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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02192016-221826


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ARRIGHETTI, SILVIA
URN
etd-02192016-221826
Titolo
Le politiche di sviluppo rurale fra retorica e pratica: una "lettura" di Leader in chiave di Innovazione Sociale
Settore scientifico disciplinare
AGR/01
Corso di studi
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Relatori
tutor Prof. Brunori, Gianluca
Parole chiave
  • cooperazione
  • innovazione sociale
  • Leader
  • Progetti Integrati di Filiera
  • Sviluppo partecipato
Data inizio appello
01/03/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca di un nuovo quadro concettuale per affrontare la crisi dell’agricoltura europea (perdita di competitività, emergenze sanitarie e ambientali, depauperamento umano ed economico delle aree rurali) che interpreti adeguatamente i cambiamenti osservabili e adotti direttrici più efficaci dello sviluppo sostenuto con risorse pubbliche, impegna da tempo il mondo accademico e i decisori politici, alimentando il dibattito e la sperimentazione di nuovi approcci.
Gli eventi drammatici dell’ultimo decennio (crisi economica e finanziaria a livello mondiale, emergenze ambientali e umanitarie senza precedenti, crescenti pressioni di natura etica provenienti dalle comunità dei paesi industrializzati, nuove richieste all’impiego delle risorse pubbliche), hanno rivelato la vulnerabilità del modello di sviluppo vigente, e la fallibilità degli approcci puramente economici: appare quanto più necessario cambiare la strumentazione tenendo conto anche degli aspetti ambientali e sociali delle aree interessate (Murdoch, 2000; Wilson, 2001).
L’Innovazione Sociale è uno dei temi strategici delle politiche Europee per il settennio 2014-2020, per affrontare le maggiori criticità di natura economica e sociale (in primis la povertà). Gli elementi che la caratterizzano sono: la dimensione collettiva delle problematiche affrontate; la varietà nella tipologia delle soluzioni proposte rispetto all’esperienza pregressa, e la loro maggiore efficacia; la capacità di creazione/diffusione di una cultura partecipativa.
La cultura partecipativa, per il suo potenziale di mobilizzazione delle risorse endogene, costituisce un presupposto del successo delle strategie di sviluppo (Neumeier, 2012).
Nelle politiche di sviluppo per le aree rurali, la partecipazione, come metodo innovativo di governance, è stata introdotta dai primi anni ’90 tramite il concetto di sviluppo rurale e il programma Leader. L’approccio Leader è basato sul decentramento decisionale e sul coinvolgimento delle comunità rurali ai tavoli decisionali. Gli strumenti del sostegno pubblico che favoriscono l’incontro fra realtà e interessi diversi e spesso conflittuali (produttori, trasformatori, commercianti; sistema della conoscenza; amministrazioni locali) e favoriscono le pratiche collaborative, possono determinare soluzioni innovative ed efficaci sia a livello settoriale (Progetti Integrati di Filiera) che territoriale (Leader).
Il presente progetto analizza alcune esperienze Leader del periodo 2007 2013 in due regioni italiane (Toscana e Basilicata) e presenta un esempio di valutazione integrata (quanti - qualitativa) dell’esperienza dei Progetti Integrati di Filiera realizzati nella regione Toscana (anno 2011) con il concorso dei fondi europei (PSR Toscana 2007 2013).
Riguardo a Leader, l’indagine di tipo qualitativo su alcuni casi studio ha utilizzato il quadro analitico del progetto SOLINSA, (funzionamento della comunicazione interna ed esterna), per osservare la tipologia e il funzionamento della “rete” Leader, sia all’interno dello staff del GAL che fra questi e il territorio. Inoltre, con l’analisi qualitativa dei dati, si è cercato di individuare le connessioni positive o negative fra fattori esterni e interni (modelli di governance regionali, modalità di azione dei GAL) e significativi cambiamenti nelle relazioni, nella visione, nelle pratiche e soluzioni condivise, che possono rientrare nel quadro concettuale dell’Innovazione Sociale.
Per quanto riguarda i Progetti Integrati di Filiera, l’analisi qualitativa affiancata ai risultati quantitativi dell’intervento consente una più ampia riflessione sul portato innovativo degli strumenti di sostegno pubblico e sul funzionamento dei partenariati.
Dallo studio sono emerse alcune evidenze e contraddizioni.

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Leader si conferma uno strumento innovativo soprattutto nella fase di elaborazione delle strategie locali, dove si esercita al massimo il potere partecipativo e inclusivo del GAL, per quanto limitato a un’inclusione di natura economica ed istituzionale.
Nelle due regioni considerate, il modello di governance adottato a livello centrale, pur molto differenziato, mostra la capacità di condizionare il grado di apprendimento interno al GAL e di efficienza del sistema, nonché la possibilità di Leader di diffondere innovazione nelle relazioni e nelle soluzioni adottate.
Le potenzialità di apprendimento verso il territorio (diffusione della filosofia europea, capacity building locale) si esplicano al più a favore dei referenti “competenti”, che rappresentano una “nuova” leva di potere funzionale alla captazione e gestione delle risorse dedicate alle aree locali. Gli effetti di Leader sul capitale sociale appaiono limitati, si rilevano diffusamente motivazioni opportunistiche e scarsa conoscenza dello strumento.
Gli assetti di potere e le dinamiche relazionali nelle aree rurali non vengono modificati in modo significativo dal metodo Leader, che appare piuttosto utile nella connessione funzionale fra pubblica amministrazione e cittadini delle aree periferiche. Il valore aggiunto attribuito unanimemente a Leader dai protagonisti è quello della vicinanza gestionale.
L’esperienza dei Progetti di Filiera, a propria volta, conferma l’efficacia di strumenti ideati con modalità “top down”, purché il territorio sia già adeguatamente attrezzato in termini di consuetudine partecipativa e capacità progettuale. In questi casi si rivela vincente un modello di gestione del partenariato di tipo gerarchico.
In base alle esperienze osservate, si può affermare che il complesso delle norme e dei vincoli istituzionali, così come il livello di capitale sociale presente nelle aree interessate (fattori di contesto) costituiscono elementi determinanti al dispiegarsi, o meno, degli effetti innovativi e di apprendimento degli strumenti del sostegno pubblico.
Le politiche europee per il settennio 2014 – 2020 individuano ancora Leader come modello di gestione prioritaria per le aree rurali, e la cooperazione come metodologia strategica per facilitare l’innovazione e migliorare la competitività delle imprese e dei territori.
Non è possibile aspettarsi da tali strumenti un “cambiamento” di tipo sistemico nelle aree rurali, che modifichi approcci e cultura dello sviluppo in senso inclusivo e innovativo, come pure è auspicato. Essi possono rivelarsi tuttavia particolarmente efficaci nell’intercettare bisogni già emersi e sostenere soluzioni già progettate, funzionando da catalizzatore e mediatore in situazioni complesse e integrate.

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