Tesi etd-02192015-154832 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
KRISTO, SILVER
URN
etd-02192015-154832
Titolo
Disordini temporomandibolari in eta evolutiva
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
Parole chiave
- dtm
- età evolutiva
Data inizio appello
09/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
I DTM, sono presenti in età pediatrica, anche se di intensità ridotta rispetto a quelli presenti nei soggetti adulti. Per questo motivo nella visita odontoiatrica dovrebbe sempre essere prevista una valutazione temporomandibolare, al fine di intercettare e correggere precocemente disturbi che potrebbero, se sottovalutati, portare in evoluzione di condizioni negative sulla crescita dei piccoli pazienti [99].
I fattori eziologici del DTM, tutt’oggi un capitolo aperto e molto dibattuto a livello internazionale, sono molteplici, dovuti dalla complessità del sistema masticatorio e la stretta vicinanza e relazione con le strutture vicine.
Tenendo ben presente che i sintomi di DTM sono frequentemente subclinici, la raccolta della storia clinica del paziente dovrebbe, quindi, includere domande circa la presenza di dolore alla testa e al collo, di disfunzioni mandibolari e di pregressi traumi.
In caso di presenza di segni e sintomi di DTM si rende necessaria una valutazione più approfondita (palpazione, valutazione occlusale, auscultazione dell’ATM, valutazione dei movimenti mandibolari…), eventualmente supportata da esami strumentali.
Nei bambini e negli adolescenti con DTM è importante prendere in considerazione terapie reversibili, dal momento che la validità dei trattamenti irreversibili non è, ad oggi, supportata da dati certi.
Il ruolo dell’odontoiatra è, però, anzitutto essenziale nella prevenzione dei DTM e nell’educazione dei soggetti in crescita, con particolare attenzione alla correzione delle abitudini viziate e all’eliminazione dei fattori predisponenti allo sviluppo dei DTM (malocclusioni dentali, stile di vita, atteggiamenti posturali,disturbi psicologici).
Alcune patologie possono mimare la sintomatologia presente in caso di DTM, diventa essenziale, inoltre, inviare il paziente da uno specialista in caso di sospetto di altre condizioni concomitanti (otite media, allergie, anomalie posturali, artrite reumatoide…), tenendo sempre in considerazione l’importanza di un approccio multidisciplinare al problema.
In conclusione, la conoscenza delle basi anatomiche, dei meccanismi fisiologici e della fisiopatologia, unita alla consapevolezza dei segni e sintomi da ricercare, permettono al clinico di predisporre un protocollo clinico e strumentale mirato. L’elemento che più di ogni altro, secondo il mio parere, dovrebbe affascinare il clinico che quotidianamente è a contatto con i piccoli pazienti e motivarlo nel suo agire è la consapevolezza di avere di fronte non solo “una bocca” o “un disturbo” ma un “individuo totipotente”, un soggetto in crescita, che è ben altro e che merita per questo una visione d’insieme, senza la pretesa di risolvere tutte le sue problematiche ma con l’orgoglio di poter contribuire nel migliorare, in piccola parte, ad indirizzare il suo percorso di crescita nel migliore dei modi possibile.
I fattori eziologici del DTM, tutt’oggi un capitolo aperto e molto dibattuto a livello internazionale, sono molteplici, dovuti dalla complessità del sistema masticatorio e la stretta vicinanza e relazione con le strutture vicine.
Tenendo ben presente che i sintomi di DTM sono frequentemente subclinici, la raccolta della storia clinica del paziente dovrebbe, quindi, includere domande circa la presenza di dolore alla testa e al collo, di disfunzioni mandibolari e di pregressi traumi.
In caso di presenza di segni e sintomi di DTM si rende necessaria una valutazione più approfondita (palpazione, valutazione occlusale, auscultazione dell’ATM, valutazione dei movimenti mandibolari…), eventualmente supportata da esami strumentali.
Nei bambini e negli adolescenti con DTM è importante prendere in considerazione terapie reversibili, dal momento che la validità dei trattamenti irreversibili non è, ad oggi, supportata da dati certi.
Il ruolo dell’odontoiatra è, però, anzitutto essenziale nella prevenzione dei DTM e nell’educazione dei soggetti in crescita, con particolare attenzione alla correzione delle abitudini viziate e all’eliminazione dei fattori predisponenti allo sviluppo dei DTM (malocclusioni dentali, stile di vita, atteggiamenti posturali,disturbi psicologici).
Alcune patologie possono mimare la sintomatologia presente in caso di DTM, diventa essenziale, inoltre, inviare il paziente da uno specialista in caso di sospetto di altre condizioni concomitanti (otite media, allergie, anomalie posturali, artrite reumatoide…), tenendo sempre in considerazione l’importanza di un approccio multidisciplinare al problema.
In conclusione, la conoscenza delle basi anatomiche, dei meccanismi fisiologici e della fisiopatologia, unita alla consapevolezza dei segni e sintomi da ricercare, permettono al clinico di predisporre un protocollo clinico e strumentale mirato. L’elemento che più di ogni altro, secondo il mio parere, dovrebbe affascinare il clinico che quotidianamente è a contatto con i piccoli pazienti e motivarlo nel suo agire è la consapevolezza di avere di fronte non solo “una bocca” o “un disturbo” ma un “individuo totipotente”, un soggetto in crescita, che è ben altro e che merita per questo una visione d’insieme, senza la pretesa di risolvere tutte le sue problematiche ma con l’orgoglio di poter contribuire nel migliorare, in piccola parte, ad indirizzare il suo percorso di crescita nel migliore dei modi possibile.
File
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