovascolari e di morte ed è stato imputato per lungo tempo all’instaurarsi dell’insulinoresistenza. L’evidenza di una sua presenza anche nella fase pre-diabetica, ha portato negli anni a ricercare una sua possibile influenza primitiva sul deterioramento funzionale della β-cellula, elemento patogenetico fondamentale, insieme alla perdita della sensibilità periferica all’insulina, della storia naturale della patologia diabetica.
Gli studi sulla lipotossicità, intesa come l’insieme degli effetti avversi mediati dai lipidi sulla funzionalità e la sopravvivenza β-cellulare, si sono focalizzati inizialmente soprattutto sugli acidi grassi liberi, non esterificati, individuandoli come fattori chiave nell’alterazione progressiva dell’omeostasi glucidica e ben demarcando i meccanismi molecolari del danno sulla β-cellula. Il ruolo degli elevati livelli di trigliceridi circolanti, per contro è stato per lungo tempo trascurato, nonostante studi epidemiologici li identifichino come fattori di rischio indipendenti per l’insorgenza del DM2. Di qui nasce l’esigenza di studiare nel dettaglio gli effetti di manipolazioni dei trigliceridi plasmatici sul metabolismo glucidico, sia nell’uomo che in altre specie, tramite infusioni lipidiche, modifiche nella dieta e somministrazione di farmaci ipotrigliceridemizzanti quali i fibrati; nostante sia difficile, sulla base dei dati clinici e sperimentali, quantificare il contributo relativo di NEFA e trigliceridi al deterioramento dell’omeostasi glucidica, i dati disponibili suggeriscono un ruolo diretto e preponderante degli ultimi.
Nel nostro studio, abbiamo voluto valutare l’impatto della riduzione cronica dei livelli di triglieridi circolanti sulla tolleranza glucidica in 16 individui, uomini e donne non diabetici affetti da ipertrigliceridemia, sottoponendoli ad un test da carico orale di glucosio prima e dopo un trattamento protrattosi per 5 settimane con bezafibrato 400 mg/die; osservando l’andamento delle concentrazioni ematiche di glucosio, insulina, C-peptide, glucagone, NEFA e trigliceridi, prima e dopo il periodo di trattamento farmacologico.
File
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